Give me five: the best 5 moments of PFW
Paris Men Fashion Week FW17
24 Gennaio 2017
La Fashion Week parigina è terminata. La moda maschile lascia Parigi dando spazio all’Haute Couture. Negli occhi restano poche immagini che si accavallano l’una sull'altra: ravers, dandy moderni che sembrano nipoti di Sherlock Holmes, emuli di Brian Jones dei Rolling Stones, fan del tartan che sembrano arrivare dal far west, rock stars, modelli con la parrucca sulla testa e giocattoli cuciti sui vestiti. Le proposte migliori? Leggete qui sotto!
#1 Balenciaga
È Balenciaga ad aprire questa ultima edizione della settimana della moda parigina. Dopo il fortunato esordio dello scorso anno come direttore creativo del marchio francese, Demna Gvasalia torna con una collezione dedicata all'abbigliamento da ufficio, reinventato attraverso elementi sportivi e forme oversized. Al sesto piano di Lycèe Saint-Louis-de-Gonzague, in una location grigia, simile ad una sala riunioni con tanto di sedie da conference call e colonna sonora techno, il talento georgiano offre uno sguardo sulla sua idea di stile: cappotti lunghi e classici, bomber, felpe, giacche a vento, completi sartoriali, T-shirt, pantaloni baggy o super stretti portati con la camicia aperta, pezzi di pigiama, maxi sciarpa imbottita, stivali da moto e sneakers con tripla suola. Gvasalia come al solito gioca con i volumi, le spalle in contrasto con la vita stretta, realizzando capi per un businessman informale con dettagli che omaggiano Bernie Sanders, esponente indipendente affiliato al Partito Democratico, e la sua campagna per la presidenza sia per la scelta dei colori, rosso e blu, che nell'utilizzo del font del suo logo che ora diventa Balenciaga. Balenciaga e Demna Gvasalia for president?
Una passeggiata in giro per la grande mela diventa l'ispirazione per l'ultima collezione di Louis Vuitton. Kim Jones, direttore artistico del marchio, cammina tra le strade e le epoche di New York, attraverso gli anni Settanta, Ottanta e inizio Novanta, attraverso le opere e i look di "Artisti e musicisti, amici ed eroi". Ci sono le sovrapposizioni di Jean-Michel Basquiat, i pigiami di Julian Schnabel, lo street style di Keith Haring, dettagli cool come il cappello di Robert Mapplethorpe, la Pop di Art Andy Warhol, le rielaborazioni stilose di Daniel "Dapper Dan" Day, ma anche l'hip-hop, la decadenza dello Studio 54 o il trend 70s tardo stile Art Dèco evocato dalla grafica Louis Vuitton, un'immaginaria pubblicità dagli anni '30, che decora i pigiama di seta. Tutti uniti dalla forza del logo LV e dalla collaborazione con Supreme. Il marchio francese e quello statunitense mescolano le loro due anime, creando collezione che comprende abbigliamento, accessori, bijoux ed evoca un informale metropolitano, dove è la coolness a vincere. Cultura pop e cultura street si fondono, in pattern ibridi dai colori che affascinano, come il bellissimo rosso intenso che, insieme a nero e marrone, esalta i marsupi, i borsoni da viaggio, gli zaini, le sciarpe, le giacche da baseball e i giubbotti. È una collaborazione unica, diventata immediatamente virale su internet e sui social, "un fenomeno di massa globale, insieme funzioniamo perfettamente", l'ennesimo oggetto che, toccato da Supreme, diventa oro. Perchè quella del brand di streetwear americano è una forza inarrestabile del commercio che ha conquistato artisti del calibro di David Lynch, Larry Clark o Kate Moss e realizza collezioni che esaurite in pochi secondi. Quindi ricordate questa data: a partire dal 17 Luglio 2017, nei negozi selezionati Louis Vuitton, e nei temporary locations si potranno acquistare i capi firmati LV e Supreme. Una curiosità sullo show parigino? La label di Monsieur Vuitton è diventato la prima a condividere la sua sfilata, vista guardata nel front row da David Beckham, Travis Scott e Usher in un video a 360 gradi in diretta streaming su Periscope 360 con 160.000 spettatori.
Le sfilate di Dries Van Noten sono sempre spettacolari, ma mai debordanti, eccessive. E nella fashion week appena conclusasi a Parigi questa sobrietà affascinante viene sublimata, diventa ancora più evidente, più importante a cominciare dalla scelta del set. Il designer sceglie un tunnel sotterraneo a Porte de Versailles, luogo già usato per le sfilate uomo della FW94 e donna della FW97, anni chiave della Antwerp Six, e lo colora interamente di rosso, dal pavimento al soffitto. In passerella, sulle note di "Lust for life" cantata da Iggy Pop, cammina l'essenzialità nordica mano nella mano con la celebrazione dei tessuti classici maschili. Van Noten gioca con silhouette essenziali e volumi importanti. Le spalle diventano larghissime, cadenti, nei piumini, nelle giacche doppiopetto, nei cappotti anni '40, lunghi fino alle caviglie e col bavero grande che si porta con disinvoltura insieme ad anfibi e blue jeans. I maglioni extra large con i lama ricamati strizzano l'occhio al Perù, le felpe trapuntate sono decorate da immagini di cavalli, da fiori si arrampicano sul corpo. Oltre a questi ed accenni tartan, nessun orpello, solo bagliori rossi e bianchi a sdrammatizzare il rigore di una collezione dominata da colori scuri.
#4 OFF-WHITE
Virgilio Abloh ha un talento unico: la capacità, come sostengono molti, di colmare il divario tra streetwear, alta moda e della cultura pop contemporanea, riunendo per la sua sfilata un mix unico di redattori di Vogue, rapper e personalità che dominano i social network. Per la collezione FW17, il direttore creativo di Kanye West ricrea all'interno del quartier generale dell'UNESCO l'atmosfera di un bosco con betulle sottili e foglie cadute. Questo set romantico e surreale è animato da un gruppo di modelli che indossano capi dallo stile eterogeneo. È un mix estremamente contemporaneo di pezzi preziosi e low badget, di capi spalla in finta-pelliccia, piumini di velluto, maglioni extra-lunghi in mohair, pantaloni a gamba larga, calzini in lurex, motivi a scacchiera, colombe e foglie d'oro. L'ispirazione? L'ultima campagna elettorale U.S., durante la quale Donald Trump ha definito i cambiamenti climatici una "bufala".
Heron Preston debutta per la prima volta con una sfilata alla Paris Fashion Week. "For You, The World", questo il titolo della collezione, riflette lo stile personale dell'uomo e si compone di pochi, ma interessanti, pezzi: felpe col cappuccio, pantaloni pratici, bomber, tees, dolcevita, tute. L'eclettico designer esplora le convenzioni del workwear, tra lusso, athleisure e streetwear, tra nero e vibranti tonalità d'arancione, tra motivi camo e stampe di aironi. Una curiosità? Tutti gli abiti sono stati fatti in Italia con attenzione all'ambiente e all'ecologia, anche se non totalmente green.