American Crime Story: The Assassination of Gianni Versace’s Anatomy
Le ispirazioni dietro la serie di Ryan Murphy sul famoso designer e il suo enigmatico killer
06 Aprile 2018
Il 15 luglio di 20 anni fa Gianni Versace veniva ucciso a Miami da Andrew Cunanan.
Da questo momento parte la seconda stagione di American Crime Story, la serie antologica ideata da Ryan Murphy.
Basandosi sul libro di Maureen Orth Vulgar Favours: The Hunt for Andrew Cunanan, The Man Who Killed Gianni Versace, lo show non racconta, come erroneamente ipotizzato da molti, la storia del famoso stilista italiano, ma quella del suo killer.
Il vero protagonista non è non l’assassinato, ma l’assassino.7
Versace (interpretato da Édgar Ramírez), la sua famiglia ed il mondo della moda servono solo come contraltare, specchio distorto dell’infelice epopea di un ragazzo in bilico tra menzogne, aspirazioni di grandezza e follia crescente. Sullo sfondo emerge a tratti l’omofobia americana nella metà degli anni ’90: i diritti della popolazione gay, la politica del “Don't ask Don't tell” (la linea politica degli USA tra il 1993 e il 2010, in merito alla questione dell'orientamento sessuale dei membri del servizio militare), la paura dell’AIDS, le persecuzioni sociali.
E la scelta, dal punto di vista narrativo, funziona, grazie anche all’ottima interpretazione di Darren Criss (ex personaggio della serie Glee).
Nel cast compaiono anche Ricky Martin nel ruolo di Antonio D'Amico, compagno di Gianni, e Penelope Cruz che interpretata Donatella Versace.
Feel like: Baroque sculpture (Rodin, Bernini)
Il rapporto di Gianni Versace con l’arte era viscerale tanto che in una vecchia intervista rivelò:
"mentre lavoravo partendo da un’opera d’arte, l’opera stessa era talmente dentro di me che le idee si creavano spontaneamente, in pratica senza che io ci pensassi".
Durante la sua strepitosa carriera lo stilista ha disegnato costumi per coreografi e registi come Maurice Béjart, Joseph Russillo, William Forsythe e Bob Wilson e ha collaborato con numerosi tra i maggiori artisti contemporanei come Pomodoro o Rotella.
Nei suoi lavori si possono leggere influenze e riferimenti a tutta la storia dell’arte: dalla cultura classica (singolare la somiglianza tra certe statue di Rodin e lo stesso Gianni), passando per il Rinascimento, il Romanticismo, Klimt, Delaunay, Calder, il Cubismo, l’Art déco, fino al ‘900 di Andy Warhol, Julian Schnabel, dell’Op art, di Frank Moore, Rotella, Schifano e molti altri.
Come in molti sanno ed è evidente anche guardando la serie tv di FX, Versace era anche un grande collezionista.
Come ha rivelato Santo Versace in un’intervista
"Gianni ha riempito la casa di New York con pezzi di arte moderna (Picasso, Moore, Dine, Schnabel, Hockney, Lichtenstein, Warhol, Basquiat, Matisse); voleva che la casa di Miami fosse piena di gioia e di sole, con lavori di Schifano, Rotella, Paladino, Moore, Dufy, Picasso; mentre per la casa di Milano lasciò emergere tutto il suo amore per l’arte antica, in particolare greca, fatto convivere con l’arte moderna".
Dress like: Versace
Realizzare i costumi di una serie che ha per protagonista uno stilista iconico senza avere l’appoggio della sua casa di moda, non è un lavoro semplice.
Per ovviare al problema la costumista Lou Eyrich e il suo team hanno dedicato 12 ore al giorno a ricercare abiti online per realizzare una sorta di archivio, acquistando centinaia di pezzi vintage Versace da boutique di tutto il mondo, come The Way We Wore e Catwalk a Los Angeles o C Madeleinesin a Miami.
Oltre ai capi originali, è stato indispensabile ricreare il resto, il tutto cercando di rispettare il più possibile lo stile del brand.
"Non abbiamo prodotto delle repliche, non sarebbe stato legale, né rispettoso. Abbiamo però utilizzato materiali di qualità e fatto placcare in oro le famose spille da balia" - precisa Eyrich e ricorda - "Per realizzare un abito da sera in seta rosa abbiamo chiesto la collaborazione di Penélope Cruz, che è una grande amica di Donatella e che ha indossato spesso le sue creazioni. Volevamo che il vestito in questione fosse super sexy, così abbiamo optato per un abito-corsetto ispirato a un key-piece della collezione del 1996".
