Te lo ricordi il Festivalbar?
L’appuntamento musicale e televisivo dell’estate italiana
07 Agosto 2019
Anni ’60. Nelle spiagge della penisola arrivano i primi jukebox e l’Italia diventa come l’America raccontata da Happy Days. Basta infilare 100 lire nella fessura per ascoltare la propria canzone preferita. Questo piccolo rituale diventa così diffuso da ispirare al conduttore e produttore televisivo Vittorio Salvetti una geniale intuizione: sfruttare i dati di quei jukebox per creare una manifestazione che premi la canzone più “gettonata” dell’estate. Nasce così il Festivalbar. Gli esordi, nel 1964, sono radiofonici per poi approdare in tv, in Rai dove rimarrà fino al 1982. La vera svolta, che consacra l’evento canoro e lo trasforma nel rituale estivo collettivo dell’italiano medio, coincide con il passaggio alle reti Fininvest nel 1983. Cambia regolamento e format: la classifica viene plasmata dall’airplay radiofonico e la manifestazione diventa uno spettacolo itinerante, ripreso ogni settimana, da maggio ad agosto, da una città diversa, concluso a settembre con la finale ospitata dall’Arena di Verona. Alla conduzione si alternano i personaggi più giovani e popolari del momento, da Linus a Fiorello, da Gerry Scotti a Federica Panicucci, da Alessia Marcuzzi a Michelle Hunziker, da Daniele Bossari a Ilary Blasi.
Il successo è assicurato da un calderone pop pensato per conquistare la più grande fetta di pubblico possibile che, per questo, ruota attorno al concetto di tormentone, cioè di una canzone, spesso priva di reali contenuti o qualità, che ha l'innegabile capacità di fissarsi nella nostra mente e non uscirne più. In quarant’anni di esistenza, il Festivalbar ha regalato alla colonna sonora delle nostre estati un mix’n'match di hit unico nel suo genere. Aiutato dal sostegno delle maggiori case discografiche, lo show ha messo insieme il meglio e il peggio di quello che il panorama musicale offriva. Ci sono stati momenti da dimenticare come Enzo Iacchetti che canta Pippa di Meno, i capelli di Cesare Cremonini all’epoca dei Lunapop, gli scoordinati passi di danza di Mauro Reppetto degli 883 o il balletto delle Las Ketchup in The Ketchup Song (Aserejé), mentre tanti altri sono entrati nella storia come Loredana Bertè vestita da sposa che si esibisce in Non sono una signora o Elio e le Storie Tese e Gianluca Grignani che restano muti sul palco per protestare contro l’imposizione del playback (obbligatorio fino al 2002).
Ci sono state persino performance talmente cool da sembrare incredibili come quando nel 1990 i Faith No More guidati dal geniale frontman Mike Patton hanno suonato Epic; quando nel 1995 sul palco è apparsa Bjork con Army of me o quando nel 1998 Lenny Kravitz ha incantato il pubblico con If You Can't Say No.
Per colpa del Festivalbar in molti hanno pensato “a quel progetto di esportare la piadina romagnola”; imparato a contare in spagnolo (Un, dos, tres, Maria), ma anche che nella vita ci vuole “calma e sangue freddo”. La lista degli ospiti che negli anni hanno riempito le puntate del Festivalbar è lunghissima: Kylie Minogue, Alexia, Giorgia, Neffa, Backstreet Boys, Eiffel 65, Oasis, Planet Funk, Articolo 31,… poi nel 2007 tutto è finito.
Lo show ideato da Vittorio Salvetti (dopo la sua morte gestito dal figlio Andrea) ha chiuso i battenti con l’edizione di quell’anno. C’è chi dà la colpa alla crisi delle case discografiche (la cui collaborazione era fondamentale per l'evento) e chi al cambio del metodo di fruizione della musica con l’arrivo dello streaming e il successo di You Tube. L’unica cosa certa è che ogni stagione compare una news che ne annuncia un imminente ritorno in tv, ma nulla si concretizza mai realmente. I social media sono pieni di profili nostalgici come @gliannidorodelfestivalbar o Rivogliamo Festivalbar che rimpiangono i tempi d’oro in cui la manifestazione itinerante annunciava l’arrivo dell’estate e ne reclamano a gran voce una nuova edizione. La domanda resta quindi: ha senso un ritorno del Festivalbar nel 2019? La risposta è che ogni cosa ha il suo tempo e il motivo per il quale in molti vorrebbero riportarlo in auge è solo il tentativo di rivivere un momento felice del passato. L’effetto nostalgia ti può far rimpiangere anche Luca Dirisio, DJ Francesco e La Bouche.
