Have mercy on us: The Bloody Beetroots // Deathcrew77
06 Dicembre 2010
L'immaginario dei Bloody Beetroots è una catarsi del secolo corto: dai Daft
Punk ai Justice, dagli skinhead al National Party, passando per il punk
inglese anno 1977 e Vivienne Westwood. Un effetto domino in cui la parola
"Destroy" viene cantata con la stessa rabbia con cui Johnny Rotten crepitava
l'ugola sul finale di "Anarchy in the UK"
(Rolling Stone, Febbraio 2010)
Bloody Beetroots è la catarsi di un concetto ben più complesso, che va oltre la mera concezione musicale. La DEATHCREW77 è uno stile di vita che ingloba in un sola parola cinema, moda, letteratura e musica.
Era il 2007 quando ho sentito parlare per la prima volta dei Bloody Beetroots. E fu una delle sensazioni più strane della mia vita.
Mischiare con una nonchalance quasi fastidiosa elettronica e hardcore con quella maestria quasi dava i nervi. Ma dopo un po' non riuscii più fare a meno della loro musica.
La magia che sono riusciti a compiere i Bloody Beetroots è questa: hanno ricreato in consolle le atmosfere giuste per far coesistere nello stesso microsistema diverse subculture che non si incintrano mai, ma che riescono a instaurare simultaneamente degli equilibri nuovi, facendo esplodere un'armonia che non s'era mai vista racchiusa in un solo genere musicale.
Con i Bloody Beetroots nasce una nuova era della musica elettronica.
Sir Bob Cornelius Rifo nasce nel 1977 e inizia da fin da giovane a studiare musica classica.
Presto però viene influenzato da altro: dall’energia grezza del punk e del rockabilly, dalle immagini intense ed oltraggiose del fumettista Magnus, Benito Jacovitti, e soprattutto Tanino Liberatore, creatore di RanXerox.
Dopo aver studiato Chopin, Beethoven e Debussy, Bob sposta la sua attenzione nel produrre suoni che concilino i campionamenti e l’elettronica con la musica punk e new wave degli anni ’80, lanciandosi per un decennio in una serie di progetti diversi.
E’ cosi che Rifo crea Bloody Beetroots nel 2007, alter ego elettronico che nel giro di due anni sforna 45 Bloody Beetroots remixes e diventa uno dei progetti più chiacchierati nei blogs di tutto il mondo, tanto che il successo arriva prima all'estero per poi giungere in Italia, nonostante sia originario di Bassano del Grappa, Vicenza.
Etienne De Crécy e Alex Gopher sono i primi a fiutare il talento di Bob, tanto da arruolarlo come remixer ufficiale delle loro produzioni.
Seguono poi solo ulteriori conferme: dalla CBS che scegli i loro remix per vari episodi di CSI Miami e le colonne sonore dei videogiochi più prestigiosi del globo (Fifa 2009 come Need For Speed) fino ai remixer ufficiali per i Chemical Brothers.
Il 2007 è l'anno dello sbarco negli U.S.A. : Bob firma per la Dim Mak Records di Steve Aoki, che gli consegna le chiavi per la consacrazione con la pubblicazione degli EP ROMBO (2008), Cornelius (2008) e W.a.r.p. Feat. S.AOKI (2009).
L'avventura Sir Bob Cornelius Rifo a.k.a. The Bloody Beetroots continua per tutto il 2009, con l'uscita dell'album "Romborama" che vede la partecipazione di The Cool Kids, Vicarious Bliss, Justin Pearson dei Locust, Marracash e molti altri. Un progetto che incorpora tutti generi musicali: pop, punk, electro, acid, hip hop,classica,house, techno, creando un mixed-up unico ed originale.
Quest'anno i Bloody Beetroots smettono di limitarsi ai dj set e si buttano nel Live Tour con "The Bloody Beetroots - Death Crew 77" introducendo un terzo membro alla propria squadra, oltre allo straconfermato Dj Tommy Tea, Edward Grinch, che suona la batteria durante gli spettacoli dal vivo.
Quella della DEATHCREW77 è un'esperienza sensoriale che non lascia molto spazio alle descrizioni ma che vuole solo essere vissuta a 360° dallo spettatore.
Ora, dopo esser stati in giro per il mondo per 4 anni grazie alle loro abilita' di remixer, produttori e dj di musica elettronica, dopo aver suonato in giro per il globo riscuotendo un consenso mai visto prima, dopo esser stati consacrati come i Messiah di un nuovo genere musicale, che mischia musica elettronica, a punk hardcore a metal passando per le contaminazioni futuriste, dopo essersi resi conto di essere l'unica band Italiana famosa negli States, insieme ad Andrea Bocelli, come dei moderni Ulisse, i tre paladini sono pronti a tornare nella madre patria.
Un evento più unico che raro per il Sud Italia, che li ospiterà finalemente a distanza di quasi due anni alla Casa della Musica a Napoli, il prossimo 9 dicembre.
Non si potrà descrivere, bisognerà essere presenti per vivere l'esperienza LIVE che è pronto ad offrirci la electro band più importante degli ultimi anni.
Non ci resta che pregare. Abbiate pietà di noi Bloody Beetroots. Siamo anime pie che vogliono muovere il culo.