Roma batte il record di AirBnB abusivi
Un'indagine del Campidoglio ha scoperto oltre 12mila affitti brevi non regolamentati
04 Settembre 2023
Alla fine delle vacanze nelle città turistiche più amate d’Italia arriva il momento di tirare le somme. In un’indagine istituita dal comune di Roma per monitorare il numero di posti letto offerti nella città da alberghi, case vacanze e affitti brevi, sono stati scoperti 12mila alloggi abusivi. L’aumento di strutture alberghiere nella Capitale è stato esponenziale negli ultimi anni, passando da 17.940 a 22.828 in solo quattro anni. Una corsa alla monetizzazione del proprio immobile iniziata probabilmente con l’annuncio del Giubileo del 2025, un evento religioso che inizierà alla fine del 2024, e che prevede la partecipazione di oltre 30 milioni di pellegrini.
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Le imprese abusive sono state intercettate dal dipartimento del Turismo del Campidoglio, che ha confrontato le registrazioni regolari delle strutture alberghiere con gli annunci pubblicati online su portali come AirBnB, trovando così migliaia di Bed&Breakfast non registrati al comune per il pagamento della tassa di soggiorno. La presidente dell’Associazione abitanti centro storico, Viviana Di Capua, ha sollevato un’altra questione riguardo il problema. Oltre a rappresentare un danno fiscale di oltre 40 milioni di euro allo Stato, come ha rivelato l’assessore al Turismo del comune di Roma Alessandro Onorato, Di Capua sottolinea che «i palazzi sono presi d’assalto e non si fa nulla per preservare la residenzialità, a differenza di quanto avviene in altri capitali europee. Si sta attentando alla nostra vita quotidiana e al nostro essere comunità.»
AirBnB ha fatto il suo ingresso in Italia nel 2008, e da allora ha scaturito diverse polemiche. Emblema di turismo tossico, un fenomeno sempre più sentito nel Paese, l’aumento di affitti brevi nei centri storici delle città italiane ha contribuito gravemente al sovraccarico di turisti in alcuni periodi dell’anno, all'aumento degli affitti - secondo gli ultimi dati di Inside AirBnB, a Roma ci sono 25.256 alloggi ad un prezzo medio di 231 euro a notte - e alla conseguente diminuzione del numero di residenti in centro città. Come ricorda Di Capua, mentre in altrd capitali europee il numero di affitti brevi nei centri storici è contingentato, in Italia non esistono regolamentazioni. «È assurdo che il Comune non possa limitare le aperture in una specifica zona di Roma,» ha spiegato Onorato. «Peraltro già penalizzata da questo fenomeno. Solo in Italia le amministrazioni hanno le mani legate. Francia, Spagna e altri Paesi europei danno grandi poteri di regolamentazione alle città.»
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Lo scorso giugno, il sindaco di Firenze Dario Nardella aveva dichiarato l’approvazione di una delibera per limitare il numero di affitti brevi nell’area UNESCO del capoluogo toscano. Con l’obiettivo di preservare il centro storico di Firenze, abbassando gli affitti e motivando i residenti a tornare ad abitare le strade storiche della città, il decreto azzererà per tre anni l’IMU sulla seconda casa a chiunque toglierà il proprio immobile dalla piattaforma AirBnB, proponendola invece come affitto a lungo termine. Mentre la regolamentazione esposta da Nardella potrebbe rivelarsi utile per il comune di Firenze, i sindaci dei capoluoghi italiani più popolosi faticano ancora a trovare una soluzione valida al problema affitti brevi. Secondo quanto suggerito da Onorato, il primo passo è contrastare l’abusivismo. «Basterebbe un decreto-legge di tre righe per impedire alle oltre 10mila strutture extralberghiere abusive di poter utilizzare Airbnb, Booking ed Expedia, ma incredibilmente la ministra Daniela Santanchè non fa nulla», ha spiegato Onorato menzionando la ministra del turismo coinvolta in un’indagine sulla campagna Open to Meraviglia: «Se diventasse obbligatoria l’esposizione del codice autorizzativo che il Comune rilascia per poter accedere alle piattaforme di vendita, l’abusivismo non esisterebbe.»