
Tutte le polemiche sul nuovo "Biancaneve" di Disney
Dall’annuncio del casting alla rielezione di Donald Trump, tutto ciò che ha dovuto affrontare il film prima di arrivare in sala
21 Marzo 2025
Il live-action di Biancaneve diretto da Marc Webb ha subito lo stesso trattamento di quei film che vengono odiati a priori senza un effettivo motivo. O, meglio, un motivo ci sarebbe anche, ovvero che le persone sono talmente convinte che la loro tradizione è intoccabile da dover intraprendere battaglie inutili in nome della salvaguardia del mondo della finzione, l’oggetto più malleabile che esista, mai fermo e uguale a se stesso, in continuo mutamento per sua medesima natura. Un simile comportamento è stato riservato nel 2016 alla versione femminile di Ghostbusters, perché sia mai che un gruppo di donne potesse anche solo pensare di fiancheggiare una saga tanto famosa del panorama cinematografico - però poi un film mediocre come Minaccia glaciale, parte del ritorno della serie di film uscito 2024, allora va bene. Il Ghostbusters diretto da Paul Feig ricevete la peggior ricezione mai avuta da un trailer su YouTube con 617.891 mila “Non mi piace”, cattiveria che Biancaneve si è risparmiata visto che ormai sul portale non è più possibile vedere i dislike. Ci sono i commenti, però, che non fanno del live-action uno dei titoli più attesi dell’anno, anzi, infieriscono su un film le cui controversie sono partite fin dai tempi della pre-produzione, appena il cast è stato annunciato. Un po’ come avvenuto, per rimanere in casa Disney, col live-action de La Sirenetta del 2023, sebbene le persone sembrano essersi poi redente e aver accettato che non era importante il colore della pelle della protagonista Halle Bailey, tanto contestato al principio perché l’attrice scelta per il ruolo non era bianca e dai capelli rossi come la Ariel del classico del 1989 (con una media di apprezzamento del 94% su Rotten Tomatoes proprio da parte del pubblico).
Stesso trattamento riservato alla collega Rachel Zegler, salita alla ribalta col remake di West Side Story del 2021 diretto da Steven Spielberg, attrice di origini polacche e colombiane, non certamente la copia carbone della Biancaneve del lungometraggio animato del 1937 e per questo vittima dei primi attacchi ricevuti fin dall’annuncio del suo coinvolgimento nel giugno del 2021. Da subito la notizia ha scatenato reazioni razziste da parte dei fan o meno della Disney e da fanatici di destra, decidendo di boicottare il film senza nemmeno averlo visto - o che fosse entrato nemmeno in produzione. Apriti cielo quando è stata annunciata anche Gal Gadot nel ruolo della regina cattiva. Potrebbe mai essere Zegler più bella di una partecipante nel 2004 a Miss Universo? Intanto le due star del film hanno assunto posizioni ben differenti riguardo il genocidio che si è consumato - e sta continuando - sulla striscia di Gaza, con Rachel Zegler che ha sempre espresso il suo appoggio al popolo della Palestina, mentre Gal Gadot è una fervente sostenitrice di Israele. L’attrice ha anche prestato servizio nell’IDF (Forze della difesa di Israele) per due anni e al momento del rilascio del teaser trailer di Biancaneve molti utenti hanno invitato a boicottare il film proprio per la sua presenza nel live-action. Pensiero non condiviso da Hollywood visto che le ha concesso la sua stella sulla Walk of Fame il 18 marzo 2025, cerimonia in cui sono però intervenuti manifestanti pro-Palestina per contestare il riconoscimento. Un posizionamento politico nettamente opposto che ha creato una certa tensione sul set di Biancaneve, stando ad alcuni insider, come anche un gap d’età che sembrerebbe non aver contribuito a creare un legame amicale tra le due attrici.
