Vedi tutti

L’editoria dell’AI è già qui

Le case editrici di Microsoft, TikTok e Amazon

L’editoria dell’AI è già qui  Le case editrici di Microsoft, TikTok e Amazon

Da quando l’intelligenza artificiale ha fatto il suo ingresso sul mercato, con strumenti come ChatGPT e simili inclusi, l’editoria ha provato un brivido lungo la schiena. Mentre è chiaro che l’utilizzo dell’AI in alcuni campi risulta essenziale per l’innovazione, è diventato subito evidente che avrebbe messo in crisi quello creativo, dalla letteratura al design. Come previsto da editor e scrittori, le casi editrici guidate dall’intelligenza artificiale sono già tra di noi: Microsoft e TikTok hanno lanciato rispettivamente 8080 Books e 8th Note Press, ed entrambe le aziende hanno investito ampiamente nell’AI. Microsoft, ad esempio, ha stretto un’alleanza particolare con OpenAI, e ha annunciato che con la casa editrice 8080 Books vuole «accelerare il processo di pubblicazione, accorciando lo scarto tra il manoscritto finale e l’uscita del libro sul mercato». Ovviamente, l’investimento del gigante tech nell’editoria potenziata dall’AI ha già suscitato polemiche. La presenza dell'intelligenza artificiale nelle vite delle persone sta cominciando a essere sempre più invadente: negli ultimi giorni, Meta ha annunciato che presto inserirà utenti gestiti dall'AI su Facebook e Instagram. Come sottolineano in molti negli stessi spazi online che presto verranno presi d'assalto da account computerizzati, di questo passo i social rischiano di diventare sempre meno social, così come le case editrici rischiano di diventare sempre meno creative. 

@biancathebibliophile Hopefully this can protect authors. AI is amazing and scary at the same time. #booktok #authortok #books #reading #bookishthoughts #ai #fyp son original - FYP

Fino ad adesso, parte delle critiche rivolte all’AI da giornalisti ed editor erano rivolte all’utilizzo di materiale creato da umani per l’automatizzazione di strumenti come ChatGPT senza la messa in discussione del copyright - le piattaforme sono state “allenate” attraverso contenuti già presenti online senza che gli autori venissero consultati. Libri, articoli e documenti che sono nati negli ultimi anni sono stati dati “in pasto” all’AI per fornire aggiornamenti e informazioni necessarie per il funzionamento, e adesso case editrici come 8080 Books di Microsoft si preparano a creare nuove produzioni con l’aiuto dell’intelligenza artificiale. Di questo passo, il materiale già presente realizzato da giornalisti e creativi verrà ri-masticato e ri-impacchettato senza che loro possano dire nulla a riguardo o, peggio ancora, senza che loro se ne accorgano. Come riporta il Post, la casa editrice e start-up Spines ha ottenuto un investimento di ben 16 miliardi per cominciare a ottimizzare la produzione di libri tramite l’AI e arrivare a pubblicare 8mila libri nel corso del 2025. 

Anche Amazon è già salito sul treno delle pubblicazioni AI, partendo dalle guide turistiche. Sulla piattaforma del sito di rivendita più famoso al mondo è sbucata una quantità insistente di raccolte di viaggio chiaramente inventate da un computer - si capisce solitamente dal titolo lunghissimo della guida, creato in stile SEO per apparire più facilmente in cima alle ricerche - spesso accompagnate da altrettante recensioni finte, realizzate da bot nuovamente con l’AI. Se però la creazione di libri, studi e articoli con l’aiuto dell’AI viene criticata in tutto il mondo dai professionisti di settore (come nel caso della comica americana Sarah Silverman, che ha aperto una causa contro OpenAI e Meta per violazione di copyright), esistono casi in cui l’ausilio di ChatGPT e simili viene comodo all'editoria, dal controllo delle traduzioni alla redazione dei testi prima che vadano in stampa. A questo punto, non ci resta da chiederci quando, in un futuro prossimo, entrando in libreria ci ritroveremo di fronte allo scaffale “AI”, magari vicino a quello “libri d’autore”. E, in quel momento, starà a noi e ai nostri soldi votare per quale causa fare il tifo.