“Minchia”: l'opera d'arte che turba Palermo
La controversa opera di Fabrizio Cicero risplende nel centro di Palermo
23 Settembre 2018
Dalla Merda d’artista di Piero Manzoni all'orinatoio di Marcel Duchamp, l'arte contemporanea prevede di stupire e di indignare.
Inserita in questo contesto, l’opera di Fabrizio Cicero, che nell’ultima settimana sta facendo molto chiacchierare. Presentata alla dodicesima edizione di Manifesta, la biennale nomade di arte e cultura contemporanea che si svolge in venti sedi della città di Palermo fino al 4 novembre, il progetto consiste in una luminaria con la scritta “Minchia” al centro, contornata da una serie di motivi decorativi. L'installazione che si trova in via Alloro, intitolata aichnim, riprende il dialetto locale che in origine indica l'organo sessuale maschile e che, col tempo, è diventato un comune intercalare, un'espressione che, a seconda del contesto, può esprimere esclamazione, disprezzo, apprezzamento o stupore.
Nonostante sia una parola quasi del tutto sdoganata, in molti si sono indignati, scagliandosi contro l’opera d’arte, esacerbati dal fatto che sia stata accesa proprio nel giorno della visita di Papa Francesco in città. Cercando di spiegare le sue ragioni e di sedare le polemiche, Cicero ha dichiarato:
"Quella che può sembrare un’operazione dissacrante e ingenuamente di rottura, è invece un piccolo, modesto inno al sacro. Scrivere una parolaccia in cielo oppure riappropriarsi del senso più antico del sacro attraverso un’arte, tra le più recenti, fin dalle origini associata alle celebrazioni religiose: il lumen simbolo di vita e di tensione verso la dimora celeste".
Voi che ne pensate? Tanto rumore per nulla?