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Il biglietto d’ingresso per Venezia costerà il doppio

A partire dal 2025

Il biglietto d’ingresso per Venezia costerà il doppio A partire dal 2025

A Venezia è tutto in crescita, che sia il livello dell’acqua o il biglietto d’ingresso. Il comune del capoluogo veneto ha dichiarato che la seconda fase della sperimentazione del “paywall” per entrare in città avverrà nel 2025. Come dichiarato dal sindaco, la misura - ampiamente criticata sia sui social che in piazza - non intende aumentare i guadagni della città, ma cerca di ridurre i turisti “in giornata” così da rendere Venezia più piacevole sia per i cittadini che per chi soggiorna a lungo termine. Quest’anno il biglietto è stato introdotto solo nei giorni più caotici, come i weekend lunghi e le feste, ma ora l’intenzione è quella di aumentare i giorni di pagamento da 29 a 54 all'anno. Inoltre, dal 18 aprile al 27 luglio 2025 - il periodo di attivazione del biglietto -  chi soggiornerà meno di quattro giorni sarà obbligato a pagare un biglietto di 10 euro, invece dei 5 euro prestabiliti in precedenza. Il cambiamento è stato deciso perché la misura così com’era stata posta quest’anno, non ha effettivamente contrastato il problema del turismo di massa che da anni rende Venezia invivibile per i propri cittadini, come dichiarato dal sindaco Luigi Brugnaro.

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Durante i 29 giorni in cui il pagamento è stato richiesto, il comune ha dichiarato di aver incassato circa 2,4 milioni di euro, con una media di quasi 17.000 euro al giorno. I paganti sono stati 485.000, mentre 3 milioni erano esenti: 1,5 milioni di turisti che hanno pernottato in hotel, 500.000 studenti, 700.000 lavoratori e 220.000 veneti. Tuttavia, sembrerebbe che i risultati di questa prima prova, iniziata lo scorso 25 aprile, non siano stati positivi. I dati avanzati dal leader dell’opposizione Andrea Martini indicano che l’afflusso turistico durante i giorni di pagamento sia addirittura aumentato rispetto al 2023, quando non era necessario pagare il biglietto per entrare in città. Lo scorso anno era stata discussa un’altra ipotesi, quella di introdurre un limite giornaliero di ingressi in città per i turisti. Ma l’assessore al Bilancio Michele Zuin ha rapidamente contestato questa opzione, facendo presente che prima di fissare eventuali soglie bisognava analizzare ampiamente i dati degli anni precedenti, aggiungendo che un’opzione del genere sembrava troppo antiquata per essere applicata.

Venezia è stata la prima città in Italia ad adottare questa misura, ed è anche una delle città che globalmente negli ultimi anni, specialmente post-pandemia, è stata pervasa dalla nuova ondata di turismo di massa. Ci sono già state speculazioni Roma, però nel caso della capitale andrebbe a toccare solo la Fontana di Trevi (almeno per il momento). La proposta era stata avanzata dall’assessore al Turismo di Roma Capitale, che aveva suggerito di far pagare ai turisti 2 euro per entrare in Piazza Trevi, mentre i residenti romani sarebbero esentati dal pagamento. In Europa, la città che quest’estate ha vissuto con maggiore animosità il turismo di massa è stata Barcellona, dove migliaia di cittadini sono scesi in piazza per protestare contro l’invivibilità della capitale catalana. Nonostante un biglietto di 10 euro per semplicemente entrare a Venezia sembri a tratti distopico - soprattutto nel clima economico italiano attuale - le motivazioni a riguardo sono valide: c’è un motivo se negli anni il luogo comune per antonomasia è diventato “Venezia è bella, ma non ci vivrei”.