you people are boycotting snow white because you're mad rachel zegler advocates for a more modern take on the story. i am boycotting snow white because gal gadot is a zionist and supports genocide. we are not the same https://t.co/Rh1oJQZZ0C
— rhaenyra targaryen's lawyer (@Targ_Nation) March 17, 2025
Gli attacchi nei confronti di Rachel Zegler continuano nel 2022 quando durante gli incontri di Variety del format Actors on Actors l’attrice si dilunga a parlare del proprio casting. «Mai, nemmeno in un milione di anni, avrei immaginato che questa fosse una possibilità per me», ha dichiarato durante la conversazione con Andrew Garfield. «Normalmente non si vede una Biancaneve di origine latina, nonostante il film sia un grande successo nei Paesi di lingua spagnola. Blanca Nieves è un'icona enorme, sia che si parli del cartone animato della Disney, sia delle sue diverse iterazioni, della fiaba dei Grimm e di tutte le storie che ne derivano. Ma non si vedono persone che mi assomigliano o che mi rappresentano interpretare ruoli del genere. Quando è stato annunciato è stata una cosa enorme, la notizia è diventata di tendenza su Twitter per giorni perché le persone erano arrabbiate». I commenti fatti a Zegler non hanno perso smalto né aggressività nel corso degli anni, basta andare sotto un post qualsiasi che parla del film a tre anni di distanza per accorgersene. A rincarare la dose fu una successiva intervista all’interprete che, nel corso del D23 Expo 2022, si dilungò sulle differenze che il live-action avrebbe apportato rispetto all’originale, considerato datato. «Il cartone animato è uscito nel 1937 ed è evidente. L’attenzione maggiore è data alla storia d’amore con un ragazzo che perseguita letteralmente Biancaneve. È strano! Stavolta sarà diverso. […] Il viaggio che la protagonista intraprende è interiore, deve incontrare il suo vero io e, lungo la strada, troverà persone davvero incredibili». Una riflessione, dunque, che si riferiva ai tempi odierni e ragionava su come adattare una storia alla realtà di oggi, come si fa di solito con qualsiasi racconto. L’effetto ricevuto, però, è stato di totale indignazione, più o meno lo stesso di quando uscì fuori la notizia che il bacio del principe poteva essere considerato inopportuno visto che si trattava di una ragazza addormentata che viene baciata senza aver dato il proprio consenso - anche lì, informazione estrapolata da un discorso più ampio e strumentalizzata a tavolino per infuocare le masse.
Mentre il tempo passa, lo scontento per il live-action cresce, come i consensi di un’estrema destra che porterà alla rielezione di Donald Trump, Rachel Zegler pubblica nel luglio del 2023 un tweet in cui riapre la questione sul suo casting affrontando direttamente gli attacchi ricevuti. Arriviamo al 2024 e al ritorno di Trump alla Casa Bianca. Dopo i risultati delle elezioni Rachel Zegler ha condiviso su Instagram una storia in cui esprime la propria frustrazione per i risultati, schierandosi al fianco delle comunità emarginate che più saranno soggette alle politiche discriminatorie del nuovo presidente degli Stati Uniti. Concludendo il tutto con una frase sulla mancanza di conoscenza della pace da parte di Donald Trump e dei suoi sostenitori. Una dichiarazione che, sebbene prenda una posizione in maniera però per nulla aggressiva o violenta o tanto meno offensiva, ha portato la destra a insorgere nuovamente con tanto di invettiva da parte di personalità di spicco, come la giornalista e conduttrice Megyn Kelly che ha incitato la gente ad attaccare ex novo l’attrice. La quale, a propria volta, si è dovuta addirittura scusare, affermando di essersi lasciata trascinare dall’emozione.
