Negli ultimi mesi l’industria della moda è stata travolta da un’ondata di autentica
rivoluzione. Lontani sono i tempi in cui i direttori creativi restavano al vertice di una Maison per più di vent’anni, diventando sinonimo stesso dell’essenza di un brand. In un’epoca dominata dalla rapidità di
internet e dei
social media, assistiamo sempre più di frequente ad addii clamorosi. Il primo nel gennaio del 2015: Frida Giannini abbandona le redini di
Gucci dopo più di 10 anni, lasciando spazio al suo braccio destro –
Alessandro Michele – che rivoluzionerà in maniera sorprendente l’immaginario estetico del brand, dando uno slancio senza precedenti ai profitti della Maison fiorentina. Seguono
Alexander Wang da
Balenciaga nel Luglio del 2015, sostituito pochi mesi dopo da
Demna Gvasalia (già direttore creativo di
Vetements) e
Raf Simons, che dice addio a
Dior dopo solo tre anni di operato, senza nemmeno attendere il termine del suo contratto quadriennale.
L’industria è sconvolta, si domanda come un’ambiente all’apparenza così perfetto possa nascondere malesseri così profondi. Ma è solo l’inizio di una lunga serie di arrivi e partenze: Alber Elbaz si separa da Lanvin dopo quasi 14 anni, Massimiliano Giornetti lascia Ferragamo dopo 15 anni ed Hedi Slimane abbandona Saint Laurent, il marchio che aveva plasmato a tal punto da cambiargli il nome, portando in passerella modelli androgini che molto avevano in comune con lui e poco con il suo fondatore, Yves. A distanza di pochi giorni, Francisco Costa e Italo Zucchelli lasciano Calvin Klein, posizione che verrà presto ricoperta da Simons.
Le pedine si mescolano senza sosta:
Anthony Vaccarello abbandona
Versus Versace (prima di chiudere il suo brand omonimo, qualche giorno fa) per diventare direttore creativo di
Saint Laurent.
Maria Grazia Chiuri dice addio a
Valentino in favore di
Dior (diventando la prima donna alle redini di Dior nella storia del brand),
Bouchra Jarrar sostituisce Elbaz presso
Lanvin,
Jonathan Saunders subentra ai piani alti di
Diane Von Furstenberg, mentre
Karl Lagerfeld si presenta alla chiusura della sua sfilata per
Chanel a Cuba indossando una giacca tempestata di lustrini colorati disegnata da Slimane: un indizio che si tratti del suo prossimo
erede?
Un panorama fragile e frammentato, in cui i colpi di scena sembrano non avere mai fine – vedi la nomina di Haider Ackermann presso Berluti e l’addio di Arthur Arbesser ad Iceberg di pochi giorni fa.
Se siete confusi da questo rapido turbinio di eventi, non disperate. Il nostro grafico Marcello Pisano ha deciso di aiutarvi dando vita alla mappa di una città (virtuale), in cui ogni palazzo rappresenta una Maison, e gli abitanti sono, ovviamente, i vostri designer preferiti.