Debutta “American Crime Story: The Assassination of Gianni Versace”
Ecco cosa è successo e cosa dobbiamo aspettarci dai primi episodi
22 Gennaio 2018
15 luglio 1997, Miami.
L’Adagio in Sol minore di Remo Giazotto accompagna i gesti quotidiani Gianni Versace dal momento in cui si sveglia nel suo letto a Casa Casuarina. Si alza, indossa le pantofole e la vestaglia, si affaccia al balcone. Scende al piano inferiore e trova il personale ad accoglierlo con una spremuta d'arancia e la colazione servita a bordo piscina. Si veste, saluta il compagno Antonio che sta andando a giocare a tennis con un amico ed esce a sua volta.
Poco lontano, sulla spiaggia, si trova Andrew Cunanan. Ha un cappellino rosso e, nello zaino, un libro sulla storia di Vogue e una pistola. Entra nell’oceano, cerca di lasciarsi inghiottire dalle onde, ma non ci riesce. Torna a riva, passeggia, urla, si sente male.
Gianni Versace e Andrew Cunanan.
Lo stilista di fama internazionale e il pluriomicida-bugiardo cronico.
Due vite apparentemente distanti, unite da un sapiente montaggio cinematografico.
Due vite che collidono e, insieme, implodono.
Versace sta rientrando nei cancelli della sua casa dopo aver comprato alcune riviste di moda, Cunanan cammina alle sue spalle, punta la pistola. Partono due colpi e per Gianni è la fine.
Un flashback ci porta a San Francisco nel 1990, al party durante il quale i due si sono conosciuti e, soprattutto, ci porta a scoprire che tipo di persona è Andrew. È un bugiardo con manie di grandezza, incapace di aderire alla realtà. È una sorta di Tom Ripley di Patricia Highsmith: un camaleonte sociale in grado di recitare ruoli diversi a seconda dei suoi interlocutori e delle circostanze. Un uomo qualunque avvelenato dall’invidia sociale, ossessionato da chi, come Versace, ha ottenuto fama e successo.
Dopo l’omicidio arrivano Donatella e Santo, divisi tra il dolore della perdita e il desiderio di preservare l’azienda di famiglia, insieme alla memoria del fratello, entrambe intaccate dalle indiscrezioni sulla vita personale di Gianni.
È il momento dell’assedio della stampa, delle indagini dell’FBI e della caccia all'uomo.
Così inizia The Assassination of Gianni Versace, secondo capitolo di American Crime Story tratto dal libro Vulgar Favors: Andrew Cunanan, Gianni Versace, and the Largest Failed Manhunt in U.S. History di Maureen Orth.
Bastano i 40 minuti del primo episodio (The Man Who Would Be Vogue) per aver chiaro che non è lo stilista calabrese il vero protagonista dello show, ma il ventiseienne.
Non l’assassinato, ma l’assassino.
E la scelta funziona, almeno per ora, grazie anche all’ottima interpretazione di Darren Criss che da volto e corpo al ragazzo diventato killer.
La premiere dello show lascia latenti alcuni spunti come l’omofobia della società degli anni ’90, incarnata dal detective Scrimshaw; il rapporto conflittuale tra Antonio D’Amico e Donatella; l’ascesa al trono della Maison della donna, una convincente Penelope Cruz. Tutti questi punti verranno sviluppati durante i prossimi episodi?
Per ora, seppur sufficientemente patinata, ben recitata e ben confezionata, la nuova stagione di ACS sembra lontana dalla qualità della prima sul caso O.J., che un paio di anni fa ha ottenuto un successo grandioso, conquistando, inoltre, moltissimi premi e ottime recensioni.