Qui abbiamo raccolto i 10 momenti e le hit che hanno segnato la storia del Festivalbar.
Gianluca Grignani - Falco a metà, 1995
1995. Gianluca Grignani ha da poco debuttato sul palco di Sanremo, diventando subito il nuovo idolo delle ragazzine. Il ventenne non vede l'ora di dimostrare quanto vale. Quando il team del Festivalbar gli comunica che la sua esibizione sarà in playback, si ribella e, impacciato, sale sul palco col microfono in tasca. Mentre scorrono le note della sua canzone Falco a metà, lui passeggia, schiva e rilancia acqua e altri piccoli oggetti che gli piovono addosso. Prima della conclusione della musica, si arrabbia e lascia la scena, mentre dal pubblico qualcuno grida “Scemo, scemo!”.
Britney Spears - Baby One More Time, 1999
In generale il pubblico italiano (o almeno coloro che dovrebbero rappresentarlo nei media) è famoso per la sua mancanza di tempestività. Tradotto in parole semplici: da noi trend e star arrivano molto in ritardo rispetto agli altri paesi. Così, ci capita di accorgersi solo ora che nelle vecchie puntate di Festivalbar sono nascoste le prime performance in Italia di star che poi sarebbero diventate planetarie. Qualche esempio? Britney Spears nel 1999 con Baby One More Time, Beyoncé con le Destiny’s Child nel 2001 con Survivor e Rihanna nel 2006 con SOS.
Tiziano Ferro - Perdono, 2002
Tiziano Ferro agli esordi. Al momento della consegna del premio all'Arena di Verona, completamente in lacrime, il giovane cantante con la voce rotta dal pianto pronuncia, seppur in maniera sincera, la più nazionalpopolare delle frasi: “Non ci posso credere! L'anno scorso ero sul divano a guardarlo...”.
Luca Carboni - Mare, mare, 1992
Il Tommaso Paradiso degli anni ’90. Luca Carboni che canta Mare Mare infiamma la folla del Festivalbar e invade l’airplay italiano come i Thegiornalisti con Riccione. Ancora oggi uno dei tormentoni più amati di sempre.
Paola & Chiara - Vamos a bailar, 2000
Dio solo sa cosa sia successo tra le sorelle Iezzi per far dividere così drasticamente le loro carriere. Nel 2000, però, il duo è all’apice della popolarità e si aggiudica il premio del Festivalbar per il Miglior tormentone radiofonico con Vamos a bailar…ma anche quello per la coreografia più ammiccante.
Ace of Base - All that she wants, 1993
Per gentilezza ci asterremmo dal commentare l’haircut della cantante mora e i suoi passi di danza. Nonostante questo All that she wants resta una hit e anche se un po’ se ne vergognano sono tanti quelli che ancora si ricordano tutte le parole a memoria.
Sabrina Salerno - Boys, 1987
Come ha scritto un saggio: “Boys di Sabrina Salerno è in qualche modo il simbolo di un decennio, una scoperta per adolescenti in piena esplosione ormonale da bella stagione”.
Righeira - Vamos a la playa, 1983
Nel 1983 il Festivalbar viene vinto da Vasco Rossi con Bollicine, ma Vamos a la playa dei Righeira diventerà un classico, uno dei pezzi più rappresentativi dello show creato da Salvetti.
Kè - Strange World, 1996
Un alieno dagli zigomi scolpiti e dagli occhi verdi canta una delle one hit wonder più belle degli anni ’90.
Corona - The Rhythm of the Night, 1994
All’interno del Festivalbar c’è sempre stato un filone di hit tamarre che includono “capolavori” come Rhythm Is A Dancer degli Snap! e Summer is crazy di Alexia. Corona ne è, però, l’esempio meglio riuscito. Popolarissima, riuscì anche a co-condurre l’edizione del 1996 e a mettere in atto una delle più famose truffe dell’eurodance. Si scoprì, infatti, che Corona non cantava veramente, ma era solo la frontwoman di un progetto made in Italy. La voce che sentivamo era delle vocalist Jenny B e Sandy Chambers.