Abbiamo tutti l’ADHD?
Il trend TikTok imperversa, ma a quale costo
05 Giugno 2024
TikTok registra circa 157 milioni di post relativi alla salute mentale - più specificatamente, a “Mental Health Trend”. Dai video che ironizzano sulle problematiche legate alle malattie mentali a quelli informativi che spiegano come riconoscerle, la piattaforma social prediletta dalla Gen Z pullula di contenuti del genere. L’argomento preferito su TikTok, sbucato in cima a tutti i trend sulla salute mentale durante la pandemia, sembra essere ancora l’ADHD (disturbo da deficit di attenzione/iperattività), che ad oggi conta 159.9milioni di post. Da un lato, i creator che si impegnano a creare contenuti sul tema - e la piattaforma stessa - sostengono di contribuire alla sensibilizzazione sulla malattia e di aver reso più facile «l’accesso a informazioni autorevoli sulla salute mentale», dall’altro l’ondata sempre più grande di video che menzionano l’ADHD come una bizzarria di cui fare un carattere della propria personalità peggiorano la situazione, così come gli influencer-medici che incoraggiano all’autodiagnosi.
Che cos’è l’ADHD
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Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività è una delle malattie mentali più diffuse tra i bambini. I sintomi comprendono un’incapacità generale di mantenere la concentrazione, un eccesso di movimento sproporzionato rispetto alle circostanze, e l’impulsività. Si dice che sia più semplice identificare il disturbo dell’attenzione negli individui maschi poiché le donne tendono a manifestarne i sintomi in maniera più velata, inattiva, tuttavia in tempi recenti fenomeni come la sensibilizzazione su TikTok e altre piattaforme social hanno aumentato il numero di controlli tra tutti gli adulti. Secondo una ricerca del Centers for Disease Control and Prevention, la percentuale di adulti americani che assumono farmaci per l’ADHD è in crescita da anni, ma in pandemia ha subito un balzo notevole, specialmente tra le donne di età compresa tra i 20 e i 49 anni.
TikTok e la promozione di contenuti sui disordini mentali
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Mentre TikTok e creator che condividono contenuti sulla salute mentale sono convinti che pubblicare informazioni a sfondo medico su una piattaforma principalmente utilizzata da giovanissimi possa essere la strada giusta per la sensibilizzazione, in molti la pensano diversamente. Oltre al fatto che i social media sono tra i principali contributori all’epidemia di depressione e di solitudine tra la Gen Z, un nuovo studio di Comprehensive Psychiatry dimostra che piattaforme online come TikTok sono «incubatrici di personalità e psicopatologia comportamentale», terreno fertile per contagiare gli utenti di malattie psicosomatiche di cui fino a prima non avevano neanche sentito i sintomi. In più, il boom di ricerche, di click e di visualizzazioni sul tema ha dato vita ad una sorta di subcultura di cui Big Pharma, brand di “moda” e siti online stanno già profittando, tra quiz per l’autodiagnosi e magliette che leggono frasi come “Overthinking, Overstimulated, Overwhelmed”. Che il problema delle diagnosi sbagliate o della carenza di psicofarmaci siano completamente da attribuire a TikTok sarebbe un’esagerazione, ma è possibile che, come tutti i trend, la mercificazione di una malattia non può averle fatto troppo bene.