
"Sconfort Zone" è un terreno inesplorato per Maccio Capatonda
La serie di Prime Video sorprende le aspettative
20 Marzo 2025
Sconfort Zone, la nuova serie di Maccio Capatonda su Prime Video dal 20 marzo, vi metterà a disagio, perché è il comico stesso ad esserlo. Marcello Macchia, nome di nascita dell’attore e autore di Chieti, è in fase di blocco creativo mentre deve consegnare un progetto a un importante produttore, decidendo di uscire fuori dagli schemi pur di portare a termine il proprio lavoro. Lo show è diverso rispetto a ciò che fino ad oggi Maccio ha offerto ai suoi fan e appassionati perché uccide metaforicamente i personaggi che lo hanno reso famoso, proprio come aveva mostrato nel trailer promozionale con la sua solita acuta ironia. Nella serie il protagonista-showrunner accetta di seguire i consigli anti-convenzionali di un noto terapeuta, nella finzione interpretato da Giorgio Montanini. Maccio, per ritrovare l’ispirazione, deve fare tutto ciò a cui non era per nulla abituato, anzi, che gli mette persino paura. Dall’idea della morte al fallimento, dalla delusione professionale a quella sentimentale, lo psicologo invita il personaggio/persona reale a uscire dalla sua esistenza placida e ovattata così da ritrovare, per l’appunto, il disagio. Unico e autentico carburante per il sostentamento artistico del comico, che farà di tutto pur di ritrovarlo.
Assuefatto dal bisogno di riempire la pagina bianca, il protagonista accompagna lo spettatore in una visione che pone addirittura un doppio livello narrativo, che supera il semplice concetto di meta-televisivo diventando un racconto che si scrive man mano che lo si vede passare sullo schermo. Un viaggio in se stessi che, spesso, può equivalere ad uno sprofondamento negli inferi, gli stessi che Capatonda dovrà accettare di affrontare durante le prove affidategli dal bizzarro dottore, mentre una sottotrama mette in allerta il pubblico. Nulla è come sembra, e Maccio trasporta il pubblico in una dimensione scomoda e inusuale a cui gli spettatori e fan del comico non erano abituati. Eppure c’è qualcosa di altrettanto familiare nello show, soprattutto quando il personaggio apre la propria interiorità mettendosi a nudo proprio di fronte al suo pubblico, forse incuriosito e sospettoso di fronte a un oggetto così ibrido e imperfetto. È incredibilmente vicino alla comicità arguta e surreale del personaggio pubblico, che stavolta sfrutta il suo privato per raccontare di sé e della propria arte.
Sconfort Zone è un progetto da non sottovalutare. L’humor classico di Maccio Capatonda si unisce a una scrittura che, bloccata per il personaggio sullo schermo, è più fervida che mai mentre si amplia puntata dopo puntata nel corso dei sei appuntamenti. Ha elementi ricorsivi che stendono un racconto lineare, ed è questa continuità - così come la costante ripresa di indizi seminati nel corso degli episodi - che rende lo show intrigante al pari dalla sua verve comica. La struttura narrativa di Sconfort Zone è la parte più valida e solida di un prodotto dalla penna innovativa e insieme vicina a correnti cinematografiche quasi fantasmagoriche, degne dei cult. Non è un caso che il film preferito di Maccio/Marcello sia Ritorno al futuro, di cui conosce tutte le battute a memoria tanto che in passato lo ha ri-doppiato prestando la voce a tutti i personaggi. Ritorno al Futuro compare anche quando, in una scena, entriamo nella camera da piccolo del giovane protagonista e appaiono dieci videocassette del film di Robert Zemeckis – questo perché non avevano i diritti per il poster. Stralunata, incomprensibile, eppure alla fine chiarissima: una seduta di auto-analisi nonsense e terapeutica. Sconfort Zone è la serie che vi metterà a disagio. Perchè il disagio, a volte, va semplicemente abbracciato.