
Un "finto ministro" ha provato a truffare Giorgio Armani con un deepfake
Tutto quello che serve sapere sulla truffa del "finto ministro" che si fingeva Crosetto
10 Febbraio 2025
Sembra che un'ingegnosa truffa abbia preso di mira l’élite imprenditoriale italiana, coinvolgendo inavvertitamente anche il Ministro della Difesa Guido Crosetto. Nelle ultime settimane, infatti, alcuni noti capitani d’industria – tra cui Giorgio Armani, Patrizio Bertelli e Diego Della Valle – si sono visti contattare da sedicenti collaboratori del Ministro, che chiedevano grosse somme di denaro per presunti riscatti a favore di giornalisti prigionieri in zone di conflitto in Medio Oriente, sulla scia delle vicende riguardanti la giornalista Cecilia Sala a inizio gennaio. Stando alle prime ricostruzioni, i criminali avrebbero clonato numeri telefonici con prefisso romano e i contatti dello staff del Ministro, usando l'intelligenza artificiale per simulare la voce di Crosetto e il suo entourage. L’obiettivo dei truffatori era convincere gli imprenditori a bonificare denaro verso conti correnti esteri – pare in particolare su Hong Kong – con la promessa che la Banca d’Italia avrebbe poi rimborsato l’importo a tempo debito. Il primo a rivelare di essere caduto nella trappola è stato Massimo Moratti, ex presidente dell’Inter, che a Il Sole 24 Ore ha ammesso come tutto sembrasse autentico e che sarebbe potuto succedere a chiunque. Secondo quanto riportato da WWD, tra i potenziali bersagli della frode si contano le famiglie Del Vecchio (EssilorLuxottica), Beretta, Caltagirone, Aleotti (Menarini), oltre a Marco Tronchetti Provera (Pirelli), alcuni dei quali hanno già sporto denuncia alla Procura di Milano. Il Ministro Crosetto stesso, con un messaggio sul suo profilo X, ha invitato alla prudenza, segnalando ufficialmente l'inchiesta.
Uso questo mezzo per dare pubblicità ad una grave truffa in corso.
— Guido Crosetto (@GuidoCrosetto) February 6, 2025
Un’assurda vicenda che inizia martedì con la chiamata di un amico, grande imprenditore, che mi chiede perché la mia Segreteria avesse chiamato la sua per avere il suo cellulare. Gli dico che era assurdo, avendolo…
Le indagini hanno rivelato ulteriori dettagli grazie alla prontezza di diverse segreterie aziendali, secondo quanto riportato da Today.it. Nel caso di Menarini, un presunto assistente del Ministro ha contattato la presidenza riferendosi a “questioni di sicurezza nazionale” e prospettando «la riconoscenza della Repubblica» in cambio di un aiuto immediato. Tuttavia, il fatto che Luisa Aleotti – vicepresidente di Confindustria – potesse facilmente contattare Crosetto direttamente ha insospettito i collaboratori, che hanno avvisato i fratelli Aleotti, così da far partire la prima denuncia depositata a Firenze. Situazione simile per lo stilista Giorgio Armani: la sua segreteria ha chiesto una richiesta formale scritta dal Ministero, mai pervenuta, bloccando così sul nascere il tentativo di raggiro. Ancor più semplice è stato per la famiglia Gussalli Beretta identificare l’inganno, dato che il presidente della holding, Pietro, conosce personalmente il Ministro, avendolo incontrato in precedenza durante l’incarico di Crosetto alla guida di Aiad (la Federazione delle aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza). Le indagini stanno ora ripercorrendo le transazioni di denaro già effettuate, che sembrano muoversi tra più Paesi prima di approdare in paradisi fiscali, alimentando ipotesi su un vasto traffico internazionale. Le ultime invece confermano che anche il Ministro sembra pronto a sporgere denuncia.