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Presto i cloni AI ci potranno sostituire su Zoom

I "gemelli digitali" che participano alle riunioni al posto nostro

Presto i cloni AI ci potranno sostituire su Zoom I gemelli digitali che participano alle riunioni al posto nostro

La storia di Zoom la conosciamo tutti: creata nel 2011 da Eric Yuan in California, ha subito una crescita impressionante nel 2020 grazie alla pandemia e alle regole di lockdown che sono state imposte in giro per il mondo. Per mesi, le riunioni e le lezioni scolastiche si sono tenute tramite videochiamata, e così la piattaforma si è ritrovata in una tempesta perfetta. Nonostante oggi molti di noi siano tornati ad una vita lavorativa “normale”, con riunioni nuovamente vis-à-vis, in diversi casi ci ritroviamo ancora su Zoom, legati ad un’abitudine nata in un momento di straordinaria emergenza. Il futuro per l’azienda di telecomunicazioni è limpido, ha spiegato il CEO Yuan in un’intervista a The Verge, e con l’implementazione dell’intelligenza artificiale lo diventerà ancora di più. Stanno lavorando ad una nuova tecnologia, ha spiegato il fondatore, che renderebbe la nostra persona digitale un clone: simile a un film di Avatar, il prossimo passo per Zoom è creare “gemelli digitali” che si possono interamente sostituire agli utenti. 

Secondo quanto spiegato da Yuan a The Verge, grazie all’intelligenza artificiale gli avatar digitali potranno non solo partecipare alle riunioni al posto nostro mentre ci occupiamo di faccende più importanti - vedi il meme “questo meeting poteva essere un’e-mail” - ma anche prendere decisioni esecutive senza il bisogno di consultarci. «Queste sono le basi del “gemello digitale”» dichiara Yuan, «a volte voglio partecipare a una call, e allora lo faccio. Se non voglio, posso inviare un “gemello digitale”. Questo è il futuro». Un giorno non troppo lontano potremmo chiedere al nostro alter ego AI di rispondere ai messaggi e di mandare vocali al posto nostro, di parlare al telefono e di organizzare meeting. Ci aiuterà a risparmiare molto tempo, spiega Yuan, ma anche a colmare alcune lacune di cui siamo consapevoli. «A volte so di non essere bravo nelle trattative», racconta il CEO. «Conosco il mio punto debole, quindi posso modificare un po’ dei parametri».

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Con la possibilità di replicare e addirittura attuare una migliore performance sul posto di lavoro, il “gemello digitale” di Zoom si presenta come un’iniziativa rivoluzionaria, capace di sconvolgere completamente il mondo lavorativo. Se mansioni più automatiche e semplici come rispondere alle e-mail e partecipare alle riunioni possono essere sostituite da un robot con le nostre stesse caratteristiche, quanti mestieri potranno smettere di esistere? Se da un lato poter chiamare il proprio “gemello digitale” per partecipare ad una noiosa riunione su Zoom sembra un sogno ad occhi aperti, dall’altro abbiamo già avuto un assaggio dei seri pericoli che pone il mondo dei deepfake. Yuan informa che la tecnologia è ancora ai primi stadi di produzione, e paragona il “gemello digitale” di oggi all’internet del 1995, ma il momento in cui sarà possibile utilizzarlo nel quotidiano è sempre più vicino.