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Sempre più americani stanno cercando di trasferirsi in Europa

Un boom di ricerche inaudito che, se portato a termine, potrebbe cambiare il corso della fuga di cervelli

Sempre più americani stanno cercando di trasferirsi in Europa Un boom di ricerche inaudito che, se portato a termine, potrebbe cambiare il corso della fuga di cervelli

L'elezione di Donald Trump a quarantasettesimo presidente degli Stati Uniti avrà grandi ripercussioni sull'Europa, forse più di quanto ci si possa aspettare. Proprio in questi giorni, a una settimana dall'annuncio della vittoria del candidato repubblicano, le ricerche degli americani su Google per la voce "come trasferirsi in Europa" sono aumentate a dismisura, raggiungendo il più alto numero di clic degli ultimi vent'anni. In un momento socio-politico teso per tutto il mondo, in cui le guerre e la crisi divampano a tutto campo, ecco che gli statunitensi cercano di trovare una risposta alle loro preoccupazioni: lasciare il Paese. Se da un lato il pensiero che il 5 novembre, di fronte alla vittoria schiacciante del partito repubblicano alle presidenziali, centinaia di migliaia di americani hanno afferrato il telefono in cerca di biglietti aerei dell'ultimo minuto possa far sorridere, dall'altro un potenziale fenomeno di migrazione dagli Stati Uniti all'Europa solleva diverse questioni. Saranno pronti ad affrontare Barcellona, dove i cittadini si stanno rivoltando contro il turismo di massa con pistole ad acqua? Oppure, come risponderà al loro arrivo il governo italiano Meloni, dato che è sempre stato pronto a "difendere" il Paese dagli immigrati? Scherzi a parte, c'è da dire che se tutti gli utenti americani che hanno googlato "come trasferirsi in Europa" nelle ultime settimane (rispetto alla media dei mesi precedenti, il giorno delle elezioni le ricerche sono aumentate del 456% negli States) il continente europeo potrebbe davvero mettere il punto alla tanto rimpianta "fuga dei cervelli" che aveva preso inizio il secolo scorso.  

@annashlap

this election just showed everyone’s true colors. is the 4B movement next?

original sound - ᴋɪʀsᴛʏ

Se dovessimo tirare a indovinare sui gruppi di persone che in questo momento potrebbero stare pianificando una fuga in Europa, certamente dovremmo puntare sulle donne e sui ricercatori scientifici per il clima. A sole poche ore dalla vittoria di Donald Trump come quarantasettesimo presidente degli Stati Uniti, sui social media migliaia di americane hanno condiviso il loro disaccordo nei confronti del candidato repubblicano mostrando invece interesse per il "4b movement", un movimento femminista radicale nato in Corea del Sud nel 2017 che ha l'obiettivo di rifiutare qualsiasi interazione con gli uomini. Conoscendo le prese di posizione maschiliste e antifemministe di Trump e dei suoi supporter (per rispolverarvi la memoria, era sua l'affermazione «Grab them by the pussy», sempre lui che si prende il credito per l'overturning della legge Roe v. Wade per il diritto all'aborto), diventa comprensibile perché una giovane donna americana (come anche i genitori di una bambina, verrebbe da aggiungere) vorrebbero lasciare un Paese gestito da un uomo accusato di molestie da ben ventisei donne diverse. Allo stesso modo, per gli scienziati climatici (e tutti quelli che lavorano nel campo della sostenibilità) trasferirsi in Europa potrebbe rappresentare l'unico modo per proseguire i propri studi senza intoppi legislativi o economici. Oltre ad essere stato spesso considerato un misogino, Trump è anche un negazionista del cambiamento climatico (in più occasioni, ha definito l'energia rinnovabile uno «scam»): già durante il primo mandato, l'ex presidente aveva tolto gli Stati Uniti dall'accordo di Parigi per il clima. Nel caso in cui proponesse nuovamente l'uscita del Paese dal patto, Trump potrebbe non solo tornare a supportare maggiormente le aziende petrolifere, ma contribuirebbe anche ad eventuali tagli sui finanziamenti per le ricerche scientifiche sul cambiamento climatico. 

Per la prima volta in decenni, l’Europa si ritrova di fronte all’occasione imperdibile: potenziare l’educazione. Come sottolinea su The Guardian il giornalista Alexander Hurst, per la prima volta in decenni l’Europa «ha l'opportunità di invertire la fuga di cervelli transatlantica». Attraverso visti speciali e supporti economici per le menti più brillanti d’America che vogliono abbandonare Trumpmerica, continua Hurst, «oppure collaborando con università statunitensi che potrebbero creare campus satellite» in Europa, il continente potrebbe davvero sfruttare al meglio il nuovo mandato del presidente repubblicano. Lo stesso che, pochi mesi fa, ha annunciato che avrebbe avviato «il più grande piano di deportazione» di migranti nella storia degli Stati Uniti, così come un sistema di oppressione nei confronti di tutti gli organi della stampa, di tutti gli opponenti politici o degli individui singoli che protesteranno contro il suo governo.