L’eredità di Virgil Abloh alla Design Week 2022
L’omaggio del design a Virgil Abloh
14 Giugno 2022
«Off-White™ è uno dei pochi in grado di vendere una tazza, un tappeto, un posacenere e una giacca di pelle» dichiarava qualche mese fa Andrea Grilli, CEO di New Guards Group. E, a distanza di mesi dalla sua prematura scomparsa, è stato proprio il mondo del design a stringersi intorno alla sua eredità creativa durante quest’ultima Design Week. Se Off-White™ ha celebrato il Salone del Mobile 2022 presentando Off-White™ Home 4.0, la quarta collezione pensata per la casa e il secondo capitolo della collaborazione Off-White™ c/o Ginori 1735 dedicando un corner al creativo statunitense, più di un brand di design ha mostrato una riconoscenza nei confronti del testamento di Virgil. Definire l’approccio di un creativo purista e allo stesso tempo turista, in effetti, sfugge alla mania di ricorrere a confini ed etichette rigidamente tassonomiche. Virgil Abloh era anche architetto, un industrial designer e aveva collaborato con Cassina per creare gli elementi multifunzionali di Modular Imagination.
Nello showroom di via Durini 16 il brand ha presentato infatti un’inedita installazione per celebrare Modular imagination, i blocchi modulari studiati da Virgil Abloh. Il progetto consiste in due elementi da costruzione total black di dimensioni differenti, entrambi contrassegnati dal logo rotondo Cassina-Abloh in bassorilievo, che possono essere combinati e incastrati per creare pouf, panche, divani o superfici da appoggio. Situazione replicata peraltro da Alessi, con cui Virgil aveva già intrapreso progetti di collaborazione. Si chiama Alessi 100-001 e comprende al suo interno una collezione di posate disegnata dal creativo «per i prossimi 100 anni di Alessi» riporta l'azienda. Disegnata da Abloh con il suo studio di progettazione di Londra Alaska e mostrata in un'installazione surrealista firmata Studio Temp, si dice che sia stato lo stesso stilista a contattare Alberto Alessi per realizzare questa nuova collezione: «Ricordo che la prima referenza che Abloh mi ha mostrato per spiegarmi la collezione è stata una chiave inglese. Qualcosa di molto lontano rispetto a ciò che abitualmente definiamo “good design”. Era abbastanza brutalista e l'ho trovato molto interessante», racconta Alberto Alessi. Il suo repertorio di citazioni è arrivato anche nello showroom di Aspesi che, con il progetto Hand written stories, ha aperto uno spazio meditativo con una selezione di Post it scritti a mano, parte della collezione del curatore d’arte contemporanea Hans Ulrich Obrist. Uno di questi riporta «Helvetica is my signature, Virgil».
Quanto visto la scorsa settimana a Milano è il testamento eterno di Abloh, la prova definitiva non solo della legacy creativa lasciata dal direttore artistico di Louis Vuitton, ma anche della sua multidisciplinarietà, una capacità innata che gli ha sempre consentito di lasciare il segno in una moltitudine di campi diversi. Anche per questo, al termine di una Design Week tornata in grande spolvero dopo lo stop imposto dal Covid, è stato impossibile non accorgersi di come l'eredità di Virgil Abloh fosse onnipresente nelle idee che hanno pervaso la città meneghina. Un'ulteriore prova dell'eternà genialità del founder di Off-White™.