Cosa dicono i partiti politici sulla sostenibilità
Tra nucleare, approvvigionamento del gas e termovalorizzatori
16 Settembre 2022
Tra l’emergenza sull’approvvigionamento del gas, un dibattito accesissimo sull’utilizzo dei termovalorizzatori che ha portato, in parte, alla caduta stessa del governo Draghi lo scorso 21 luglio, fino ad arrivare ai preoccupanti dati trasmessi da Legambiente sulla condizione climatica nel nostro paese, la sostenibilità è a tutti gli effetti un’emergenza prioritaria. Alla luce di un tema dibattutissimo, che anima la scena politica tanto da far emergere con forza le differenze tra le varie fazioni, sorge dunque spontaneo chiederci: come i partiti affrontano il tema della sostenibilità ambientale all’interno dei propri programmi?
Secondo un’analisi di Fortune Italia, il centrodestra conta di raggiungere l'autosufficienza energetica attraverso lo sfruttamento di pozzi di gas naturali sul territorio italiano e il ricorso a nuove fonti di approvvigionamento, nucleare pulito incluso. La Lega, oltre a quanto già detto nell’accordo di coalizione, aggiunge una serie di proposte – condivise da Forza Italia – che prevedono: «una maggiore produzione di biometano mediante la riconversione e l’implemento degli impianti di biogas; la realizzazione di termovalorizzatori e di infrastrutture strategiche, tra cui i rigassificatori; la semplificazione delle procedure per sviluppare idroelettrico, geotermia, anche attraverso la realizzazione delle Comunità Energetiche; una strategia nazionale dell’idrogeno.» Similmente il Partito Democratico sottolinea l’importanza di un maggiore approvvigionamento da fonti rinnovabili, condividendo con il partito di Salvini le posizioni sui rigassificatori e sulla necessità di un maggiore sviluppo di fonti energetiche alternative .
Lo spartiacque tra destra e sinistra, è sicuramente le posizioni sul nucleare. PD, Alleanza Verdi e Sinistra, si dichiarano contrari ed esprimono il totale rifiuto verso nuove trivellazioni, ma contemplano l’utilizzo dei termovalorizzatori (non citati dal Pd) solo come ultima possibilità. Le posizioni di Azione – Italia Viva, guidata da Calenda, nonché potenziale alleato del Pd, hanno invece molti punti in comune con le posizioni del centrodestra (o almeno di una sua parte) sulle politiche di approvvigionamento energetico. Ciò che lo differenzia è l’inserimento tra le proposte di medio periodo, dello sviluppo di sistemi di cattura e stoccaggio della CO2 prodotta dalle centrali termoelettriche. Il Movimento 5 Stelle, infine, col suo sintetico programma, punta apertamente sulle energie rinnovabili e promuove la “società a 2000 watt” come modello sostenibile di consumo energetico, dichiarandosi contrario alla realizzazione di nuovi inceneritori così come a trivellazioni. Per quanto riguarda la discussione sul termovalorizzatore di Roma, il motivo dell’annosa questione tra Conte e Draghi, il Sole 24 Ore riporta che «il centrodestra è diviso, tanto che il tema non è citato direttamente nel programma comune. È invece presente in quelli singoli di Lega e Fi, a favore, mentre Fdi sono contrari. Singolare che il tema non sia trattato nel programma del Pd (gli alleati di SI e Verdi lo considerano solo una soluzione di ultima istanza). A favore il terzo polo di Azione-Italia Viva. Contrari i 5 stelle.»
Sicuramente rispetto a qualche anno fa, quando gli scienziati lanciavano le prime avvisaglie sulla complessa situazione ambientale in cui ci troviamo e i politici si divertivano a schernire Greta Thunberg fino a raggiungere derive complottiste, è nata una nuova consapevolezza sulla necessità di compiere azioni concrete. Resta da capire quali saranno queste azione e come i 13 miliardi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza verranno impiegati a favore della causa, per ora non ci resta che attendere (e votare).