Zara e il topo nel vestito
L'ultimo di una serie di scandali che ha coinvolto il colosso spagnolo
15 Novembre 2016
Zara è nuovamente nell’occhio del ciclone. La protagonista dell’ultimo scandalo è Cailey Fiesel, ventiquattrenne di Manhattan che ha trovato un simpatico, si fa per dire, ospite nel suo acquisto. Nell’abito nero della ragazza si nascondeva infatti un topo, saldamente racchiuso dentro alla cucitura della cerniera. Ad allarmarla il forte odore emanato dal capo, causato dall’avanzato stato di decomposizione del roditore. “Nonostante mi fossi alzata dalla scrivania non riuscivo a sfuggire a quell'odore che stava diventando preoccupante”, ha riferito la ragazza al New York Post. “Sentivo qualcosa che mi grattava la gamba e ho pensato si trattasse della cucitura del vestito, ma quando ho provato a tirarlo ho intravisto qualcosa di più grande e ho immaginato fosse una targhetta antitaccheggio”. Si trattava invece di un topo della lunghezza di 6 cm, che ha causato a Cailey un’eruzione cutanea.
La svista potrebbe essere stata causata da una scarsa attenzione durante i controlli qualità che precedono la distribuzione dei prodotti, ma non è la prima volta che Zara si ritrova coinvolta in uno scandalo.
Solo pochi mesi fa il colosso del fashion fashion spagnolo, che fa capo al Gruppo Inditex di Amancio Ortega, era stato accusato da un’illustratrice losangelina di aver copiato spudoratamente i propri disegni. L’artista in questione, nota come Tuesday Bassen, aveva denunciato il plagio attraverso il suo account Instagram, a cui ha fatto seguito un comunicato stampa divulgato dall’azienda che annunciava la sospensione immediata della vendita dei prodotti incriminati.
Oltre ai (numerosi) casi di copycat – Zara è celebre per aver reso il sogno dell’alta moda accessibile a tutti – nel corso degli anni il marchio è stato protagonista di numerose polemiche. Lo scorso maggio, ad esempio, la linea Ungendered, nata con lo scopo di allinearsi alle tendenze attuali proponendo una collezione unisex, ha scatenato aspre critiche: i capi sono apparsi a molti semplicemente maschili, adattati al corpo femminile. Invece di eliminare il concetto di genere – come suggeriva il nome, Ungendered – la linea sembrava far riferimento ad un'unica silhouette: quella maschile, appunto.
Una serie di scandali imbarazzanti che tuttavia non hanno influenzato in alcun modo il fatturato del marchio: nei primi sei mesi dell’anno Inditex ha assistito a una crescita dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2015.