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E se il settore dell'intelligenza artificiale fosse un bolla?

La paura è che possa fare la fine del metaverso o degli NFT

E se il settore dell'intelligenza artificiale fosse un bolla? La paura è che possa fare la fine del metaverso o degli NFT

«Anche se pensate che le AI siano l’equivalente odierno della elettricità o di Internet, siamo ancora ai primi stadi di una complessa trasformazione che impiegherà alcuni decenni a compiersi e che a oggi non è in nessun modo assicurata». A dirlo è il Financial Times commentando il periodo di transizione che sta attraversando il settore dell’intelligenza artificiale. Non si può parlare di “crisi”, ma gli esperti sostengono che l’ambito si stia ridimensionando, passata l’euforia iniziale. Dopo circa due anni di crescita, il timore è che il settore possa rivelarsi una grande bolla. Come riporta il Wall Street Journal, alcune aziende che avevano scommesso sull’intelligenza artificiale stanno facendo fatica a giustificare gli enormi investimenti iniziali. Di recente, ad esempio, si è dimesso il CEO di una delle startup più popolari del settore, Inflection AI. In un'intervista con Bloomberg, ha ammesso che l’azienda non è riuscita a trovare un modello di business sostenibile. Sviluppare piattaforme basate sull'AI è molto costoso, e i servizi a loro legati generano in proporzione ancora pochi profitti. Anche per questo a spartirsi il settore sono soprattutto le società che godono di enormi capitali, come Microsoft, Google, Meta e Amazon, cosa che però favorisce l’accentramento del potere in poche realtà, a discapito di quelle più emergenti. 

 

Perché l’AI non è ancora economicamente sostenibile

Nonostante il loro dominio sul settore, anche le aziende più grandi faticano a monetizzare con l’AI. Lo stesso vale per quelle più popolari e apprezzate dagli utenti, come OpenAI – che spende circa 700mila dollari al giorno solo per tenere in piedi ChatGPT, che richiede un'enorme potenza computazionale. Utilizzare la piattaforma AI per risolvere compiti molto semplici (come riassumere una mail) è l’equivalente di prendere una Lamborghini per consegnare una pizza: secondo quanto riporta Reuters, ogni richiesta fatta a ChatGPT costerebbe quattro centesimi di dollaro all’azienda. Anche GitHub Copilot, un assistente virtuale in grado di scrivere e controllare il codice informatico, pur avendo avuto un grande successo nel settore dello sviluppo web è ancora in perdita sotto il punto di vista economico. L’impossibilità di abbattere i costi di gestione di servizi di AI di per sé potentissimi sta spingendo le grandi aziende a rivedere i propri modelli di business. Persino Google starebbe valutando di rendere a pagamento un futuro servizio di ricerca potenziato dall’intelligenza artificiale – una scelta, questa, che se confermata sarebbe in controtendenza con il tradizionale approccio gratuito dell’azienda.

 

Il settore dell’AI potrebbe subire un ridimensionamento


Dopo mesi di enormi attenzioni e investimenti a tappeto, nel settore si sta diffondendo la convinzione che sia arrivato il momento di proseguire con maggiore prudenza. Un segnale in questo senso viene dalla stessa OpenAI: a gennaio ha presentato GPT Store, un portale online dove scaricare versioni specifiche e personalizzate di ChatGPT; il servizio è stato accolto con grande entusiasmo dagli addetti ai lavori, tanto da essere paragonato all’equivalente dell’App Store, che quando venne introdotto fu capace in tempi brevi di rivoluzionare il mercato. A qualche mese di distanza però, GPT Store non è stato in grado di confermare le alte aspettative, anche perché ultimamente l’azienda si è impegnata in numerosi progetti, come Sora e i browser guidati dall’AI, che hanno tolto spazio e attenzione al servizio. Il sospetto diffuso tra alcuni analisti è che questi siano strumenti notevoli e potenzialmente molto utili, ma che le aziende del settore ne stiano esagerando gli effettivi margini di applicazione con l’obiettivo di non far calare gli investimenti. Si riuscirà a tradurre l’eccitazione verso l’intelligenza artificiale in una vera e propria adozione economicamente sostenibile? Oppure il settore dell’AI si ridimensionerà come è avvenuto per il metaverso e gli NFT?