Cannes vs Netflix: il servizio di streaming non parteciperà al festival
Il più importante festival di cinema al mondo non vuole i film di Netflix in concorso e l’azienda decide di boicottarlo
12 Aprile 2018
Tra Cannes e Netflix è guerra.
Tutto è iniziato lo scorso anno quando i film presentati dalla piattaforma di streaming furono fischiati e trattati come fossero di livello inferiore rispetto agli altri.
Le cose sono ulteriormente precipitate con la decisione di vietare la partecipazione al concorso ufficiale e, quindi, la possibilità di vincere la Palma d’oro alle pellicole non proiettate nelle sale cinematografiche.
Pare che dietro questa scelta ci sia la pressione degli esercenti cinematografici francesi, non soddisfatti dal fatto che al Festival partecipino film che poi non vanno nei cinema ma direttamente online. Dall’altra parte Netflix si oppone alla legge francese che prevede che i film possano essere resi disponibili in streaming solo 36 mesi dopo il loro passaggio nei cinema, cosa che, se l’azienda partecipasse in concorso a Cannes, la costringerebbe ad aspettare il 2021 per mostrare quelle opere ai suoi utenti francesi.
Oggi è arrivata la comunicazione ufficiale: nessun film di Netflix parteciperà al Festival di Cannes di quest’anno, che si terrà dall’8 al 19 maggio.
"Vogliamo che i nostri film siano allo stesso livello degli altri. […] Non penso che per noi sarebbe giusto andare" - ha dichiarato Ted Sarandos, capo dei contenuti di Netflix - "Adoriamo il festival. I nostri autori e gli amanti del cinema amano quell'esperienza. E' solo che il festival ha scelto di celebrare la distribuzione invece dell'arte del cinema. Noi sosteniamo al 100% l'arte cinematografica. E per la cronaca, ogni altro festival del mondo lo fa. Thierry (Fremaux, il delegato generale del Festival di Cannes) ha commentato, quando ha annunciato la decisione, che la storia di Internet e la storia di Cannes sono due cose diverse. Ovviamente sono due cose diverse. Ma noi stiamo scegliendo di appoggiare il futuro del cinema. Se Cannes sceglie di impantanarsi nella storia del cinema, bene così".
E aggiunge:
"Non è una coincidenza che Thierry abbia anche vietato i selfie. Non so quale altro tipo di progresso dei media gli piacerebbe vietare".