Dal 1991 ad oggi la storia di Massimiliano Marcucci e dei suoi Angels of Love è quella di un movimento capace di partire dalle strade di Napoli per conquistare il mondo del clubbing cullando il movimento fin dalla sua fase embrionale. Dall'HYPE Club di Caserta al sogno di Ibiza, centinaia di party organizzati con top dj che hanno fatto la storia del clubbing: da Frankie Knuckles a Erick Morillo, da Little Louie Vega a Kenny Dope, fino a David Morales a Claudio Coccoluto. Tanti nomi che si intrecciano con quello degli AOL e di Massimiliano, che nella sua nuova vita ha deciso di valorizzare il posto dove gli Angels of Love hanno mosso i primi passi, Napoli. Lì dove, anni dopo, Massimiliano ha trovato una nuova dimensione lavorativa, che lo ha portato a collaborare prima con il progetto Visit Naples e poi Visit Italy con il quale si è aggiudicato il premio WEB AWARDS 2020. Il suo ultimo progetto è quello con l'associazione Volo Libero per aprire una piccola chiesetta nella periferia Nord di Napoli.
nss magazine ha raggiunto Massimiliano Marcucci per parlare di clubbing, di Napoli e della storia degli Angels of Love.
Qual è il tuo primo ricordo legato agli AOL?
Un giorno mi fermai in una piazza a San Giorgio a Cremano, poco lontano da Napoli centro, ero solo in auto e indossavo una tuta intera, di colore bianco panna, di Jean Paul Gautier e appena scesi dalla macchina indicai a due ragazzi con l'indice e chiesi: “Ehy, dove andate stasera?”. Erano Luigi Maglione e Gianluca Lauria, due cugini, alti più di un metro e ottanta, estroversi e molto carismatici e sembrava che aspettassero proprio me. Mi guardarono divertiti e mi domandarono anche loro: “E tu dove vai?” Io quel sabato lavoravo in un club che si chiamava Lemon Lights, quella sera andammo insieme prima al Lemon e dopo andammo a tutto gas a ballare in un altro club a Caserta, il leggendario HYPE Club. E nel club a fine serata conoscemmo Francesco Furriello, Tina Lepre e Maurizio Luise che alle 6 del mattino, dopo una notte magica con la musica di Claudio Coccoluto ci invitarono in Piazza del Gesù per un incontro conoscitivo. La Massi Corporation, che era un gruppo formato da me, Luigi Maglione e Gianluca Lauria si incontrava con La Angels of Love Crew, per l'inizio di un grande collaborazione. Era l'ottobre del 1991.
Quale credi sia la più profonda differenza tra la club culture di allora e quella moderna?
Il club di fine anni '80i nizio anni '90 era quello della musica underground, dell'House Music. Cioè era tutto House, tutto fatto in casa. La musica, i look stravaganti, gli artwork dei flyers, l'arte nei party, era tutto genuino, vero e autentico perchè era tutto fatto in casa e al momento con quello che si riusciva a trovare, a ricercare. Si viveva per il sabato sera. Tutta la settimana era una preparazione per il sabato sera. Si studiava la musica del Dj, si cercavano informazioni sull'artista, si pensava al look, si cercava di coinvolgere quante più persone possibili per divulgare il movimento musicale, si ballava tutta la notte. Dalle 23 alle 6 del mattino, si ballava sempre, uscivi dal club che eri distrutto. Ballavi, ti abbracciavi, ti baciavi con tutti, parlavi d'amore con le persone. Ora riesci a capire la differenza con il club moderno?
Qual è stata, a tuo modo di vedere, la cosa più speciale degli AOL?
Gli AOL non facevano discoteca, era ogni sabato sera un bel concerto. L'altro giorno ascoltavo un ragazzo che mi ha descritto la sua percezione quando scendeva le scale del Metropolis, e mi ha detto: “Ogni volta che scendevo le scalinate era come se entravo al Festival Bar”. Questa sua percezione era sicuramente quello che volevamo fare: il concerto del sabato sera. 50.000 watt, americane, service luci, video proiezioni, dancers, coreografi, Best Djs da tutto il mondo, era un vero festival ogni sabato sera.
Partire da Napoli e conquistare il mondo, specialmente negli anni '90, non era una impresa semplice. Credi che se fossero nati in un altro posto gli AOL sarebbero stati diversi?
Qui sicuramente era la nostra storia, pensare diversamente non è la realtà.
