NYFW - Ones to watch
I designer emergenti che stanno facendo della NYFW il paradiso dell'Underground
08 Settembre 2016
La New York Fashion Week si colloca in una dimensione a sé. Spesso catalogata come 'la meno invitante' delle settimane della moda, negli anni è rimasta divisa fra brand emergenti privi di portata rivoluzionaria e grandi marchi consolidati, come Michael Kors e Tommy Hilfiger, dall’immaginario fortemente tradizionale e dal sapore stantio.
Di fronte a uno scenario tanto poco eccitante, neppure show molto attesi come Alexander Wang e Tom Ford potevano fare miracoli e così era da un po’ che New York non richiamava lo stesso hype di Milano o Parigi, capitanate dai brand più hot del momento – vedi Gucci, Balenciaga e Saint Laurent.
A restituire a New York l’attenzione dei media, ci ha pensato poi Kanye West con Yeezy – la collezione in collaborazione con adidas iniziata nel 2015 – che, nonostante non si collochi nel calendario ufficiale della NYFW, dà il via all’evento e ogni volta è in grado tanto di dividere gli animi e porsi al centro delle polemiche quanto di suscitare reazioni che vanno dall’adorazione all’isteria di massa.
Se la NYFW sta però andando incontro ad una vera e propria rinascita, lo deve soprattutto ad una nuova generazione di designer che si è fatta a poco a poco strada ed è finita col tracciare i lineamenti di una nuova corrente underground che parte proprio da New York e che, restando fedele alla cultura del ‘remix’ che domina i nostri tempi, arriva come una ventata d’aria fresca. In questo articolo vi presentiamo i designer emergenti che stanno facendo della NYFW il paradiso dell'Underground.
#1 ECKHAUS LATTA
Visto all’unanimità come autentico pioniere della nuova onda underground che sta scuotendo la NYFW, il duo di designer formato da Mike Eckhaus e Zoe Latta ricopre un ruolo cruciale nella vostra preparazione sulla moda contemporanea. Nelle ultime stagioni Eckhaus Latta non si è limitato a sposare il trend gender-fluid, ma è riuscito addirittura a trapassarlo guadagnandosi una qualifica tutta nuova: quella di brand post-gender. Inoltre, quello che rende il marchio di Brooklyn così emozionante è che, letteralmente, non esiste niente simile. Rappresenta una squisita commistione di atmosfere artistiche, colori delicati, spirito sovversivo, nudità melliflue e pezzi decostruiti, senza rifarsi necessariamente a mood, stili o sottoculture pre-esistenti – come Zoe Latta ha affermato “Mike ed io non lavoriamo davvero con un’ispirazione in mente. Non crediamo neanche nei trend. Non fraintendetemi, vogliamo vendere i nostri vestiti con tutti noi stessi. Ma non posso pensare di creare un collezione basata sulla commerciabilità, sacrificando la creatività.” E’ all’avanguardia, è attuale ed è anche genuinamente bello.
#2 MISBHV
Frutto della corrente DIY, il brand polacco Misbhv è portatore di un’estetica molto interessante in cui lo streetwear entra in collisione col punk-goth, cosa che lo rende molto appetibile per i nostri tempi e assolutamente perfetto per essere Instagrammato. Chiodi dalle proporzioni esagerate, felpe oversize combinate a cropped flares a vita alta, lunghi trench in vernice, tanta pelle, catene, cinture-collari e, soprattutto, scritte in stile goth: questi sono pezzi per la tipica ‘cattiva ragazza’. Non a caso un’accanita sostenitrice del brand è proprio Rihanna, che poco tempo fa ha indossato una giacca di vernice Misbhv in occasione della chiusura del suo Anti tour – elevando così lo status di Misbhv a quello di brand ‘hot’. “Mi piacciono Rihanna e mi piace Comme des Garçons, quindi cerchiamo di trovare un compromesso per raggiungere entrambi questi mondi. Possiamo partire da una pietra miliare dello streetwear, come una felpa o un paio di jeans, ma vogliamo elevarlo attraverso l’uso di silhouette interessanti e la decostruzione” ha spiegato la fondatrice Natalia Maczek.
#3 HERON PRESTON FOR DSNY
D’accordo, questo show c’è stato ieri sera, e si tratta di un progetto così interessante che vi consigliamo di aspettare il nostro report completo della presentazione scattato dal fotografo di street style Julien Boudet. Quello che possiamo accennarvi per ora però è che questa volta Heron Preston ha deciso di lavorare ad un progetto che coinvolge il New York City Department of Sanitation allo scopo di accrescere la consapevolezza sull’iniziativa 0x30 – l’obiettivo di New York azzerare il numero di rifiuti mandati alle discariche entro il 2030. Ispirato dal trend workwear, il designer ha deciso di focalizzarsi sull’uniforme. Quindi ha raccolto magliette, felpe, giacche, gilet, guanti e pantaloni dagli operatori ecologici ed “enfatizzare le uniformi” attraverso lavori grafici e decostruzione – ad esempio, trasformando paia di Levi’s vintage in borse oversize. “L’idea mi è venuta un anno fa. […] Non posso dire di essere sempre stato interessato a rendere la moda più sostenibile, ma appena ho iniziato a lavorare in questo settore, ho iniziato ad interrogarmi sempre di più e a mettermi alla prova. Ho sempre voluto ridisegnare delle uniformi, ma non ero sicuro su come farlo – era soltanto un mio desiderio nato dal mio amore per le uniformi” ha spiegato Preston.
#4 MAISON the FAUX
Nuovo arrivato alla NYFW, come parte della Made Fashion Week, MAISON the FAUX debutterà questo Sabato e dire che siamo curiosi di vedere cosa ne verrà fuori è poco. Cavalcando l’onda del 100% fake-real, a partire dal nome che letteralmente si traduce con “Casa (di moda) contraffatta”, il brand olandese è “radicato nell’umorismo e nell’autoironia, combinati con un profondo amore per la moda.” Da quando è stato fondato dagli allora neo-laureati Joris Suk, Tessa de Boer & Hans Hutting nel 2013, il brand ha iniziato a richiamare l’attenzione generale attraverso una serie di guerriglia shows e ogni stagione collabora con diversi creativi – chiamati “Residents” – con l’intento di creare nuove opportunità per i giovani designer e di portare innovazione nel sistema moda.
#5 HOOD BY AIR
Con artisti del calibro di Kanye West, Arca, Rihanna, Kendrick Lamar e A$AP Rocky – che ha perfino chiuso la sfilata di HBA la scorsa stagione – come sostenitori, l’etichetta anarchico-lux creata dal designer 25enne Shayne Oliver è ufficialmente entrata nei ranghi del mainstream. Con questo non intendiamo dire che abbia perso la sua freschezza e l’allure provocante, ma semplicemente che nessuno può più permettersi di negarne l’importanza. Tatuaggi, silhouettes che richiamano il bondage, decostruzione e denti finti metallici o incastonati di cristalli erano parole chiave della scorsa stagione. Cosa potremmo aspettarci adesso?