Twitch non è più quello di una volta
Con la fine della pandemia la piattaforma di live streaming sta perdendo rilievo
09 Agosto 2023
Per molte piattaforme digitali l’emergenza sanitaria e i vari lockdown causati dalla pandemia da coronavirus hanno rappresentato un momento di svolta – “un prima e un dopo” all’interno del settore. Questo vale anche e soprattutto per Twitch: basti pensare che tra il 2020 e il 2021 ha registrato un incremento delle ore trascorse a seguire dirette pari all’82 per cento. Al tempo stesso è aumentato il numero di utenti e di streamer attivi sulla piattaforma. Ma con la fine delle restrizioni il sito ha visto un calo di visitatori, di quasi 10 punti percentuali – anche se sono comunque di più rispetto a quelli pre-pandemia. Oggi accedono a Twitch 31 milioni di persone al giorno, e ogni ora in media ci sono 2.5 milioni di utenti attivi.
Come è cambiato Twitch negli ultimi anni?
Remember when twitch was only about gaming?
— Goga (@Gogaqt) June 18, 2021
Ahh the good old times
Quando Twitch venne acquisita da Amazon, nel 2014 (a soli tre anni della sua fondazione), rappresentava il 2 per cento del traffico su Internet, seconda sola a Netflix, Google e Apple. Nonostante questi numeri e i circa 7 milioni di creator presenti sulla piattaforma, a gravare sulla progressiva perdita di utenti – oltre alla fine della pandemia – è stato l’aumento della concorrenza nel settore dello streaming. A fine 2022, ad esempio, è stato lanciato Kick, un servizio di live streaming che sembra sorpassare alcune delle criticità per cui Twitch viene spesso accusata, come l'intransigenza nella moderazione dei contenuti e i problemi di monetizzazione. Twitch proibisce tutti i termini e i comportamenti discriminatori, pena il ban dalla piattaforma (in alcuni casi anche a vita), mentre Kick è più flessibile (forse troppo) per quanto riguarda la moderazione dei contenuti. Quest'ultima, inoltre, trattiene solo il 5 per cento delle entrate dei creator – Twitch invece dieci volte tanto. A giugno Twitch aveva anche provato a limitare le partnership tra streamer e brand, ma la sua comunità non ha gradito e la quantità di polemiche scoppiate ha fatto fare un passo indietro alla piattaforma – «queste linee guida sono pessime per voi e pessime per Twitch e le rimuoviamo immediatamente» ha dichiarato l’azienda. Kick sta poi investendo per portare della sua parte alcuni degli streamer più famosi su Twitch: è ad esempio il caso di xQc (il canadese Félix Lengyel), che lo scorso giugno ha firmato un accordo da circa cento milioni di dollari per lasciare Twitch in favore di Kick.
Twitch non è più la tv della Generazione Z
@frizzoh.eth Non è stato facile riassumere tutto quello che è successo su Twitch questa settimana #drama #streamer #twitch Transgender - Crystal Castles
Secondo molti utenti l’età dell’oro di Twitch sarebbe finita, a causa – tra le altre cose – del successo della piattaforma stessa, che l’avrebbe avvicinata troppo al mainstream, togliendole quella componente sperimentale che la contraddistingueva. Andava in questa direzione, ad esempio, la scelta di Burberry di presentare la sua collezione SS21 in diretta su Twitch: «Burberry è sempre stato un marchio legato all’innovazione e la collaborazione con Twitch continua questa eredità» aveva dichiarato Rod Manley, Chief Marketing Officer del marchio. L’iniziativa dava agli utenti la possibilità di fruire da più prospettive la sfilata e contemporaneamente di chattare. Lo stesso aveva fatto Dior per lanciare la sua collezione Fall 2021 Men. Nelle timide intenzioni di questi marchi c’era, tra le altre cose, quello di intercettare un nuovo pubblico, quello della Generazione Z. Twitch oggi, al contrario, non è più solo l’equivalente della televisione per questa particolare fetta di utenti, come spesso è stata descritta. Ne è la prova ad esempio, nella sola Italia, il successo della BoboTv, lanciata da Christian Vieri con alcuni ex-calciatori e amici, che – discutendo di calcio con un linguaggio molto diretto – è riuscita a canalizzare su Twitch un pubblico più eterogeneo, fatto non solo di giovanissimi.
In questo senso, è riduttivo pensare alla piattaforma come un ambiente dove seguire gli streamer mentre giocano agli eSport o fanno “just chatting”: oggi il sito viene utilizzato anche come sottofondo mentre si fa altro, e il rapporto diretto – fatto di vere e proprio interazioni – tra streamer e pubblico, alla base del successo di Twitch, è diventato più sottile e forse meno rilevante. Inoltre, le dirette continue hanno reso il problema del burnout molto diffuso su Twitch, e sempre più streamer si stanno fermando per tutelare la loro salute mentale – come ha fatto ad esempio ilMasseo (1.7 milioni di iscritti) nell’ottobre 2022. La prova ultima che Twitch sta cambiando e che riceve meno attenzioni è il fatto che, dopo la pandemia, è diminuito anche il numero di creator impegnati a confezionare e diffondere – su altri social network – le compilation delle scene migliori, più divertenti o controverse degli streamer sulla piattaforma, che era diventato quasi un genere a sé.