Intervista a YOMBE
Alfredo e Cyen ci raccontano qualcosa di loro, dalla condivisa passione per la musica a GOOOD
29 Novembre 2017
Il 24 novembre è uscito il loro nuovo album GOOOD, un mix di sound pop, soul ed elettronico, che cattura al suo interno la voglia di comunicare, dare libera espressione a quell'arte che li accomuna e che li ha fatti conoscere.
Scoprite con noi il duo italiano YOMBE, prossime stelle del nostro panorama musicale, che hanno realizzato in esclusiva per noi una breve playlist che racconta l'ispirazione dietro il loro ultimo album.
#1 Ciao Alfredo e Cyen, o forse dovremmo dire YOMBE. Chi siete e che cosa dovremmo sapere di voi?
Alfredo: Siamo entrambi di Napoli, e ci siamo conosciuti suonando in un'altra band per poi fidanzarci più o meno un anno dopo. YOMBE però nasce nel 2015 a Milano, dove abbiamo condiviso un appartamento con Lorenzo (Colapesce) in zona Lambrate e iniziato a buttare giù le prime idee.
#2 Siete considerati una rivelazione del panorama musicale italiano. Come ci si sente? Non aspettavate altro che questo momento oppure in programma c'era altro nella vostra vita?
Cyen: Beh, siamo contenti che sia questa la vostra percezione! Ad essere sinceri non ci sentiamo così “sotto i riflettori”, però siamo contenti del modo in cui stiamo lavorando al progetto. Crediamo che sia un bene raggiungere dei traguardi in modo graduale e non affrettato, così da poter lavorare prima di tutto su noi stessi e plasmare gli obbiettivi sulla nostra musica e non su altro. YOMBE è nato un po' per gioco, entrambi avevamo progetti diversi di vita che non coinvolgevano l'altro direttamente, eppure, dopo aver lanciato Vulkaan che è il nostro primo singolo, ci siamo subito resi conto che il progetto sarebbe potuto diventare qualcosa di davvero importante, e così è stato. Attualmente le nostre giornate sono completamente dedicate a questo e quasi a nient'altro.
#3 Il mese scorso avete annunciato l'uscita di GOOOD, il vostro primo vero album ufficiale, anticipato dal singolo Nothing new to me.
Che cos'ha di speciale secondo voi? Il sound pop contemporaneo, soul e dai tratti elettronici testimonia attualità, avanguardia ma al tempo stesso non rispecchia totalmente quella che è la musica che siamo abituati ad ascoltare nel nostro paese. Come mai?
Alfredo: GOOOD è un lavoro molto intimo e, anche se i testi non parlano esclusivamente della nostra relazione com'è stato per il primo EP, lo sentiamo ancora più nostro. Il titolo fa riferimento ad una sensazione che ci spaventa: quella di doversi dimostrare quotidianamente “BUONI” in qualcosa, affannando verso il traguardo per salire sul podio. Ma una volta saliti succede di dimenticare le cose importanti, di non riconoscerci più e di non ricordarsi le motivazioni che ci spingevano a correre. Questo spiega il legame con l'immaginario olimpico/sportivo. Da un punto di vista sonoro ha sicuramente dei punti di contatto con quello che sta accadendo nel mondo e nulla a che fare con il nostro paese. Da parte nostra ci sembra limitante riferirci ad un pubblico esclusivamente italiano e soprattutto proviamo a sfruttare almeno i lati positivi della globalizzazione, tra cui quello di poter comunicare con dei codici universali. In Italia si parla molto poco l'inglese e di base la gente ha bisogno di cantarle a squarciagola le canzoni, ha bisogno di nuovi inni e spesso di grandi slogan generazionali e di sicuro un testo in inglese ti arriva in ritardo quando il cervello deve prima tradurlo e decodificarlo.
Diciamo che questa “differita emozionale” non gioca a vantaggio di chi come noi non canta in italiano.
#4 Avrete modo di aprire alcuni concerti di Ghemon: cosa ne pensate della scena rap italiana? Mondo che non vi appartiene o con cui sentite affinità?
Cyen: Accompagneremo Ghemon in ben 4 date del suo Mezzanotte Tour, e questo ci rende molto felici dal momento che siamo suoi fan. A dire il vero non seguiamo tantissimo la scena rap italiana, per cui non abbiamo un pensiero definito e definitivo al riguardo. Di certo Ghemon è un progetto molto raffinato e con un sound davvero personale che ci riporta un po' alle atmosfere calde di Neffa e I Messaggeri Della Dopa, e inoltre crediamo che la sua musica nella fattispecie vada oltre il rap, e forse è anche per questo che ci piace tanto. Le melodie sono pop e distese, ed il suono è morbido e super internazionale. In comune con lui e forse altri abbiamo certamente la voglia di sperimentare ed offrire al pubblico un pop raffinato e a tratti meno immediato, pieno di autenticità e privo di sovrastrutture extra-musicali.
#5 Vi siete esibiti durante l'ultima Milano Music Week, appuntamento che vi ha dato modo di confrontarvi con altre realtà musicali della scena nazionale e internazionale. Com'è stata quest'esperienza? Cosa ha catturato particolarmente la vostra attenzione?
Alfredo: In generale è sempre una buona occasione quella di un festival che ospita artisti internazionali perchè c'è possibilità di relazionarsi, creare dei link e arricchirsi con la diversità e l'esperienza di artisti di spessore. Poi ci ha stupiti in positivo il fatto che in quei giorni passassero in città alcune tra le cose più interessanti del momento come Thundercat, SEVDALIZA, Moses Sumney per citarne qualcuno. Ci auguriamo che possa crescere l'attenzione e la curiosità verso quelle che sono le tendenze fuori da questo paese e che, nel rispetto della tradizione e della cultura che ci contraddistinguono, si buchi questa bolla che ci chiude in un mercato autoctono, autoreferenziale e retrogrado.
#6 Coppia sul palco e nella vita. Pro e contro?
Cyen: Pro: La comunicazione tra di noi è assai snella; avendo molta confidenza l'uno con l'altra non abbiamo paura di dirci cosa pensiamo del lavoro che uno di noi ha fatto su un pezzo. Questo ci rende molto veloci in fase di arrangiamento e di scrittura. Contro: È naturale che in una coppia c'è bisogno di avere i propri spazi. Beh, lavorare insieme tende un po' a farli restringere o, nel peggiore dei casi, a farli scomparire. Per fortuna entrambi siamo abbastanza bravi nel gestire questa cosa, ed il poco tempo che abbiamo libero lo dedichiamo ognuno alle proprie passioni che non siano quella in comune per la musica!