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Che cos'è il Progetto Studentato Diffuso?

Le proteste degli studenti per il caro affitti a Milano, un anno dopo

Che cos'è il Progetto Studentato Diffuso? Le proteste degli studenti per il caro affitti a Milano, un anno dopo

A partire da maggio 2023 per diverse settimane e poi di nuovo a settembre 2023, numerosi studenti si sono accampati di fronte ad alcune università delle più grandi città italiane in segno di protesta contro il caro-affitti. I costi troppo alti delle abitazioni, infatti, non permettono a molti fuori sede di trovare una soluzione adeguata nella città in cui si trasferiscono per studiare. La prima a manifestare è stata una studentessa bergamasca, Ilaria Lamera, che il 4 maggio del 2023 ha piantato una tenda al di fuori del Politecnico di Milano, vivendoci per poco meno di una settimana. «I costi di Milano non permettono a studenti con famiglie normali alle spalle di prendere stanze in affitto» aveva detto a Repubblica. Seguendo il suo esempio, di fronte al Politecnico si sono aggiunte undici tende, e altri gruppi di studenti hanno cominciato a protestare con modalità simili in tante altre città in Italia. L’emergenza abitativa presente in molti grandi centri italiani mette in particolare difficoltà gli studenti fuorisede, che non riescono ad accedere alle residenze universitarie – spesso non hanno posti a sufficienza oppure, quando sono gestite da privati, i loro prezzi non sono accessibili come pubblicizzato. La questione è particolarmente grave a Milano, che è la città italiana dove gli affitti sono più alti: secondo le rilevazioni degli enti di ricerca, un canone d’affitto medio per una stanza nel capoluogo lombardo è di circa 800 euro, contro più o meno i 600 di Roma e i 500 di Bologna.

 

Il “Progetto studentato diffuso” del Comune di Milano

Per provare a rispondere alla carenza di alloggi per studenti, lo scorso settembre il Comune di Milano aveva presentato una misura per aumentare il numero di alloggi per studenti. Chiamato “Progetto studentato diffuso”, il piano prevedeva di creare entro l’anno accademico 2024 600 nuovi posti letto a una tariffa tra i 250 e i 350 euro al mese, riqualificando oltre 300 alloggi in complessi di edilizia popolare. L’obiettivo non è stato rispettato, e di recente è stato annunciato che il prossimo settembre partiranno i lavori di ristrutturazione delle unità selezionate. L’assessore alla Casa Pierfrancesco Maran aveva precisato che questi alloggi sono appartamenti al momento vuoti, che devono essere completamente o parzialmente ristrutturati a carico dell'amministrazione comunale tra i 500 e i 600 euro al metro quadro. Il progetto di studentato diffuso dovrebbe essere finanziato con un investimento tra i 10 e i 15 milioni di euro, un'iniziativa che punta a essere finanziata attraverso i fondi messi a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il Comune di Milano nei mesi scorsi aveva anticipato il finanziamento con una cifra complessiva pari a 12,5 milioni di euro che potrà poi essere integrata dai fondi del PNRR, che stanzia 960 milioni di euro per supportare economicamente la creazione in tutta Italia di 60mila posti letti per studenti universitari entro il 2026.

 

Il problema degli studentati in Italia

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Oggi in Italia le residenze per studenti sono appena 40mila a fronte di circa 600mila studenti fuorisede – 210mila di questi risiedono a oltre due ore di distanza dalla città in cui studiano. Questo significa che ogni anno moltissimi studenti rimangono fuori dagli studentati, nonostante rispettino i requisiti previsti dagli enti per il diritto allo studio. Meno del 5% degli studenti italiani vive in queste strutture, contro il 12% della Germania e il 30% dei Paesi Bassi. Inoltre, la diffusione in molte città del fenomeno degli affitti brevi, pensati per i turisti, sta rendendo ancora più difficile trovare una sistemazione abitativa per gli studenti. A Milano sono attualmente disponibili circa 11mila posti letto, tra studentati pubblici e privati, e i 600 che si aggiungerebbero con l’iniziativa del Comune aumenterebbero l’offerta di appena il 5,5%. Anche se il piano di fatto non basterà a risolvere il problema, i rappresentanti degli studenti si erano comunque detti parzialmente soddisfatti di questo primo passo avanti – sottolineando che gli appartamenti riqualificati non dovranno essere sottratti alle famiglie svantaggiate o ad altre persone bisognose.