Il silenzio di Liberato
A due anni di distanza dall'uscita di "NOVE MAGGIO"
14 Febbraio 2019
Ci sono un sacco di frasi stereotipate sul silenzio e sul suo valore. I doppi sensi poi si sprecano quando vengono applicati a uno che di mestiere fa il cantante e ha basato la sua immagine su un'identità anonima e ingombrante allo stesso tempo. Era il 14 febbraio di due anni fa quando Liberato postò su YouTube il suo primo video - 9 MAGGIO - e insieme al suo iconico Tumblr popolato da gif e foto di Napoli, Maradona, canne e rose iniziava uno dei progetti più influenti ed interessanti del panorama artistico contemporaneo in Italia.
In un contesto chiassoso e gossipparo come quello della musica italiana - avete guardato Sanremo? Avete seguito il matrimonio dei Ferragnez? - Liberato si è ritagliato uno spazio lontano dalla piazza piccola e affollata del mercato del paese riuscendo comunque ad arrivare ad un pubblico ampio mantenendo intatta la sua identità.
Eppure sono passati più di sei mesi dai live di Napoli, Milano e l'ultimo al VIVA FESTIVAL dello scorso luglio, Liberato ha interrotto il suo silenzio social solamente per annunciare il prossimo concerto a Roma, il primo nella capitale. L'annuncio è stato fatto a la Liberato: un link per comprare i biglietti, nient'altro. Nessuna location o informazione aggiuntiva, solo una data - il 22 giugno - e una rosa.
La potenza e la forza comunicativa di questo progetto musicale sta proprio nell'assenza o come in questo caso nel silenzio.
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Il paradosso di Liberato rimane la sua identità. L'anonimato custodito gelosamente, è il contraltare di una napoletaneità reale e contemporanea che affiora nei suoi video: un mix complesso tra la tradizione poetica napoletana, il dialetto e l'estetica attuale della città, ancora sospesa tra le cartoline di Elena Ferrante e le inquadrature in movimento di Francesco Lettieri. La parte visibile di Liberato sono infatti i suoi video, dove racconta a puntate una storia d'amore adolescenziale che viaggia dalla Gaiola ai Quartieri Spagnoli mantenendo un'estetica accessibile ma raffinata.
In questa narrazione di Napoli, Liberato non è solo ma si inserisce in un movimento culturale e musicale che come ha scritto Mattia Barro su Rolling Stone ha reso la musica italiana internazionale solo a Napoli. Insieme ad altri nomi come i Nu Guinea (che aprirono proprio il concerto di Liberato sul lungomare di Chiaia) e Bawrut, stanno riportando la scena napoletana ai fasti degli anni '70 e al Neapolitan Power di James Senese e Enzo Avitabile, che poi trovò la massima espressione in Pino Daniele.
A livello geografico, le tre grandi città italiane si stanno cristallizzando nelle propria musica: Milano come la culla della trap, Roma come ultimo avamposto dell'indie ormai diventato qualcos'altro e Napoli come avanguardia.