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Abbiamo scoperto chi ha ucciso 2Pac?

Dopo quasi trent’anni la procura di Las Vegas ha riaperto il caso

Abbiamo scoperto chi ha ucciso 2Pac? Dopo quasi trent’anni la procura di Las Vegas ha riaperto il caso

2Pac è stato uno dei rapper più influenti e venerati di sempre, ma la sua morte, avvenuta a seguito di una sparatoria, era rimasta un caso irrisolto per diversi decenni. Di recente la procura di Las Vegas ha fatto sapere di aver accusato dell’omicidio del rapper un uomo afroamericano, di nome Duane Keith Davis, che ha ammesso di aver partecipato all’attacco che il 13 settembre del 1996 portò alla morte di 2Pac. Per quasi trent’anni le indagini sul suo omicidio non avevano avuto grandi sviluppi, fino a quando lo scorso luglio la polizia di Las Vegas aveva comunicato di aver eseguito una perquisizione legata al caso, senza però diffondere ulteriori dettagli. Successivamente si era poi saputo che nell’indagine era coinvolta l’ultima persona rimasta in vita dei quattro sospettati dell’uccisione di 2Pac, Davis per l’appunto – noto anche con l'appellativo di Keffe D. L’uomo, che oggi ha sessant'anni, sarebbe stato il mandante dell’omicidio e secondo la procura ha rivestito un ruolo di comando nell’organizzazione della sparatoria – lui stesso ha confermato che era nella Cadillac bianca che si avvicinò all’auto di 2Pac e dalla quale partirono i colpi che lo uccisero. Davis è stato quindi accusato di omicidio, con l’aggravante dell’associazione a delinquere, e rischia fino a vent’anni di reclusione.

Come avvenne la morte di 2Pac

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Quando 2Pac morì aveva 25 anni; la sua carriera – breve, ma che lo rese uno dei rapper più influenti di sempre – fu parecchio legata alla criminalità losangelina. In particolare, tra il 1994 e il 1996 2Pac fu coinvolto in violenti scontri tra gli ambienti hip hop e criminali di Los Angeles e New York, cioè tra la West Coast e la East Cost americana, in quella che era diventata una faida tra la gang di Marion “Suge” Knight, il produttore e manager di 2Pac, e quella di Sean “Puffy” Combs, produttore di Notorious B.I.G. La rivalità tra i due rapper fu una delle più famose e controverse della storia della musica, fatta tra le altre cose di moltissimi dissing nei rispettivi brani. Per il tipo di ambiente che frequentava, 2Pac in varie interviste disse di essere certo che presto o tardi sarebbe stato ucciso – era anzi convinto che fosse il destino di tutti «gli afroamericani che cambiano il mondo».  Era la notte del 7 settembre 1996 quando 2Pac, Knight e la sua gang, dopo un incontro di box all’hotel MGM di Las Vegas, videro nella hall Orlando “Baby Lane” Anderson, un membro dei Crips, il gruppo criminale di Los Angeles capitanato da Sean “Puffy” Combs. La banda era in aperto conflitto con i Bloods, a cui apparteneva invece Knight. Qualche mese prima Anderson aveva rapinato alcuni amici di quest’ultimo; quella sera scoppiò così una rissa, e il gruppo di Knight e 2Pac picchiò Anderson. Più tardi i due si diressero in macchina in un locale di proprietà di Knight. Poco dopo le 23 – mentre erano fermi a un semaforo – una Cadillac bianca si affiancò alla loro auto e gli uomini a bordo aprirono il fuoco su Knight e 2Pac. Entrambi furono portati all’ospedale, ma sei giorni più tardi 2Pac morì a causa delle complicazioni delle ferite riportate – era il 13 settembre 1996. Secondo un’inchiesta pubblicata nel 2002 dal Los Angeles Times, l’attacco fu ordinato da alcuni membri dei Crips come vendetta per la rissa all’hotel MGM di Las Vegas. Lo stesso Duane Keith Davis, oggi accusato dell’omicidio di 2Pac, era un componente dei Crips: ha confermato che a sparare, tra gli altri, fu Orlando “Baby Lane” Anderson, suo nipote, e che si trattava proprio di una rappresaglia a seguito dell’aggressione subita poche ore prima nella hall del MGM.

Perché 2Pac è così venerato

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Anche se la sua carriera ruotò intorno all’appartenenza alla cultura di Los Angeles e più in generale della West Coast, 2Pac nacque a New York, nel quartiere di East Harlem, il 16 giugno 1971. Fino al primo anno di età si chiamò Lesane Parish Crooks, poi sua madre gli cambiò il nome ispirandosi a quello di Tupac Amaru II, che nel Settecento guidò la rivolta degli indigeni peruviani contro i colonizzatori spagnoli. L’unica figura paterna di 2Pac fu quella dell’amante di sua madre, conosciuto come “Legs”, che era immischiato nell traffico di droga di Harlem – il thug, cioè “il criminale che era in lui”, 2Pac disse che lo ereditò proprio da Legs. Vanity Fair, in un articolo del 1997, rivelò che quando 2Pac aveva dieci anni un sacerdote gli chiese cosa volesse fare da grande, e lui rispose «il rivoluzionario». 2Pac vendette milioni di dischi, e fu uno dei principali rappresentanti del cosiddetto gangsta-rap, il genere che si era diffuso alla fine degli anni Ottanta a Los Angeles. La maggior parte dei critici musicali però sostiene che 2Pac riuscì a elevare questa corrente musicale, trasformandola in un fenomeno di massa. 2Pac era un grande amante della poesia e in particolare di quelle di Shakespeare, cosa che lo rendeva a tutti gli effetti un rapper atipico; ancora oggi è celebrato per la qualità e la musicalità dei suoi testi, oltre che per il loro impegno sociale in favore dei diritti civili. 2Pac, inoltre, ha registrato diversi brani considerati un’anomalia nel mondo dell’hip hop, come ad esempio Keep Ya Head Up – che è una critica alle violenze e agli abusi sulle donne, in netta contrapposizione al sessismo diffuso nella scena hip hop losangelina degli anni Novanta. All’apice della sua carriera 2Pac era persino diventato argomento da campagna elettorale: Dan Quayle, vice presidente repubblicano degli Stati Uniti, disse che per la sua musica non c’era «spazio nella nostra società» – si sbagliava.