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Perché si parla della foto del Papa con il puffer bianco

E lo strano mondo dei deepfake

Perché si parla della foto del Papa con il puffer bianco E lo strano mondo dei deepfake

Un'immagine generata dall'intelligenza artificiale che ritrae Papa Francesco in tunica, croce e puffer bianco oversize che potrebbe tranquillamente sembrare un nuovo stilosissimo modello Moncler è diventata virale sui social media. Creata tramite uno strumento di intelligenza artificiale chiamato Midjourney e diffusa inizialmente su Reddit, l’immagine, per quanto innocua, ha presto generato un loop infinito di ricondivisioni lasciando gli utenti in stato di shock e confusione non solo per aver presentato al mondo la versione hype-boy del Sommo Pontefice, ma anche per aver riaperto l’annoso dibattito sulla pericolosità dei deepfake in un’era in cui ChatGPT sembra la massima conquista dell’umanità. 

Il termine deepfake è un neologismo nato dalla crasi delle parole “fake” e “deep learning” e consiste in una particolare tecnologia AI in grado di sintetizzare l’immagine umana, partendo da contenuti reali (immagini, video e audio) per modificare o ricreare le caratteristiche e i movimenti di un volto o di un corpo o imitare fedelmente una determinata voce. Tra i casi più recenti ci sono le (false) immagini che ritraggono l’arresto di Donald Trump da parte delle forze dell’ordine americane, realizzate e diffuse del fondatore della società Bellingcat, un gruppo di giornalismo investigativo specializzato in verifica dei fatti e intelligence open source, Eliot Higgins. Le foto non hanno sconvolto il pubblico solo per il loro estremo realismo, ma anche perché l’ex presidente rischia davvero l'arresto per aver pagato 130.000 dollari alla pornostar Stormy Daniels con lo scopo di comprare il silenzio sulla loro relazione nel 2016. Il processo tuttavia dovrebbe svolgersi nel 2024, a ridosso delle elezioni presidenziali e, dal tentativo di fuga ai lavori forzati dietro le sbarre in tuta gialla, passando per l'immagine postata da un'altro utente che immagina Trump come compagno di cella di Putin con tanto di intesa sessuale tra i due, ad un certo punto è stato più che chiaro che qualcuno con una fervida immaginazione si era servito dell’AI per ritrarre le proprie fantasie. Higgins stesso lo ha reso noto sin dall’inizio «Sto scattando foto di Trump che viene arrestato in attesa dell'arresto di Trump», aggirando l’algoritmo di Twitter che non avrebbe mai permesso la diffusione di immagini tanto violente se non fossero state dichiarate false dal principio.

Trump è diventato suo malgrado testimonial di una tecnologia che inizia a creare apprensione per la sua incredibile capacità di riprodurre una realtà in cui vero e falso sono estremamente difficili da distinguere. Lo si è visto con gli ultimi straordinari sviluppi di ChatGPT, Bing, Bard: le derive politiche possono essere disastrose in un mondo in cui l'informazione si fa sempre più social e il controllo delle notizie risulta sempre più complesso, basti pensare al video virale di Putin che dichiara la pace con l’Ucraina nel 2022. Arginare l'utilizzo di una tecnologia aperta a tutti è di per se complesso, anche se scuole e aziende private si stanno attivando per creare policy in merito. Questa settimana è stata diffusa la notizia che la multinazionale americana di servizi finanziari JPMorgan Chase & Co. sta limitando l'utilizzo del chatbot ChatGPT da parte del personale, così come Holden Thorp, caporedattore della principale rivista statunitense Science, ha annunciato un aggiornamento della politica editoriale, vietando l'uso di ChatGPT nella stesura degli articoli. Resta da vedere come si evolveranno le politiche di restrizione di una tecnologia di cui abbiamo avuto, fin ora, solo un blando assaggio.