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L’arredamento di lusso italiano va fortissimo in Cina

Tanto che in questo mese anche il Salone del Mobile ha fatto un “tour” nel paese

L’arredamento di lusso italiano va fortissimo in Cina Tanto che in questo mese anche il Salone del Mobile ha fatto un “tour” nel paese

Da qualche mese a questa parte, praticamente ogni insider del mondo della moda e del lusso guarda un po’ ansiosamente alla Cina aspettandosi che qualche cambiamento nell’economia o nei pattern di spesa dei molti consumatori ad alto reddito cinesi. In effetti se si considera che i clienti cinesi abbiano rallentato la spesa nella moda e che l’intero paese abbia smesso di essere quel motore dei consumi che era un tempo, i brand di arredamento di lusso italiani stanno puntando molto su un paese dove magari non si spende e spande più come una volta su vestiti e accessori ma dove le case si arredano con budget molto alti. Aiuta ovviamente che molti brand di moda possiedano già i propri rami che si estendono nel campo del design: Versace Home, ad esempio, sotto la guida di Luxury Living Group il cui portfolio include anche Dolce & Gabbana Casa, Bentley Home e Bugatti Home, possiede dieci sedi in città importanti come Shanghai, Hangzhou, Zhengzhou e Xi’an, e non solo prevede di consolidare la sua presenza in città di primo livello come Pechino, Chengdu e Shenzhen ma anche di aprire in location secondarie ma che consentono un accesso a una clientela enorme. Parlando con WWD, Andrea Gentilini, CEO di Luxury Living, ha spiegato che il mercato dei mobili di lusso cinese è strettamente legato alla performance del settore immobiliare di lusso di ciascuna città e che, sebbene il 2024 sia stato un anno difficile, le aperture strategiche sono fondamentali per stimolare una ripresa prevista per il 2025. Ma questo potevamo attendercelo – più sorprendente è stato il “tour” della Cina che questo mese ha fatto il Salone del Mobile di Milano, in seguito alla sua esposizione di New York a settembre. 

Con la sua esplosiva crescita, il Salone del Mobile è riuscito in parte a colmare il divario tra i produttori di mobili di lusso italiani e il mercato cinese. I numeri dell’edizione dello scorso aprile, riportati sempre da WWD, parlano di oltre 370.000 visitatori a Fiera Milano, larghissima parte dei quali provenivano proprio dalla Cina. Certo, una cosa è l’interesse e l’altra le vendite: a dispetto del numero di visitatori cinesi, infatti, le esportazioni italiane di mobili verso il paese hanno registrato un calo del 17% nel 2023, per un valore di 479 milioni di euro, che comunque risulta essere normale quando si considera che le esportazioni italiane in Cina sono complessivamente scese del 7,6% nell’agosto 2023. Proprio per questo il Salone del Mobile è andato in Cina, per così dire, provando ad attizzare un fuoco che potrebbe presto iniziare ad ardere. Una delle iniziative principali, la mostra  The Orbit’s Orbit ha presentato più di 65 pezzi di design provenienti da 36 brand italiani di punta. Tenutasi in un edificio iconico progettato dallo studio Heatherwick, la mostra mirava a rappresentare una “casa immaginaria” integrando performance culturali, come l’architettura umana coreografata da danzatori locali. Nel frattempo, lo scorso giugno, c’è stata l’inaugurazione del nuovo flagship di Molteni&C a Shanghai: un negozio grande come una cattedrale da 3500 metri quadri in un edificio brutalista che è il più grande al mondo per l’azienda che collabora con Domus Tiandi, il principale fornitore di arredamenti di lusso importati in Cina. Molteni&Co. non è la sola: Cassina, parte del gruppo Haworth Lifestyle Design, prevede di aprire negozi a Zhuhai, Dalian, Taizhou e Changsha mentre Zanotta, sempre di Haworth, ne dovrebbe presto aprire uno a Hangzhou. 

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Ovviamente la storia ci insegna che non si può semplicemente aprire bottega in Cina e vendere arredi da svariate migliaia di euro senza sforzo – specialmente in un momento come questo. Come si è visto infatti le importazioni hanno registrato una flessione dato che il rallentamento economico ha attenuato la spesa complessiva in tutto il settore del lusso e l’instabilità del mercato immobiliare è connessa alla spesa di arredi di questo tipo. Ma a dare fiducia al settore ci sono le recenti misure fiscali del governo, tra cui l’allentamento della politica monetaria e il sostegno al settore immobiliare che ha fatto prevedere agli analisti di Nomura una crescita del PIL del 4,4% per il quarto trimestre del 2024, con una crescita ulteriore del 4% nel 2025. Ed è per questo che diversi brand si preparano non solo aprendo negozio ma sfruttando piattaforme come WeChat e Red che sono ormai necessarie per connettersi con una fascia demografica più giovane e benestante. Tra le altre sfide a breve termine, nel design come nella moda, c’è anche l’ascesa di un nuovo nazionalismo che crea una forte competizione con i brand di arredamento di lusso che invece stanno emergendo proprio in Cina; mentre crea una certa preoccupazione l’impatto che le nuove politiche USA che verranno implementate al cambio di presidenza di gennaio.