Zoë Kravitz è la "big little star" più importante del momento
Dal 14 febbraio è la protagonista di 'High Fidelity' su Hulu, ma nel 2021 sarà Catwoman in 'The Batman'
17 Febbraio 2020
È difficile ricordare un momento in cui Zoë Kravitz non sia stata effortlessy cool. D’altronde, quando i tuoi genitori sono tra i più cool della loro generazione, le strade sono due: o rinnegarli del tutto, o ascoltare i loro consigli per diventare ancora più cool di loro.
La sua ultima serie tv, High Fidelity (ispirata al romanzo di Nick Hornby) è uscita su Hulu il giorno di San Valentino e l'anno prossimo la vedremo al fianco di Robert Pattinson nell'attesissimo The Batman. Figlia di Lenny Kravitz (che non ha bisogno di presentazioni) e Lisa Bonet (star de I Robinson), oggi Zoë Kravitz è tutto quello che voleva essere: attrice di cinema indipendente quanto di blockbuster, icona di stile (dovrebbero essere 55 i tatuaggi sul suo corpo) e musa delle più importanti maison di moda. Ma anche cantante, leader di una rock band (LOLAWOLF) e star sui social (con 5,5 milioni di follower su Instagram). Insomma, un’icona.
Dopo una breve liaison con Penn Badgley (Gossip Girl, You), lo scorso giugno ha sposato in segreto l'attore Karl Glusman (protagonista di alcune chicche come Love di Gaspar Noé, The Neon Demon di Nicolas Winding-Refn e Nocturnal Animals di Tom Ford). Per la cerimonia, che si è svolta a Parigi nella casa del padre (e a cui non è mancato nessuno: papà Lenny, mamma Lisa, le co-star di Big Little Lies, ma anche Cara Delevigne e Ashley Benson), tutto è stato tenuto all’oscuro dei paparazzi (anche se il web è impazzito per il cocktail dress con cui è stata beccata fuori dal ristorante).
Big Little Star
Forse per quel viso da eterna adolescente, sembra assurdo ma Zoë Isabella Kravitz ha già 31 anni. Classe 1988, l'enfant prodige vive da sempre sotto i riflettori (non si può dimenticare la foto in braccio a mamma Lisa nel 1989: aveva appena un anno e già sfoggiava un completo etnico e una cavigliera-gioiello). Ma nonostante oggi Lenny Kravitz sia molto amico del nuovo marito di Lisa Bonet, Jason Momoa (il Khal Drogo di Game of Thrones) e la stessa Zoë si sia tatuata i nomi delle “sorellastre” (le due figlie di mamma Lisa e del “patrigno” Jason), a partire dal divorzio dei genitori la sua vita non è stata sempre perfetta.
Cresciuta con la madre in mezzo al nulla, sulle montagne del Topanga Canyon (California), Zoë ha sempre dimostrato uno spirito creativo. È stata lei, a 11 anni, a decidere di trasferirsi a Miami con il padre, che all’inizio degli anni Novanta era una delle rock star più importanti del mondo. Ma in quel via vai di glamour, tra un concerto insieme alle Spice Girls (“Non mi ricordo se fosse Scary o Victoria” racconta papà Lenny, “ma era seduta in braccio a una di loro - ed era al settimo cielo”) e i paparazzi sempre fuori da scuola, per Zoë sono anche iniziati i problemi, come i disordini alimentari di cui ha sofferto per 10 anni.
“Mia madre era così bella e minuta, che mi sentivo sempre goffa intorno a lei e, poi, mio padre era sempre circondato da modelle... Io ero bassa e, comunque, ci si sente a disagio nella propria pelle a quell’età.” Soprattutto quando sei l’unica ragazza nera in un istituto privato di Miami. “La scuola è stata dura per me. I miei coetanei erano ricchi ragazzini bianchi [...] e mi sentivo super-alienata. All’apice dell’adolescenza, cerchi di capire chi sei e, quando non c’è un riflesso di te da nessuna parte, ti senti un mostro.”
