
L'AI rende i lavoratori più felici?
Per molte aziende è un modo per rendere più sani gli ambienti di lavoro
19 Marzo 2025
Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale si è ritagliata un ruolo sempre più importante all’interno del mondo del lavoro. Se inizialmente era vista principalmente come uno strumento per aumentare la produttività, oggi molte aziende stanno facendo ricorso all’AI per favorire il benessere dei dipendenti. Grandi aziende come la statunitense Walmart, ad esempio, stanno implementando tool basati sull’intelligenza artificiale per assistere i lavoratori in diverse attività quotidiane. Walmart è una delle principali catene di distribuzione al mondo, con migliaia di punti vendita e milioni di dipendenti: l’azienda utilizza sempre più spesso l’AI per migliorare l’esperienza lavorativa dei suoi collaboratori, ottimizzando tra le altre cose i processi interni. «Che si tratti di rendere più semplici certi task o di aiutare i dipendenti dei negozi a trovare rapidamente le informazioni di cui hanno bisogno, l’AI ci sta permettendo di fare ciò che conta davvero: servire i clienti, sviluppare nuove competenze e rendere il nostro lavoro più appagante». A dirlo è un dirigente di Walmart, David Glick, che parlando con Business Of Fashion ha anche sottolineato quanto l’AI si sia dimostrata un prezioso alleato nel migliorare il work-life balance all’interno dell’azienda, grazie a una gestione ottimizzata dei turni e alla riduzione degli straordinari non programmati.
Secondo gli esperti, ci sono sempre più evidenze che l’AI – se ben utilizzata – possa migliorare la soddisfazione sul luogo di lavoro, specialmente quando aiuta i dipendenti a risparmiare tempo investendo meno risorse, ad acquisire nuove competenze o a fare scelte più mirate. Anche nel settore del lusso si riscontrano benefici, soprattutto nel miglioramento del servizio clienti, scrive Business Of Fashion, mentre diverse aziende tecnologiche hanno dichiarato che l’AI ha reso più agevole la gestione delle risorse umane. Quando utilizzata per potenziare l’esperienza lavorativa dei dipendenti – piuttosto che per sostituirli o monitorarli – l’intelligenza artificiale può portare a numerosi benefici, creando un ambiente di lavoro più soddisfacente e produttivo. Secondo lo stesso Glick è proprio questo tipo di approccio a fare la differenza. Tra le altre cose, infatti, l’adozione dell’intelligenza artificiale in determinati processi aziendali spesso consente di garantire maggiore autonomia ai dipendenti, aumentando il senso di controllo sul proprio lavoro. Eliminando compiti ripetitivi e fornendo assistenza in tempo reale, l’AI può permettere ai lavoratori di concentrarsi su attività più soddisfacenti – aumentando la produttività ed esternalizzando le task noiose. Per esempio in campo giornalistico vanno forte i software di trascrizione automatica dei file audio, perché permettono di risparmiare tempo a chi deve “sbobinare” le interviste registrate; agli sviluppatori di siti web, invece, gli strumenti di AI sono molto utili per segnalare eventuali errori nel codice.
L’AI non sostituirà i lavoratori
Google AI Studio is insaaaaneee!!
— A (@am1traw) March 16, 2025
> Used an image of a model wearing the purple blazer outfit off Pinterest
> Selected an image of a woollen brown jacket again off Pinterest
> Prompted : "make the model wear this jacket"
> Result: Got a new image with the jacket on, and a… pic.twitter.com/Hf3oLikwJT
Per ottenere reali benefici, le aziende dovrebbero mantenere un approccio più consapevole verso i sistemi di intelligenza artificiale. Ad esempio, è importante spiegare chiaramente ai dipendenti i vantaggi dell’integrazione dell’AI nei processi lavorativi, per evitare timori legati alla sostituzione del personale. In questo senso, investire nella formazione è essenziale: programmi pensati ad hoc possono aiutare i lavoratori a familiarizzare con l’AI e a usarla in maniera più consapevole. L’implementazione dei sistemi di intelligenza artificiale deve inoltre essere accompagnata da un monitoraggio dei risultati, per valutare l’impatto sul benessere e la produttività dei lavoratori, apportando eventuali modifiche o migliorie. Un esempio di ottimizzazione dei processi aziendali all’interno del settore-fashion è quello di Saint Laurent, che sotto la guida di Francesca Bellettini – ex Ceo della società – aveva raddoppiato le vendite in cinque anni anche grazie all’adozione di tecnologie basate sull’intelligenza artificiale, applicate a diversi processi aziendali. Questo non significa che il sempre più massiccio uso dell’AI finirà per sostituire lavoratori qualificati anche in settori che finora non erano stati toccati dall’automazione. Come ha sottolineato Time Magazine, riprendendo un sondaggio dello scorso anno sull’impatto dell’AI, la maggioranza dei ricercatori del settore non ritiene che nel medio termine i sistemi di intelligenza artificiale saranno capaci di svolgere qualsiasi lavoro meglio degli umani. E anche lo scrittore statunitense David Brooks ha detto al New York Times di credere «che l’AI sia un’alleata e non un’antagonista: un diverso tipo di intelligenza, più potente di noi in alcuni modi, ma più ristretta».