Perché gli imprenditori amano i podcast
E odiano i media mainstream
17 Ottobre 2024
Ormai da qualche anno molti grandi imprenditori, soprattutto quelli provenienti dalla Silicon Valley, preferiscono farsi intervistare dai podcaster o in generale dai content creator, piuttosto che dai media tradizionali. Lo ha notato anche il New York Times: il motivo è che in questo modo si sentono maggiormente a loro agio; hanno infatti la possibilità di parlare più liberamente, senza il timore di dover rispondere a domande sgradite o non concordate in precedenza. «Molte di queste interviste sono come chiacchierate informali davanti a una birra tra amici», sottolinea il Times. In effetti, negli ultimi anni la gestione spesso controversa delle grandi piattaforme e delle aziende tecnologiche hanno reso sempre più impegnativo il confronto dei rispettivi CEO con i giornalisti. Per questo, come sostiene anche Bloomberg, buona parte del settore tecnologico tende ormai a considerare i media mainstream come ostili, ingiustamente critici nei loro confronti. Lo stesso Elon Musk qualche mese fa aveva detto che non si sarebbe mai più fatto intervistare da Don Lemon, giornalista televisivo statunitense noto per essere stato conduttore della CNN, a causa di alcune domande da lui giudicate inappropriate, che lo avevano palesemente infastidito.
This is the moment when Elon Musk likely decided to part ways with Don Lemon, giving an anti-speech threat: "So you said if they kill the company it's them, but doesn't the buck stop with you?"
— HalalFlow (@halalflow) March 18, 2024
"I have to say, choose your questions carefully."
"I am not trying to get... I am… pic.twitter.com/AD20lfp2sG
Di recente, invece, Mark Zuckerberg ha rilasciato un’intervista dove è sembrato si sentisse a casa, probabilmente proprio perché dall’altra parte non c’era un giornalista, ma per l’appunto un content creator. È stato infatti ospite di Acquired, un podcast statunitense che si occupa principalmente di finanza, ascoltato da più di 700mila persone, e che in passato ha intervistato dirigenti di aziende come Uber e Starbucks, tra i molti. Qui, Zuckerberg ha parlato liberamente di intelligenza artificiale e di metaverso, con un focus – piuttosto ispirazionale – sul suo percorso professionale. La cosa sorprendente è che è apparso molto più spontaneo e a suo agio del solito: per anni, infatti, era stato giudicato rigido e ingessato, anche perché in diverse interviste con giornalisti e nelle interrogazioni parlamentari a cui aveva dovuto partecipare era risultato “robotico” e di poche parole. In questo senso, Zuckerberg è stato a lungo considerato l’opposto di Musk, che si è sempre distinto per essere molto più diretto. Negli ultimi mesi, il capo di Meta ha però rinnovato la sua comunicazione, partendo dalla sua immagine pubblica – resa apparentemente più “pop” e meno “nerd”. A dimostrazione di quanto fosse sereno, durante l’evento di Acquired Zuckerberg indossava una t-shirt realizzata ad hoc dal designer statunitense Mike Amiri, con una scritta in greco che recita «imparare attraverso la sofferenza». Si tratta di un cambiamento notevole per una persona che – per rendere l’idea – dieci anni fa portava sempre lo stesso modello di maglietta: un modo, diceva, per ridurre il numero di decisioni da prendere durante la giornata, ma che inevitabilmente trasmetteva un’idea di sé molto austera – e i giornalisti tendevano a trattarlo di conseguenza.
I podcast dove gli imprenditori si sentono a loro agio
@omarkattanjr Social media billionaires answer the meaning of life on the Lex Fridman Podcast #lexfridman #lexfridmanclips #lexfridmanpodcast #lifeadvice #motivation original sound - Omar Kattan
Acquired non è l’unico podcast ad attirare sempre più Ceo di rilievo attivi in ambito tecnologico. Uno dei programmi più gettonati in questo senso è il Lex Fridman Podcast, che negli ultimi anni ha ospitato personalità come Jeff Bezos, Sam Altman e Jensen Huang di Nvidia, tra gli altri. In pochi anni il podcast è diventato un “safe-place” per l’élite tecnologica, scrive Business Insider, che qui si sente più tranquilla di esprimersi liberamente. Lo scorso anno, ad esempio, Zuckerberg ha concesso una lunga intervista al Lex Fridman Podcast all’interno dello stesso metaverso, nella quale compariva sotto forma di avatar. Anche Elon Musk è un ospite ricorrente del podcast: qualche mese fa ha registrato una lunga discussione, di oltre otto ore di durata, incentrata principalmente su Neuralink – azienda da lui fondata che sta sviluppando interfacce per collegare il cervello umano ai computer. La possibilità di dialogare senza troppe pretese con figure di spicco del settore tecnologico statunitense ha reso i programmi come Acquired e Lex Fridman Podcast molto popolari, non solo nella Silicon Valley. La cosa ha poi favorito la nascita di una rete di podcaster, youtuber, influencer e in generale content creator specializzati proprio in questo ambito. Grazie anche a una diffusa forma di accondiscendenza, spesso questi programmi riescono a intercettare figure di spicco del settore, raggiungendo così pubblici molto ampi, tanto da arrivare a competere con i media mainstream. A differenza loro, però, gli imprenditori intervistati non vengono mai "messi all’angolo”: al contrario, si cerca piuttosto di elogiarli, cosa che evidentemente piace moltissimo ai diretti interessati.