Credi che Ibizia sia un posto diverso da quello che ha visto l'esplosione degli AOL?
Sono e siamo arrivati ad Ibiza nel 1999, nell'ultimo periodo dell'isla loca. Si respirava aria di bellezza, di libertà di essere e di espressione e tanto amore. C'erano tutte le classi sociali europee nel dancefloor. Puoi immaginare cosa poteva succedere. C'erano personaggi che andava in giro per le vie di Ibiza completamente nudi ma con charme, al massimo portavano due palloncini in mano. Che spettacolo. Ora, è tutto cambiato. Premetto che l'isola è sempre bella, c'è sempre una buonissima energia, specialmente ad Ibiza del Nord. L'anno scorso, in piena pandemia, sono scappato nei boschi di Ibiza del Nord, ed è stato pazzesco. Ora i club sono industrializzati e come tutte le cose industrializzate perdono di autenticità, creatività vera. Oggi bisogna vivere Ibiza diversamente, ricercare un ristorante dal menu speciale, vivere un'esperienza naturalistica sensoriale, scoprire qualche zona di Ibiza che non si conosce, fare qualche esperienza mistica e qualche volta andare a qualche party segreto.
Come vedi il futuro del clubbing? Dal punto di vista professionale hai avuto la possibilità di sperimentare settori e situazioni diverse. Come hai approcciato questo viaggio lavorativo?
Sono una persona estremamente curiosa e mi metto molto in gioco. Nel 2010 ho intrapreso un nuovo percorso professionale, avendo da sempre la passione per la videografia incominciai a fare dei progetti per Youtube e grazie ad essi conobbi il regista Matteo Garrone che mi coinvolse nel film Reality che fu girato a Napoli. Dopo aver trascorso 3 mesi con lui, giorno e notte, ne uscii trasformato. Mi tolse i prosciutti che avevo sugli occhi. Incominciai a vedere la bellezza della realtà, del mondo che mi circondava, dell'autenticità e della creatività che esiste già in natura. E dopo poco tempo incominciai a realizzare alcuni documentari, uno dei più belli è sicuramente Diversamente un'esistenza outsider con la partecipazione speciale di Franco Battiato. In seguito ho collaborato con un'altro grande artista cult italiano, il maestro Peppe Lanzetta, che mi ha spinto fortemente a intraprendere questa via, questa strada lavorativa. Nel 2016 ho incontrato un mio caro amico, con il quale avevamo collaborato con altri progetti, Ruben Santopietro che mi parlò del progetto Visit Naples e successivamente conobbi l'altro socio Paolo Landi , mi innamorai subito del progetto. In Visit Naples potevo mettere insieme tutte le mie competenze e per una grande vision: portare Napoli nel ranking del turismo internazionale. Dopo un grande lavoro svolto per 3 anni decidemmo di iniziare il lavoro anche sull'Italia con Visit Italy e in poco più di 2 anni abbiamo ricevuto il premio dei WEB AWARDS 2020 come miglior sito europeo. La strada è lunga e ci sono tanti progetti in cantiere non ultimo l'apertura di un nostro ufficio a Milano in via Argelati.
Sei molto legato alla promozione del territorio, qual è il miglior augurio che fai a Napoli?
Napoli merita tantissimo, non ce ne rendiamo conto dove viviamo, la bellezza e la ricchezza a Napoli è dappertutto. Auguro ai napoletani di cambiare la Visione davanti agli occhi.
Cosa c'è nel futuro della club culture e cosa nel futuro di Massimiliano?
Per il futuro della club culture ho una visione fantascientifica, l'arrivo di un nuovo movimento musicale e culturale. L'arrivo del popolo digitale con look futuristici con una nuova rivoluzione culturale e musicale, ho questa visione davanti gli occhi, forse un po' estrema, perchè il resto mi annoia. Il mio futuro è in continua evoluzione, dapprima il trasferimento di vita sia professionale che personale a Milano, forse per l' inizio del 2022. E dedicarmi di più nel tempo libero a temi sociali. Nella periferia Nord di Napoli, insieme ai miei colleghi dell' associazione Volo Libero, stiamo aprendo una piccola chiesetta per giovani del luogo che diventerà presto un centro per corsi di formazione gratuiti, sviluppo della creatività, sportello di ascolto per i disagi personali. Voglio dedicarmi agli altri sempre di più.
Mi piacerebbe concludere questa intervista con la tua top 5 house di sempre.