Vedi tutti

I nostri cellulari ci spiano davvero

Li mandano Amazon, Meta e Google

I nostri cellulari ci spiano davvero Li mandano Amazon, Meta e Google

Dopo anni e anni di voci di corridoio e supposizioni, la più grande conspiracy theory di tutti i tempi è stata confermata, i nostri cellulari ci ascoltano. Un fenomeno ormai noto a molti: basta una chiacchierata al bar con gli amici su un nuovo cellulare o sulle ultime scarpe, e subito sui social o su vari siti online appare una valanga di pubblicità su quel prodotto. La conferma è arrivata dal magazine 404 Media, che ha condiviso un leak di documenti della compagnia  Cox Media Group (CMG), advertising partner di gruppi come Meta e Amazon. Nel pitch deck che è trapelato, la compagnia cercava di vendere il loro software denominati “Active Listening” (ascolto attivo). Questo sistema consente ai clienti di associare “dati di intento in tempo reale” tramite i nostri dispositivi smart che ascoltano le nostre conversazioni, e convertirli in dati marketing tramite l’intelligenza artificiale. Dopo la diffusione della notizia, Meta ha annunciato di voler rivedere la partnership con CMG per verificare possibili violazioni dei termini di servizio. Pur essendo indicata come partner generico, Meta ha chiarito che non utilizza i microfoni degli utenti per pubblicità e sta richiedendo a CMG di specificare che il loro programma non si basa sui dati di Meta. Google ha rimosso CMG dai suoi partner, mentre Amazon ha dichiarato di non aver mai collaborato con loro e che prenderà provvedimenti se verranno trovate violazioni alle regole. Diciamo che se ne sono tutti un po’ lavati le mani. 

@chaser

BRO OUR PHONES ARE SPYING ON US I SWEAR THIS HAPPENS SO MUCH AND ITS THE RANDOMEST THINGS THAT NEVER POP UP

original sound - othercharliehamiltn

Questa notizia, scioccante (ma non troppo), riporta al centro dell’attenzione il tema della privacy e della gestione dei dati, già al centro di scandali come quello di Cambridge Analytica. In quel caso, fu confermato che i dati personali di milioni di utenti di Facebook erano stati raccolti senza il loro consenso dalla società di consulenza britannica. Oggi, si percepisce un cambiamento nel mondo dell’advertising: se in passato c’era un vero impegno creativo nello sviluppo delle campagne, oggi molti brand preferiscono raccogliere dati sensibili per vendere subliminalmente i propri prodotti. Tra intelligenze artificiali sempre più potenti e grandi conglomerati dei social media in perenne competizione, l’utente è bombardato da nuovi termini e condizioni che, di fatto, nessuno legge mai. L’unica speranza risiede nel ruolo dei governi e delle leggi. Dopo lo scandalo Cambridge Analytica, l’Unione Europea ha inasprito le norme sulla protezione dei dati, tanto che le IA di Meta e Google non sono ancora disponibili nei 27 paesi, e il nuovo aggiornamento iOS 18 di Apple non include ancora la funzionalità di ChatGPT integrato con Siri. Gli Stati Uniti, invece, continuano la loro battaglia contro TikTok, motivata da interessi politici. Il Congresso americano accusa TikTok di condividere i dati degli utenti con il Partito Comunista Cinese, sebbene non ci siano prove concrete. Qualora non si voglia dare un briciolo di informazioni alle banche dati, è sempre bene ricordare che i cookie sono buoni solo se si mangiano, e non si accettano mai tutti i cookie dagli sconosciuti.