I migliori 10 spot del Super Bowl 2020
Da Lil Nas X fino a Bill Murray, le star dominano gli spot del 2020 mentre esce la politica
03 Febbraio 2020
Ieri notte al Hard Rock Stadium di Miami, si è giocata la 54ª finale della NFL tra i San Francisco 49ers e i Kansas City Chiefs, meglio conosciuto come Super Bowl.
Da ormai quindici anni il Super Bowl è molto più che la semplice finale del campionato di Football Americano, ma è diventato uno di quegli appuntamenti che scandiscono la cultura americana, grazie all'half time show che quest'anno è stato organizzato (in maniera un po' deludente) dalla Roc Nation di Jay-z ma anche grazie alle pubblicità durante l'intervallo della partita. Negli anni gli sport dell'half time sono quasi diventati più importanti della partita stessa: a livello di business costituiscono il momento più importante del marketing televisivo americano e ormai sono un cult per gli appassionati di cinema e televisione. Alcune di queste - come l'iconico spot di Apple 1984 girato da Ridley Scott, quello di Coca-cola del 1979 e la pubblicità di Budweiser che lanciò l'espressione "What's up???" - sono entrate nella storia della pubblicità e del cinema.
Alla partita di quest'anno - vinta dai Kansas City - hanno assistito più di 110 milioni di telespettatori, religiosamente raccolti intorno alle TV e circondati da nachos, pizze e alette di pollo (qui se volete avere qualche ispirazione culinaria). Nell'intervallo della partita - prima e dopo l'half time show con protagoniste Jennifer Lopez e Shakira - sono andate in onda le pubblicità, alcune delle quali erano state già pubblicate su YouTube con teaser e spin-off dalla settimana scorsa. Quest'anno i brand hanno pagato circa 5.6 milioni di dollari per uno spazio pubblicitario di 30 secondi, circa 170mila dollari al secondo; per avere un metro di paragone, gli spot durante la notte degli Oscar arrivano a circa 2,5 milioni di dollari.
Per le pubblicità di quest'anno la maggioranza dei brand hanno puntato su una linea funny, usando cameo di star e storytelling leggeri. Nonostante qualche eccezione (lo spot di Kia, quelli dichiaratamente politici di Trump e Bloomberg) nessun brand si è esposto politicamente su temi delicati - quali l'immigrazione, la crisi degli oppiodi e il razzismo - che invece erano stati ampiamente toccati negli scorsi anni, soprattuto a partire dal 2016 con l'elezione di Trump e la campagna di Nike con protagonista Colin Kaepernick.
“Fare polemiche per per il gusto di farlo non è utile a nessuno. Siamo in un momento in cui la positività è qualcosa di cui tutti abbiamo bisogno", ha detto Diego Scotti - chief marketing officer di Verizon - a Vox spiegando il perché del trend leggero negli spot. A fine 2020 gli Stati Uniti voteranno per rieleggere o cambiare Donald Trump alla Casa Bianca ed evitare di schierarsi politicamente è una scelta conservative dei brand che preferiscono schivare tematiche controverse nelle quali tuttavia spesso hanno un ruolo attivo (basti pensare alle Big Tech, Google, Apple e Facebook) o un'audience enorme ed estremamente ricettiva (Nike, Tesla).
Si tratta di un tema che può sembrare un semplice trend ma ha invece a che fare con la percezione delle Big Corporation nella cultura contemporanea e del post-capitalismo. I brand rinunciano a riabilitare l'immagine di "cattivi" pur di evitare shitstorm sui social, boicottaggi o polemiche potenzialmente dannose per il business.
Meglio sedersi davanti alla tv o a un computer e guardare i dieci migliori spot andati in onda durante il Super Bowl.
10. Audi - Let it Go feat Maise Williams
9. McDonald's - Famous Orders
8. Rocket Mortgage - feat Jason Momoa
7. Planters - Mr Peanut
6. Doritos® - The Cool Ranch feat. Lil Nas X and Sam Elliott
5. Microsoft - Be The One / Katie Sowers
4. Pringles - feat Rick & Morty