In Italia non ci sono aeroporti intitolati a donne
Neanche troppe strade
12 Luglio 2024
Questa settimana l'aeroporto di Milano Malpensa è stato ufficialmente intitolato a Silvio Berlusconi, ex presidente del Consiglio, scomparso a giugno 2023. Comunicata dal Ministro dei Trasporti Matteo Salvini, la notizia ha sollevato grosse polemiche sia per questioni ideologiche che esecutive, in quanto la società SEA, che gestisce l'aeroporto, non è stata consultata prima che avvenisse la dedica. Tutto sommato, è anche vero che nessuno chiama mai un aeroporto con il nome che gli è stato insignito, come Leonardo Da Vinci per Roma Fiumicino (che ospita alcune riproduzioni delle sue invenzioni), Enrico Forlanini per Linate o il Caravaggio per Bergamo-Orio al Serio. In più, è certo che Milano Malpensa manterrà lo stesso codice aeroportuale, MXP, e lo stesso nome per quanto riguarda le indicazioni geografiche. C'è comunque da sottolineare che, con l'intitolazione dell'aeroporto di Milano a Berlusconi, l'Italia continua il suo record per istituzioni e strade dedicate a figure maschili.
Intitolato ufficialmente l'aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi
— Il Grande Flagello (@grande_flagello) July 11, 2024
- Cosa ne pensa?
- Un turista argentino: pensavo fosse una barzelletta pic.twitter.com/vQ1tV86pDf
Un altro aeroporto che da anni continua a far corrugare le sopracciglia ai turisti americani osservatori del politically correct è quello di Genova-Sestri Ponente, chiamato Cristoforo Colombo e inaugurato nel 1962 - ma in Italia, di solito, a venire messo in discussione è il politically correct. L'aeroporto di Torino-Caselle è dedicato al partigiano e settimo presidente della Repubblica Sandro Pertini, mentre Venezia e Firenze pensano ai grandi esploratori italiani, Marco Polo e Amerigo Vespucci. E ancora Bologna a Guglielmo Marconi, Napoli a Ugo Niutta, Bari a Wojtyla, Papa Giovanni Paolo II, Cagliari a Mameli e Palermo a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. L'aeroporto di Lamezia Terme si chiama anche Sant'Eufemia, ma non parla di una donna bensì della pianura in cui è stato costruito.
L'Italia ovviamente non è l'unico Paese che dimentica che anche le donne della storia meritano delle dediche. Secondo il sito Mapping Diversity, il 94,2% delle strade di Milano e il 92,8% di Roma prendono il nome di uomini rinomati, ma il trend è lo stesso a Parigi (91,1%), a Bruxelles (91,4%), e a Vienna (89,5%). Le capitali del Nord Europa sono le prime in classifica per strade titolate a figure femminili, tra cui Copenhagen (86,4%), Stoccolma (80,2%), Oslo (87,2), e persino Madrid, che non c'entra ma arriva a 80,7%. Manco a farlo apposta, i record appartengono ad alcuni dei Paesi più famosi al mondo per le loro leggi a supporto della parità di genere e dei diritti delle donne. Non che una dedica risolva molto, ma anche l'ego ogni tanto ha bisogno di attenzione.