Come anche l’acqua è diventata un trend
Il bene più prezioso sulla Terra (dopo il petrolio)
13 Marzo 2024
Gli scienziati prevedono che l’acqua sarà il bene più prezioso sulla Terra, sostituendo un giorno il petrolio. Non solo il 3% delle risorse idriche del mondo contiene acque pulite e due terzi di questo è irraggiungibile perché immagazzinato in un ghiacciaio, ma entro il 2025 circa 1800 milioni di persone vivranno in paesi o regioni con “assoluta" carenza idrica. Erano stati proprio questi dati preoccupanti a ispirare il creatore di Don’t Look Up, Adam McKay, a raccontare una dark comedy su ciò che effettivamente potrebbe essere il futuro del mondo: politici che non credono alla scienza, il verificarsi di danni irrimediabili al Pianeta e tutti i problemi che ne conseguono. Considerando che entro l’anno prossimo l’acqua diventerà un argomento di cui sentiremo molto parlare in tema crisi, assieme all’inflazione, forse è un bene che negli ultimi mesi sia diventata un trend. Borracce dai prezzi esorbitanti e capsule profumate, ghiaccio trasparente (è stato realizzato per la prima volta nel 2009 da Camper English) e bevande vitaminiche prive di calorie invadono i nostri feed quotidianamente, anticipando quello che da qui ad un anno diventerà un vero e proprio fenomeno di ostentazione, come con le Birkin. L’acqua presto sarà lo status symbol dell’1%, sia per chi la vende, sia per chi la beve, un bene che dovrebbe essere gratuito e accessibile a tutti ma che, in un mondo giunto all’ultimo stadio del capitalismo, viene pubblicizzato come un brand con cui identificarsi, a volte persino aspirazionale.
Sono diversi i fattori che hanno trasformato il marketing dell’acqua, uno di questi sono i bar esclusivi delle capitali internazionali. A New York, il Bar Moga segue l’ispirazione giapponese dell’architettura e del menù del locale proponendo ai clienti cubetti di ghiaccio provenienti dal Monte Haku, a quasi 10mila chilometri di distanza. Alcuni cocktail richiedono una forma specifica di ghiaccio ma, come si può dedurre da un paio di lezioni di fisica, l’acqua del rubinetto ha le stesse proprietà di quella di qualsiasi monte giapponese. Come racconta l’inventore del “ghiaccio trasparente” Camper English al The Guardian, cambia solo la qualità social - del resto, a nessuno verrebbe in mente di guardare un video su TikTok su come realizzare dei cubetti con l’acqua corrente.
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A loro modo, le Stanley Cup seguono lo stesso ragionamento social del ghiaccio trasparente e dell’acqua importata dal Monte Haku che usano i mixologer del Bar Moga. Le borracce di alluminio dalle dimensioni orbitali, ritornate di moda grazie ad una strategia marketing vincente firmata Terrence Reilly, ex chief marketing officer di Crocs, hanno sfruttato TikTok per ritrovare la fama perduta. Adesso il Santo Graal degli adolescenti che vogliono aderire all’estetica Clean Girl, la Stanley Cup ha decuplicato la crescita dell'azienda negli ultimi quattro anni, diventando icona intergenerazionale della community #WaterTok. Così come Instagram ha assistito all’ascesa delle influencer di moda, con i vari fit check e gli ootd, adesso su TikTok spopolano i format “Water of the day”, ricette che prevedono ghiaccio frantumato, polverine, sciroppi colorati e acqua versata da una bottiglietta di plastica rigorosamente nella Stanley Cup più grande mai vista. Si chiamano Unicorn Water, Birthday Cake Water e Salted Caramel Apple Water, si tratta di beveroni ricchi di sostanze artificiali e poco nutrienti.
Sono passati sei anni dal lancio dell’acqua Evian in collaborazione con Chiara Ferragni, otto da quando andava di moda postare sul proprio feed di Instagram e su VSCO le bottigliette Fiji. Da allora, il mondo ha conosciuto il packaging cartonato dell’AquaPax, la epica Hydro Flask che usavano le follower di Emma Chamberlain, i minerali perfetti per i gym bro della blk e le bocce da tre litri con le frasi motivazionali - «Drink More», «Mind Your Goal», «No Excuses». Se oggi la bottiglia Evian con la grafica di The Blonde Salad è in vendita a 1,500 euro su acquedilusso.com ed esistono eventi di water tasting a cui partecipano dei veri e propri sommelier, è perché qualche genio del marketing è riuscito a trasformare un bene di prima necessità, presto una risorsa rara, in un articolo di lusso brandizzato. Con il paradosso della scelta, il capitalismo ci ha fatto credere nell'artefatta libertà di bere il tipo d’acqua che più ci rappresenta. Oggi come ti senti? Una Clean Girl che passa le sue giornate a tirarsi le rughe con il gua sha e a ciucciare dalla Stanley Cup rosa confetto, o un individuo qualunque che si versa un bicchiere d’acqua dal rubinetto di casa?