Alla scoperta del Bar Quadronno, il bar di Milano amato da Matthieu Blazy
Frequentato da Miuccia Prada, ha ispirato la nuova borsa di Bottega Veneta
27 Marzo 2023
Vincent Migliore
Se anche voi siete degli assidui frequentatori delle Instagram Stories di Matthieu Blazy, non avrete potuto fare a meno di notare una certa ritualità nei suoi pomeriggi milanesi, divisi tra una passeggiata con il cane che condivide con il compagno Pieter Mulier e il tempo trascorso seduto a un tavolo di un bar con gli interni in legno, le bottiglie di vino alle pareti e una testa di cinghiale che troneggia su tutto il locale. Decisamente lontano da quello che potrebbe venire in mente quando si parla dei luoghi della moda a Milano, una definizione che solitamente evoca esclusivissimi ristoranti stellati o palazzi d’epoca sede di eventi di gala. Sarà il fascino della Vecchia Milano, ma il direttore creativo di Bottega Veneta è solo l’ultimo ad aver ceduto a uno dei bar più antichi - e più conosciuti - a Milano, il Bar Quadronno. Fondato all’inizio degli anni ’60, il bar è passato da una gestione all’altra ritagliandosi nel tempo una riconoscibilità data soprattutto da un primato non da poco, quello di essere stato il primo bar milanese a servire panini caldi, alimentato poi da alcuni miti nati intorno allo stesso locale - su tutti quello del panino al prosciutto di scimmia, che in realtà altro non era che prosciutto di camoscio.
Approdato nel 1981 nelle mani di Antonio Colucci che ancora ne mantiene la proprietà insieme ai figli Aldo e Patrizia, il bar ha mantenuto intatto il suo fascino di luogo di culto milanese resistendo al passare degli anni e delle mode. «È merito della storicità vera e non inventata» ci dice Aldo Colucci. «Il Bar Quadronno c’è sempre. Anche per chi ritorna dopo trent’anni, meravigliandosi di trovarlo come la prima volta.» Se la moda milanese ha i suoi luoghi di culto più patinati, dal Bar Basso a Da Giacomo, presi d’assalto durante i giorni della Fashion Week e diventati ormai la meta prediletta di chi sogna di incontrare l’influencer di turno, Quadronno sembra aver mantenuto la sua aura da bar di quartiere, comodamente racchiuso tra Corso di Porta Vigentina e Via Quadronno che l’hanno tenuto nascosto negli anni, preservandone quell’autenticità tipicamente milanese che ha attratto volti noti del mondo dello spettacolo e non solo. «Credo che alla fine sia anche la riservatezza ad aver incentivano le frequentazioni del Bar. Le persone “famose” non vengono mai disturbate da nessuno dello staff» ci dice Aldo, che quando parla di persone famose non si riferisce solo a volti del mondo dello spettacolo ma anche - per noi soprattutto - della moda. Su tutti, Miuccia Prada.
«La signora Miuccia Prada e suoi amici e collaboratori, quando hanno voglia di bersi un aperitivo in tranquillità vengono al Bar Quadronno. Le riserviamo sempre il suo posto preferito» racconta Colucci, che indica gli anni ’70 come momento storico dell’unione tra il Bar e il mondo della moda, quando il bar era riuscito a diventare un punto di riferimento per gli addetti al settore. Sarà per il panino con lingua e salsa bernese o per quello con prosciutto della Valtellina e patè di selvaggina, ma generazioni di creativi hanno trovato in quelle sedie di legno e negli interni dal sapore volutamente vintage il posto perfetto sfuggire al caos cittadino. Lo stesso Blazy, per testimoniare il suo amore per il bar, ha deciso di dedicargli una borsa di Bottega Veneta, la Quadronno Bag. Realizzata in tela - ma non manca il celebre Intrecciato - la borsa sembra voler rievocare la vita di quartiere che il designer ha imparato ad amare durante i suoi pomeriggi seduto al bar. Ci piace pensare che proprio lì lo stesso Blazy, magari mentre mangiava un panino, abbia concepito il suo ultimo show per Bottega Veneta. Se così fosse, ovviamente, vi preghiamo di mantenere intatto il fascino di questo tempio gastronomico della moda milanese che ama la pacatezza.