A Guide to All Creative Directors

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Come cambierà Los Angeles dopo gli incendi?

Ma soprattutto la città riuscirà a risollevarsi?

Come cambierà Los Angeles dopo gli incendi? Ma soprattutto la città riuscirà a risollevarsi?

L’amministrazione di Los Angeles ha iniziato a fare i conti con le conseguenze degli incendi che a gennaio 2025 hanno colpito la città. La fase di ricostruzione sarà lunga, onerosa e tutt’altro che semplice: le fiamme hanno devastato complessivamente oltre 150 chilometri quadrati di territorio, bruciando più di 5mila abitazioni insieme a numerose infrastrutture. Le fiamme, poi, hanno colpito e danneggiato moltissimi edifici pubblici, tra cui ospedali e infrastrutture energetiche. «Tutta Los Angeles, a prescindere dalle classi sociali, è unita in una sensazione di perdita profonda e traumatica. Sono bruciate scuole, istituzioni culturali, attività commerciali che fanno sentire a casa la gente», si legge in un articolo dell’Atlantic. Si stima che i danni complessivi ammontino a circa 40 miliardi di dollari. I costi della ricostruzione, secondo quanto dichiarato da Joe Biden, sarebbero stati coperti interamente dalla Casa Bianca, ma non è detto che Trump confermerà quanto promesso dall’ex presidente statunitense – soprattutto considerando che la California è storicamente uno stato a maggioranza Democratica.

Probabilmente serviranno molti anni per far sì che Los Angeles torni come prima. Solamente la rimozione delle enormi quantità di macerie potrebbe richiedere almeno dodici mesi. Una volta messe in sicurezza le aree colpite, si potrà iniziare a pianificare nel dettaglio la fase di ricostruzione. Le autorità della California hanno già adottato misure per accelerare le numerose procedure burocratiche, che avrebbero potuto contribuire ad allungare ulteriormente i lavori. Un altro aspetto da considerare riguarda le modalità di erogazione dei rimborsi: le compagnie assicurative potrebbero gestire con difficoltà l'elevato numero di richieste, con ricadute notevoli sulle tempistiche di ricostruzione. Non è da escludere, inoltre, il probabile sovraccarico di lavoro delle imprese edili locali, per via della mole di interventi necessari. Lo stesso vale per la fornitura dei materiali, molti dei quali peraltro sono importati dalla Cina e dal Canada: i dazi imposti da Trump potrebbero rendere più difficoltoso il loro approvvigionamento, facendo lievitare i prezzi.

Molti esperti di architettura e urbanistica sostengono che questa sia l’occasione per ripensare interi quartieri di Los Angeles. Ad esempio, è stato suggerito di spostare i complessi plurifamiliari nei distretti più lontani dalle aree boschive – dunque potenzialmente più sicuri dal rischio di incendi. Altre zone, invece, dovrebbero essere lasciate del tutto o quasi senza edifici, in modo che possano fungere da barriere naturali contro l’eventuale propagazione delle fiamme. Si tratta però di un piano molto complesso da attuare, sia dal punto di vista finanziario che normativo, anche perché andrebbero previsti degli espropri. Per questo, non si esclude che i quartieri colpiti verranno ricostruiti pressoché uguali a com’erano in precedenza, rendendo però le abitazioni più resistenti agli incendi – grazie a una serie di accortezze, oltre che all’impiego di materiali ignifughi. Ma le ipotesi sulle modalità di ricostruzione non riguardano solo le case o i distretti della città: ad esempio, le tipiche palme di Los Angeles, così come i ginepri e gli eucalipti (anch’essi molto diffusi), essendo particolarmente infiammabili dovrebbero essere sostituiti con specie più resistenti al fuoco.

Inoltre, gli incendi hanno finito per aggravare la crisi immobiliare in cui versava da tempo la città. L’emergenza abitativa è un problema molto sentito a Los Angeles, e i recenti eventi non hanno fatto altro che aumentare la domanda di immobili per via delle numerose famiglie sfollate, provocando un aumento dei costi degli affitti. «Gli abitanti [...] sanno che i risarcimenti copriranno una minima parte del valore delle case e dei costi di ricostruzione», scrive l’Atlantic. «Gli insegnanti potranno ancora permettersi di vivere lì? E i pompieri? Dove andranno tutte queste persone, in una regione che è già afflitta dalla scarsità di alloggi a buon mercato? [...] Il costo della vita a Los Angeles era già proibitivo prima del disastro. Quante famiglie saranno in grado non solo di tirare avanti ma anche di ricostruire la loro vita?».