Vedi tutti

Etherea: i giganti silenziosi di Edoardo Tresoldi

L’architettura classica incontra il festival di Coachella

Etherea: i giganti silenziosi di Edoardo Tresoldi  L’architettura classica incontra il festival di Coachella
Fotografo
Roberto Conte

Se non siete stati tra il fortunato pubblico del Coachella Festival 2018, quest’anno non vi siete persi solo le strepitose performance di Beyoncé o The Weeknd, ma anche Etherea, la più imponente opera mai realizzata da Edoardo Tresoldi.

Animato dalla continua ricerca artistica, incentrata sulla percezione esperienziale dello spazio e sul rapporto con gli elementi del paesaggio, l’italiano ha realizzato tre diversi templi dallo stile neoclassico e barocco. Tutti uguali nella loro struttura, tutti in rete metalliche, la materia prima preferita dall’artista, ma ognuno diverso dall’altro per dimensioni, rispettivamente di 10, 16 e 21 metri.

Insieme, le grandi sculture formano un percorso percettivo crescente, senza pareti o soffitti, ma soltanto contorni che, grazie alla loro trasparenza e agli effetti ottici, sembrano ridurre o amplificare la distanza tra uomo e cielo.

Ecco come descrive il suo lavoro:

"L'installazione gioca ironicamente con il dualismo tra l'esperienza pura e quella filtrata che si intrecciano l'una con l'altra, per poi lasciare alla fine l'uomo al centro di tutto. Con il passaggio da una macro-realtà a una realtà ristretta, il corpo umano diventa una chiave per leggere, scoprire, misurare e avere esperienza della realtà, proprio come l'architettura stessa. In ultima istanza, si stabilisce così un'analogia tra uomo, architettura e ciò che li circonda".

Tresoldi ha trovato un modo per sagomare il cielo, confermandosi come “l’artista della materia assente", capace di creare delle “architetture vuote che respirano attraverso le nuvole e il vento”.