
Il fascino nostalgico dei mattoni di vetro
Designer e architetti li hanno riscoperti e fatti tornare di moda
02 Febbraio 2025
I mattoni in vetro stanno tornando alla ribalta grazie a una nuova generazione di designer che li stanno riscoprendo. Il seguito e la popolarità di account come @sexyglassblock, curato dall’architetta statunitense Abby Happel, rappresentano bene quanto il vetrocemento sia considerato di nuovo cool. Parlando con il Financial Times, Happel ha detto che molte persone lo associano ancora «alla casa della loro nonna», e ha aggiunto: «Beh, forse vostra nonna aveva più gusto di voi». Ma è proprio questo legame con il Novecento e l’architettura del passato che sta favorendo il ritorno dei mattoni in vetro, sempre più amati e utilizzati nei progetti di interior design. Brevettato nel 1886 dell’architetto svizzero Gustave Falconnier, il vetrocemento venne inizialmente utilizzato per filtrare la luce naturale all’interno delle fabbriche. Negli anni Venti, poi, diventò un elemento distintivo dell’architettura residenziale, a tal punto che in alcuni casi venne utilizzato per intere facciate. L’esempio più celebre è la Maison de Verre, edificio parigino progettato intorno al 1932 dall’architetto francese Pierre Chareau, e diventato nel tempo un'icona dello stile modernista. Il nome è un riferimento ai blocchi di vetro traslucidi presenti nella parete esterna della struttura, che permettono alla luce naturale di filtrare all’interno dell’abitazione senza compromettere la privacy.
In passato, la scelta di utilizzare il vetrocemento non era solo di natura estetica, ma anche funzionale: questi mattoni, infatti, favoriscono la diffusione di una luce morbida e uniforme. Il vetrocemento tornò poi di moda negli anni Ottanta, diventando un simbolo dell’edonismo tipico di quel decennio. Oggi sono di nuovo in voga, apprezzati perché uniscono funzionalità ed estetica. Il loro costo, inoltre, è relativamente basso, e in un contesto dove le spese di costruzione sono sempre più alte sono diventati una soluzione molto ambita. I recenti passi avanti nel campo dell’edilizia li hanno poi resi ancor più efficienti dal punto di vista termico. Come osserva l’architetto Thomas Karsten, dello studio berlinese Karhard, il vetrocemento «è un materiale antico con un’impronta futuristica. Ancora oggi funziona bene come 100 anni fa».
Viviamo in un mondo troppo minimale?
Il ritorno in auge del vetrocemento si inserisce in un fenomeno più generale che riguarda l’ampia diffusione del design minimalista, tanto nelle città quanto nella progettazione di nuovi edifici ed interni. Ma come siamo arrivati a soluzioni architettoniche con sempre meno orpelli? Innanzitutto la produzione su larga scala di elementi semplici e funzionali, come i mattoni in vetro per l’appunto, risulta più efficiente e accessibile. Inoltre, il design minimalista viene spesso associato a una sorta di “modernità intramontabile”, capace di mantenere il suo fascino pressoché immutato nel tempo. Tuttavia, c’è chi – guardando al passato – critica il design minimalista per aver portato a una sorta di impoverimento dell'estetica dell’intera società.
i feel like we really lost the plot with minimalism. it doesn't need to be ugly greige and tearing up beautiful old houses to make things look sleek and lifeless. it's about consuming mindfully and preserving what we already have.
— Lexie (@fruitpilled) February 4, 2023
Questa visione sostiene che la ricerca spasmodica della semplificazione abbia favorito un’uniformità che, eliminando sempre più ornamenti, ha finito per togliere carattere a oggetti, edifici e spazi urbani. Gli esperti definiscono tale tendenza "minimalismo inconsapevole", sottolineando che il problema non risiede tanto nella scelta individuale di arredare una casa o una stanza in stile minimalista, ma nella deriva generale dell’Occidente verso una semplificazione estrema fine a sé stessa. Secondo questa prospettiva, il minimalismo avrebbe contribuito a privare il design di una certa ricchezza visiva, sacrificando dettagli e colori che conferivano vigore agli ambienti. Insomma, le linee essenziali che durante l'età del modernismo erano caratterizzate da una forte identità, oggi avrebbero perso originalità a causa della loro continua presenza. Inoltre, la diffusione sempre più massiccia di oggetti prodotti in serie, a discapito dell'artigianato, ha ulteriormente penalizzato l'attenzione per gli orpelli. Questo processo ha portato a una sorta di uniformità estetica: un fenomeno meno marcato in altri periodi storici, quando varietà e ricchezza decorativa erano parte integrante del linguaggio visivo.