Più che la scelta dei capi, per sovrapporre le figure dell’attrice spagnola e di Donatella, hanno rivestito un ruolo chiave le silhouette, per questo nella serie la star indossa molto nero e ha il punto vita evidenziato con cinture ed elementi gioiello.
Il guardaroba di Gianni, invece, è composto da camicie stampate in stile rococò e costumi da bagno, ma, soprattutto, da abbigliamento da camera, perché Ryan Murphy, l’ideatore della serie, voleva che il suo personaggio camminasse tra le sontuose stanze di Casa Casuarina con la seta svolazzante dietro di lui.
"Ryan è una persona così visiva, voleva mostrare l'opulento mondo della tenuta Versace in opposizione all'educazione di Andrew Cunanan" spiega Eyrich, che descrive Cunanan come un gigolò e il suo stile come "preppy della West Coast, che aspira ad apparire ricco".
Think like: “Vulgar Favours: The Hunt for Andrew Cunanan, The Man Who Killed Gianni Versace” by Maureen Orth
Come in molti sanno, la seconda stagione di American Crime Story è basata su libro del 1999 di Maureen Orth Vulgar Favours: The Hunt for Andrew Cunanan, The Man Who Killed Gianni Versace.
All’interno delle sue pagine, la giornalista di Vanity Fair, conduce una lunga inchiesta, provando a ricostruire la vita del killer, dall’infanzia fino al suicidio.
Chi era davvero? Perché quella maledetta mattina del 15 luglio del 1997 ha sparato a Versace? Lui e il famoso stilista si sono veramente incontrati? E se sì, quale rapporto c’era tra di loro? Qual è il vero movente che ha spinto Cunanan a uccidere?
Sono queste alcune delle domande alle quali Orth ha cercato di trovare risposte intervistando centinaia di persone tra poliziotti, amici e conoscenti di Andrew e degli protagonisti della sua storia.
Leggendo il libro, ma anche guardando la serie tv che ha ispirato, è possibile scoprire la versione dei fatti della giornalista, una ricostruzione che la famiglia Versace ha sempre definito un’opera di finzione, “piena di gossip e speculazioni”.
Sound like: “Adagio in Sol Minore” di Remo Giazotto (noto anche come di Albinoni)
Anche se la supervisione della soundtrack di American Crime Story 2 è di Amanda Krieg Thomas e i brani originali sono stati composti da Mac Quayle, la scelta della musica che accompagna i primi otto minuti della serie, l’Adagio in Sol minore di Remo Giazotto, è opera dello showrunner Ryan Murphy.
La sinfonia introduce i personaggi di Gianni Versace e Andrew Cunanan e diventa sia specchio sia metafora della dicotomia delle loro vite.
Il celebre designer dall’esistenza apparentemente perfetta ed il pluriomicida-bugiardo cronico.
Versace come Albinoni, Cunanan come Giazotto, l’autore della truffa più significativa nella storia della musica classica.
La bugia di un musicologo di nome Remo che, nel 1949, mentre sta scrivendo un libro sul maestro veneziano del XVIII secolo, Tomaso Albinoni, afferma di averne scoperto un’opera inedita. Peccato però che la composizione barocca sia merito esclusivo di Giazotto.
È il fascino irresistibile della mistificazione, il filo che cuce insieme anche i frammenti delle svariate personalità del killer di Versace, tante quanti sono gli interlocutori che l’uomo si trova davanti.
Non c’è solo musica classica, ma anche pop nella tracklist della serie di FX.
Ci sono brani di Lisa Stansfield, Laura Branigan, La Bouche, Indeep, Soul II Soul, Jocelyn Enriquez, Phil Collins, Technotronic, George Michael e altri, il paesaggio sonoro pieno di musica da club e hit dance di South Beach tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90.
Taste like: espresso
Love like: Darren Criss
Darren Criss è bravissimo a restituire agli spettatori la follia e l’ambizione sregolata di Cunanan, un uomo incapace di mostrare il vero se stesso, un camaleonte che si trasforma in base all’habitat in cui si trova.