Le polemiche non hanno mancato di espandersi a macchia d’olio, fino ad arrivare anche ai sette nani esclusi dal titolo del live-action Disney. Il primo a mostrarsi reticente nei conforti del progetto è stato il Peter Dinklage de Il trono di spade, affetto da nanismo, che durante l’apparizione al podcast WTF di Marc Maron ha criticato la rappresentazione dei nani nella storia, trovando sgradevole l’idea di riproporre il cartone animato in versione live-action sullo schermo. Una reazione che ha portato la Disney a rispondere alle parole dell’attore niente meno che tramite un comunicato pubblicato su The Hollywood Reporter: «Per evitare gli stereotipi del film originale stiamo adottando un approccio diverso con questi sette personaggi e ci siamo consultati con i membri della comunità del nanismo. Non vediamo l’ora di condividere di più quando il film entrerà in produzione dopo un lungo periodo di sviluppo». Le reazioni alla vista della prima immagine dei sette nani non hanno contribuito a placare le acque: direttamente dal set, la foto sembrava intendere che ci fosse un unico attore affetto da nanismo, con gli altri sei inoltre di sesso e razza diversi dai classici del cartone Disney, generando ulteriori dibattiti. La Disney ha cercato di negare la veridicità della foto, finendo per confermare che si trattava di uno scatto dal set, ma che ritraeva solamente delle controfigure, non trattandosi quindi di foto ufficiali. I sette nani proposti dal nuovo Biancaneve, dunque, saranno poi in CGI.
I’ve never in my life seen anything like this….
— Wallin Ballin (@wallin_ballin) March 17, 2025
Snow White opening Saturday, IMAX, prime time for families, in one of the busiest movie theaters in the entire DC metro area….
I go to this theater all the time, I have literally never seen anything like this. pic.twitter.com/diwNXmvNoA
Anche la produzione del film ha subito alcuni contraccolpi, basti pensare agli scioperi degli sceneggiatori e degli attori che hanno immobilizzato l’industria dello spettacolo statunitense nel 2023 e hanno fatto slittare l’uscita del film da marzo 2024 al 2025. Con tanto di première che, a propria volta, ha fatto storcere il naso a più di una persona, anche del cast del film. Per preservare il titolo, in arrivo nel periodo meno florido per la tolleranza in America (o nel mondo), la Disney ha deciso di organizzare un’anteprima limitata a Los Angeles il 15 marzo, non invitando i giornalisti e riservando l’evento a fotografi e intervistatori. Martin Klebba, attore affetto da nanismo che presta la propria voce a Brontolo, non ha potuto che rivelare il proprio disappunto sul ridimensionamento apportato per la première, dichiarando al New York Post: «Non sono deluso dalla Disney, sono deluso dal mondo». Dopo che la sua affermazione è stata ripresa da più testate e entrata al centro del dibattito, l’attore ha specificato a The Hollywood Reporter che la riduzione è stata apportata per delle possibili ripercussioni di diverse persone nella società e per le controversie dovute a Rachel Zegler, sebbene abbia concluso dicendo che non gli era stata però data alcuna ragione diretta del cambio di passo della Disney.
Rachel Zegler stuns as she meets fans dressed as Snow White:
— Pop Base (@PopBase) March 16, 2025
“it’s for them. ” pic.twitter.com/6MKp3on7zB
Una fonte a conoscenza della situazione, invece, ha rivelato a People che non c’è stata alcuna modifica nel piano di presentazione dell’opera, con un evento pomeridiano previsto per le famiglie fin dall’inizio, come Disney aveva inoltre già fatto altre volte per alcuni suoi film - del tutto condivisibile e credibile come programma, ma visti i quasi cinque anni di diatribe sul titolo e il clima che si respira in America credere che sia stata una scelta ben ragionata non è poi così assurdo. Ora non resta altro che aspettare i risultati al box-office di Biancaneve del regista Marc Webb che, secondo alcune previsioni, non sono poi così disastrose come si sarebbe potuto credere. Dopo alcune recensioni già positive arrivate in seguito alle anteprime, per la sua apertura il live-action potrebbe raggiungere circa i 45-50 milioni di dollari, ai quali andrebbero ad aggiungersi i probabili 55 milioni di dollari provenienti dai mercati esteri, potendo arrivare poi complessivamente almeno a 100 milioni di dollari nel primo weekend. Un risultato che potrebbe far tirare un sospiro di sollievo alla Disney dopo anni di mele avvelenate disseminate sul suo cammino, con un budget speso di 270 milioni di dollari e la possibilità di non dover dichiarare almeno il flop al botteghino.