Nessuno conosce il fondatore di Shein
Il suo profilo basso lo ha reso praticamente uno sconosciuto
13 Dicembre 2023
Perfino per gli addetti ai lavori il fondatore di Shein è una figura misteriosa di cui non si sa nulla o quasi. Il miliardario cinese, all’anagrafe Yangtian Xu, è conosciuto perlopiù con il suo nome inglese, Chris Xu, ma sembra che si faccia anche chiamare Sky Xu. Nonostante sia tra gli uomini più ricchi della Cina non è praticamente conosciuto, a tal punto che gli stessi dipendenti di Shein fanno fatica a identificarlo. È una persona estremamente riservata e schiva – caratteristiche che traspaiono anche nei comunicati stampa dell’azienda, tramite cui Xu non si sbilancia mai e le sue dichiarazioni non vanno oltre qualche frase. Le cose, però, potrebbero presto cambiare: secondo alcune indiscrezioni Shein il prossimo anno potrebbe quotarsi in borsa a Wall Street, e in questo caso l’attenzione mediatica aumenterebbe di molto. Le aziende quotate in borsa sono infatti obbligate a tenere conferenze stampa con gli azionisti, a presentazioni pubbliche dei bilanci e così via. È probabile quindi che il fondatore di Shein, che finora ha mantenuto una posizione discreta e un profilo molto basso, dovrà farsi conoscere e vedere maggiormente in pubblico.
Le origini del fondatore di Shein
La storia del fondatore di Shein è principalmente frutto di ricostruzioni giornalistiche, come quella fatta dal Guardian lo scorso anno, più che altro perché, come prevedibile, Xu non ha mai rilasciato interviste. L’uomo ha poco meno di 40 anni, vive a Singapore (dove si trova la sede centrale di Shein), e sarebbe una persona timida e a tratti spigolosa, o almeno così lo hanno descritto alcune persone che hanno lavorato con lui. I media cinesi sostengono che sia nato in una città manifatturiera nella parte orientale del Paese – i suoi genitori lavoravano nelle fabbriche di proprietà statale: sarebbe quindi cresciuto in un contesto di povertà. Nei primi anni del Duemila Xu riuscì comunque a frequentare l’Università di Qingdao, che si trova a circa 250 chilometri dalla sua città natale, studiando commercio internazionale. Dopo la laurea, lanciò varie piattaforme online che vendevano un po’ di tutto, sfruttando le produzioni a basso costo, e successivamente contribuì a fondare un’azienda di e-commerce. Si trattava della Nanjing Dianwei Information Technology, con cui cominciò ad affinare l’approccio che avrebbe poi fatto la fortuna di Shein, malgrado tutto: individuare molto velocemente attraverso l’analisi dei dati le varie tendenze, e processare altrettanto rapidamente piccoli ordini al dettaglio, con l'aiuto dei fornitori locali. Sua madre, essendo in teoria un’operaia tessile, lo avrebbe poi aiutato a raccogliere i contatti necessari a costruire la rete manifatturiera dell'azienda che poi sarebbe diventata Shein. In quegli stessi anni la Cina era entrata nell’Organizzazione Mondiale del Commercio, cosa che le garantì uno sbocco diretto sul nascente mercato globale: per chi voleva vendere in Occidente, soprattutto grazie a Internet, c’erano quindi grandi possibilità all'orizzonte. Xu si trovò nel posto giusto al momento giusto, e con il background più adatto.
Come Chris Xu ha plasmato Shein
@entrepreneur More profitable than Walmart, Shopify or Nike - this mysterious fast-fashion company plays it pretty close to the chest. So, what do we know about them? #Entrepreneurtok #CorporateTikTok #Startup #Shein #FastFashion original sound - Entrepreneur
Nel 2008 Xu creò SheInside, un rivenditore online di abiti da sposa, che può essere considerato il vero predecessore di Shein. Dopo qualche anno l’azienda, infatti, iniziò a trasformarsi in quella che conosciamo oggi. La società, puntando sul digitale e sulla velocità della manifattura cinese, ha conquistato in fretta il mercato europeo e americano, facendo concorrenza alle più grandi firme attive nel settore del fast fashion. Ancora oggi Shein produce le sue merci direttamente in Cina e le rivende al pubblico online. L’azienda ha goduto di una crescita velocissima, tanto da raggiungere la quotazione di 100 miliardi di dollari. Nonostante questo, l’enorme impatto ambientale del suo controverso modello di business continua a generare grandi critiche. Shein, infatti, si basa su un flusso di produzione molto rapido, e sfrutta l’analisi dei dati per intercettare le mode dei vari Paesi. In questo modo è in grado di proporre in breve tempo determinate linee, spesso copiando esplicitamente le creazioni di altri stilisti e replicandole con una qualità molto più bassa. Nell’arco di pochi giorni l’azienda riesce a lanciare nuove collezioni (mentre i suoi principali competitor impiegano in media tre settimane), a prezzi stracciati e incentivando l’acquisto attraverso sconti e promozioni pressoché costanti. Questo modello è stato fortemente contestato, dato che incoraggia una forma di shopping di per sé smodata e senza freni, del tutto “a breve termine”, cosa che ha grosse ricadute ambientali ed etiche. L’azienda, però, continua a crescere e ha per l’appunto intenzione di quotarsi in borsa, con tutte le conseguenze del caso sulla visibilità dello stesso fondatore.