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Elon Musk è pronto a entrare in politica

Donald Trump vuole far diventare il proprietario di X parte del governo

Elon Musk è pronto a entrare in politica Donald Trump vuole far diventare il proprietario di X parte del governo

Novembre si avvicina sempre di più: tra esattamente due mesi, gli americani verranno chiamati al voto per decidere chi tra Kamala Harris e Donald Trump diventerà Presidente. Aspettando il dibattito presidenziale tra i due candidati, programmato per il prossimo 10 settembre, entrambi i politici continuano le loro campagne elettorali come macchine da guerra. Lo scorso giovedì, a un incontro per la campagna di Trump all’Economic Club di New York, il candidato repubblicano ha dichiarato che una volta ritornato allo studio ovale formerebbe una commissione per l’efficienza governativa e a guidarla sarebbe nientemeno che il miliardario Elon Musk - che non ha nessuna esperienza politica ed è considerato il fautore di uno dei peggiori indebitamenti post-crisi immobiliare del 2008. Musk ha risposto sulla sua piattaforma a un video della dichiarazione dicendo che la nomina sarebbe «assolutamente necessaria». Le risposte da parte dei netizens sono state tutt’altro che positive, un commento sottolinea che «Musk già non riesce a gestire X, figuriamoci il governo»: ha 3.5k like.

Un punto chiave per vincere l’approvazione del pubblico nelle elezioni americane è l’appoggio delle star, che tendono ad invogliare i giovani e persone meno interessate alla politica a votare. Se Harris si ritrova una vasta lista di nomi A-list (da Beyoncé a George Clooney), l’unica grande celebrità che negli ultimi mesi ha apertamente supportato Trump è Elon Musk. Da quando il proprietario di X ha reinstallato il profilo ufficiale del politico sulla piattaforma (precedentemente sospeso per incitazione all’odio dopo gli attacchi del 6 gennaio 2021), i due hanno continuato a interagire sulla piattaforma e fuori fino a diventare degli alleati inseparabili. Tra le interazioni con più engagement da parte del pubblico c’è stata l’intervista di due ore tenutasi su X, dove hanno parlato del tentato assassinio all’ex Presidente, delle leggi sulla deportazione (che Trump vorrebbe rendere ancora più rigorose), e dei diritti dei lavoratori. Su quest'ultimo argomento ci sono state varie critiche su una battuta scambiata tra i due, dove hanno dichiarato che se i loro lavoratori dovessero scioperare, li farebbero fuori, dando alla conversazione dei toni distopici. 

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Nonostante l’accoppiata Musk-Trump sembri molto armoniosa, fino a poco tempo fa i  fra i due c’era molto astio, infatti in più occasioni si sono pubblicamente criticati a vicenda. Il fondatore di Tesla e SpaceX per anni è stato un grande sostenitore del partito Democratico, e quando Trump aveva dichiarato la sua ricandidatura per la terza volta Musk aveva espresso che “è troppo vecchio per diventare di nuovo presidente” ed aveva supportato l’alternativa del partito Repubblicano Ron DeSantis. In risposta, ad un suo comizio politico Donald Trump aveva chiamato l’imprenditore “bullshit artist” (artista delle cazzate). La chiave della riconciliazione dei due è stata la loro affinità per le ideologie anti-establishment, notoriamente alla base dell’appetibilità di Trump come politico e Musk come figura dietro ad un social come X. Ma questo binomio non preoccupa per niente il partito Democratico, anzi è diventata un’arma potente per la loro campagna elettorale: come dichiarato da uno strategist democratico «ogni volta che Elon Musk cerca di fare qualcosa per aiutare Donald Trump da ancora più motivazione ai Democratici per lavorare contro di lui». Infatti secondo gli ultimissimi sondaggi del New York Times, Kamala Harris è in vantaggio del 49% mentre Trump si ritrova indietro del 3%, in perdita di stati chiave come il Michigan, la Pennsylvania e il Wisconsin. In due mesi tutto potrebbe cambiare, intanto possiamo contare sui costanti aggiornamenti di Elon Musk sul suo profilo X: nato imprenditore, ora opinionista politico e possibile futuro membro del Grand Old Party.