A Guide to All Creative Directors

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"The White Lotus 3" lascia cadere tutte le maschere

Per il creatore Mike White è la stagione più «lunga e folle»

The White Lotus 3 lascia cadere tutte le maschere  Per il creatore Mike White è la stagione più «lunga e folle»

Sebbene ogni stagione di The White Lotus sia una monade, la terza - in arrivo in Italia dal 17 febbraio su Sky e NOW - ingloba più del previsto ciò che fino a questo momento ci aveva presentato il suo creatore Mike White. Anche nella seconda venivano richiamati personaggi e suggestioni della serie comparsa nel catalogo della HBO nel 2021, ma stavolta il fil rouge tra gli improbabili e problematici ospiti del resort di lusso si fa più spesso ed evidente. Esattamente come un leitmotiv tematico che riprende dalla prima stagione della serie, percorso anche nella successiva del 2022 e che diviene predominante col ritorno tre anni dopo dello show in Thailandia. È l’idea degli uomini e delle donne, con i loro istinti, intrinsecamente legati al proprio animo primordiale. Una natura da cui è impossibile districarsi, che salta costantemente quando cerchiamo di muoverci nella giungla quotidiana ma che diventa ancor più preponderante e urgente quando ci si trova in situazioni di pericolo. Che sia una sparatoria, come quella che apre la terza stagione della serie, o la paura che stiamo per far cadere definitivamente la nostra maschera - che è praticamente ciò che accade quando andiamo in vacanza.  

Il collegamento alla parte primigenia e nativa di noi assume una forma concreta in The White Lotus 3, dove le scimmie di cui parlava il Mark Mossbacher di Steve Zahn nella prima stagione sono ciò che ci accoglie fin dal principio nell’alloggio nei territori del sud-est asiatico. Animali ricorrenti quindi non più solo come metafora, ma presenza fisica che fa da eco al concetto di origine stessa: l’essere umano non è che una derivazione da un primate che si è trasformato poi nell’individuo moderno. Il quale, però, continua a riservare nascosto in sé un fuoco selvaggio incatenato alla sua forza generatrice più arcaica, a cui attinge quando agli agi e alle comodità della vita contemporanea subentra il bisogno di sopravvivenza, che è ciò che ci livella tutti – come del resto fa la morte - e ci rende nudi e crudi di fronte alle avversità dell’esistenza. 

Ricordando le parole del personaggio di Zahn della prima stagione, The White Lotus 3 non ha paura (cosa che non ha mai provato) di avventurarsi ancora di più nelle bassezze e nel marcio dietro al luccichio della catena di alberghi. Luoghi che sono concentrati di odio e falsità, una vera e propria bomba a orologeria pronta a scoppiare stavolta declinata per un’esperienza di riposo, cura e wellness a cui gli ospiti si sottopongono solo per scoprire che di sano, in loro, c’è davvero poco. Saranno poi l’atmosfera, i colori eccessivamente gialli e incredibilmente caldi della Thailandia - sostituiti dalla calma delle Hawaii e dal sole della Sicilia delle precedenti stagioni - o forse sarà che il creatore stesso l’ha definitiva la parabola più «lunga e folle» finora concepita della serie, ma c’è un senso di pericolo costante che nelle precedenti mancava. O almeno era più sfumato. 

Una decisione presa per la versione “extralarge” della visione di Mike White che, proprio per l’involuzione dei personaggi a uno stato brado - la Thailandia è anche terra popolata da scimmie, non a caso - vedrà il nuovo The White Lotus confrontarsi con un senso di morte molto più pronunciato, che sembrerebbe intaccare tanto le persone quanto la religiosità tirata in ballo e il concetto stesso di cultura occidentale che il White aveva già cominciato a sgretolare stagione dopo stagione. Sebbene il senso di ridondanza possa risultare ingombrante, quando si accetta di partecipare alla vacanza di The White Lotus siamo consapevoli del meccanismo narrativo della serie, che non varia ma si evolve proprio mentre i suoi personaggi involvono mossi da spinte ataviche. Come al solito, al centro della narrazione torna una famiglia disfunzionale (con un sorprendentemente bravo e insopportabile Patrick Schwarzenegger), c’è una coppia bizzarra (che piacere ritrovare la Aimee Lou Wood di Sex Education), un trio di amiche che si spettegolano alle spalle (Michelle Monaghan,Leslie Bibb Carrie Coon, meravigliose) e un’equipe che deve sottostare ai loro capricci. Varianti del biglietto che si fa quando si decide di salire a bordo del traghetto che condurrà da The White Lotus - sì, anche stavolta si arriva in barca. Un viaggio fatto di sfarzo, di tuffi e di meschinità da cui non si tornerà a casa migliori di quando si è arrivati.