Per fortuna, negli ultimi anni il mondo dello spettacolo ha fatto passi da gigante nella rappresentazione della black culture e dei suoi protagonisti. Basti pensare a personaggi come Valkyrie di Tessa Thompson nel Marvel Cinematic Universe, la futura Ariel interpretata da Halle Bailey nel live action Disney de La sirenetta, ma anche la Catwoman di Halle Berry (un flop al botteghino, ma un cult per gli amanti del trash). Di questo cambiamento Zoë Kravitz, che fin da bambina voleva fare l’attrice, è stata una protagonista: con la sua Bonnie in Big Little Lies (al fianco di Nicole Kidman, Reese Witherspoon, Shailene Woodley e Laura Dern) ha interpretato alla perfezione un personaggio black in un mondo di bianchi “tossici”.
I really thought I was going to do theater and indie films. That was what I liked growing up. […] I didn’t see a lot of people who looked like me in big movies.
Non solo televisione (di qualità). Se l’esordio al cinema è stato giusto una piccolissima parte in Sapori e dissapori (2007) al fianco di Catherine Zeta-Jones, il successo di pubblico è arrivato con X-Men: First Class (2011). Ma è stato solo il primo di una lunga serie di blockbuster a cui Zoë ha preso parte, dalla saga di Divergent ai primi due capitoli dello spin-off di Harry Potter, Animali Fantastici. Così come non sono mancati i film d’autore, uno su tutti: Mad Max: Fury Road (2015) di George Miller, con Charlize Theron e Tom Hardy.
Attrice stimata ma anche icona di stile, Zoë Kravitz è musa di Saint Laurent dal 2016 e nell'agosto del 2019 ha svelato una collezione di 6 tonalità di rossetti in collaborazione con la maison francese. Nel corso degli anni ha dimostrato grande creatività anche nel giocare con lo stile, sia nello streetstyle che sul red carpet. Contemporaneamente troppo gipsy e troppo punk, alcuni dei suoi look sono già entrati nella storia dello star system, come il top di Tiffany indossato al Vanity Fair After Party degli Oscar del 2019, o l’abito nero di Saint Laurent scelto per il MET Gala dello stesso anno.
The Greatest Star
Sempre in bilico tra cinema commerciale e d'autore, il nuovo progetto di Zoë è un ritorno all’indie. Dal 14 febbraio, infatti, è disponibile sulla piattaforma di streaming Hulu la sua ultima serie: High Fidelity, una rom-com di 10 episodi ispirata all’omonimo libro di Nick Hornby (1995), la storia di un uomo che ripercorre la sua vita a partire dalle "cinque più memorabili fregature di tutti i tempi" (ovvero: cinque relazioni finite male). Un libro che sua madre Lisa aveva già portato sul grande schermo (High Fidelity, 2000, con Jon Cusack, diretto da Stephen Frears) e che non risparmiava critiche alla cosiddetta toxic masculinity.
Ma Zoë, che firma il progetto anche come executive producer, ha avuto subito le idee chiare: ha spostato la storia a Brooklyn (prima del matrimonio ha vissuto dieci anni proprio a Williamsburg, quindi conosce quelle strade come le sue tasche) e soprattutto ha trasformato il protagonista Rob nella protagonista Rob (diminutivo per Robin), millennial gender-fluid in giacca di pelle e t-shirt Dickies.
Una scelta importante. Senza contare che la sua Rob non sarà soltanto donna, ma una donna nera. “Ho cercato di ricostruire un mondo che conosco” dice la stessa Kravitz, “e quel mondo è proprio così. Se lo show fosse stato ambientato in Iowa, poteva andar bene così com'era, ma questa è Brooklyn. Ci sono neri ovunque, è inevitabile. È la solita domanda che mi pongo a ogni film di Woody Allen: come fanno a non esserci mai ragazzi neri? È impossibile. Sono ovunque, siamo ovunque.”
Oltre a High Fidelity nel futuro di Zoë c’è un altro reboot: sarà lei a vestire i panni di Catwoman in The Batman, l’upcoming film in cui il Cavaliere Oscuro sarà interpretato da Robert Pattinson. E non sarà nemmeno la prima volta che la Kravitz indosserà i panni di Catwoman, dato che ha già prestato la voce al personaggio animato nel film The Lego Batman Movie. Niente male, per una ragazza che solo pochi anni fa fu scoraggiata dall’idea di fare un’audizione per la saga di Christopher Nolan. “Non è che parlassimo del ruolo più importante del mondo, ma mi dissero che non volevano nel film uno spirito 'urban'. Pensai che fosse un commento molto divertente."
High Fidelity è su Hulu dal 14 febbraio 2020.