Le Rose: non sono solo dei fiori.
15 Gennaio 2010
Ho organizzato un live de Le Rose l'estate scorsa praticamente a scatola chiusa: avevo in mano due pezzi sul loro space e nulla più. Devo ammettere che mi è andata di lusso. Sarebbe retorico e scontato cominciare con una valanga di elogi, ergo non lo farò; ascoltare per credere.
Dopo un promettente 7" (molto curato anche esteticamente, dalla copertina al blu elettrico del vinile) è imminente l'uscita dell'album. Qualche pezzo l'ho già ascoltato e, ovviamente, non vi anticiperò nulla. Intanto però cominciate a farvi un'idea su chi (o cosa) sono Flavio Scutti e Andrenea Noce, ovvero Le Rose:
Nome:
- Andrea
- Flavio
Età:
- A: 27
- F: 31
Di cosa ti occupi?
- A: Di me stessa
- F: Di preparare dolci
Al mattino ti svegli e pensi a:
- A: Se sono in compagnia al sesso, se sono sola...anche
- F: Ai baci
Di sera vai a letto sperando che:
- A: Qualcuno non mi svegli sul più bello del sogno, o che qualcuno mi svegli sul più brutto dell'incubo
- F: Qualcuno prenda il taxi per venirmi ad abbracciare
Come vi siete conosciuti?
- Durante una jam in sala prove. Ma ci eravamo già visti ai concerti nei locali di Roma.
Avete mai pensato di andare a letto con l'altro/a (potete avvalervi della facoltà di non rispondere)?
- A: Te l'ho detto, ho il chiodo fisso, ma naturalmente non mischiamo la vita privata con il lavoro, e poi figurati se una cosa del genere la andiamo a raccontare ai giornali.
- F: Sarebbe scontato dire di no, ma i pensieri restano nella testa.
Come nasce il vostro progetto musicale?
- Le Rose nascono da una proposta di Flavio appunto a seguito di questa jam, tre anni or sono. C'è stata un'istantanea intesa musicale. Le caratteristiche di base erano l'utilizzo di soli strumenti a tastiera, inizialmente due Casio e un Amstrad, di quelle piccole e pratiche che usano anche i bambini, per realizzare un genere sperimentale, che Flavio definì da "cameretta", musica intimista per momenti intimi a tu per tu. Poi durante le prove abbiamo scoperto di avere entrambi aspirazioni canore, così è nata la prima canzone, Mr Blue, dove duettavamo su un semplice giro di accordi. E così abbiamo capito di voler fare solo pop.
Quali sono gli ascolti che vi hanno particolarmente influenzato?
- A: Durante gli anni all'Università quando ho cominciato a suonare, ascoltavo molto le colonne sonore di Bernard Hermann, di Ennio Morricone, Umiliani e Piero Piccioni. Ascoltavo molta musica psichedelica, Velvet Underground, Spacemen 3, United States of America, Broadcast, anche kraut rock, Can e Faust. In quegli anni suonavo cose che avevano questa derivazione. Poi la filologia New wave, dall'elettronica dei Kraftwerk al synthpop, e da lì la curiosità di riscoprire chi faceva un discorso analogo in Italia, tra punk, dance e pop, Krisma, Camerini, Matia Bazar. Il gruppo più grande per me comunque, Talkin Heads.
- F: Ci sarebbe da fare una lista sconfinata che racchiudo in: "le produzioni dance dal '77 al 2009", i suoni della natura, Luca Carboni.
Anche in Italia la scena cosiddetta "alternativa" riesce finalmente a ritagliarsi uno spazio importante (grazie sopratutto alle decine di social network nati). In sostanza, però, non si fa neanche in tempo a mettere su una band, dare alla gente dei buoni pezzi, che già si sono dimenticati chi sei.
Insomma: meglio o peggio?
- A: Meglio o peggio rispetto a cosa? Rispetto alla grande discografia? Rispetto ai mass media? Meglio e peggio: in termini di libertà c'è un notevole guadagno, anche in termini di estetica, considerando le brutture del nostro ultimo mainstream. Ma in termini produttivi, non hai il sostegno di una major che, c'è poco da fare, fa grandi i grandi.
- F: Il troppo annoia, la gente l'ha capito. La scena alternativa, è costituita da individui che lavorano grossolanamente, spesso incuranti del messaggio artistico che vorrebbero dare, del tempo che ci vuole a farlo conoscere, della costanza. Tutti sono critici, tutti diventano sperimentatori, si svegliano la mattina e aprono uno spazio online con manie di successo. Non voglio continuare ad alimentare la guerra di conquiste di spazi, di primati. Uno spazio completamente vuoto diventa pieno con la musica, ma qui gli spazi sono riempiti con le mercanzie, evidentemente perché manca il pubblico che ha bisogno di musica.
In Italia il connubio tra musica, arte e moda è ancora molto sottovalutato. Come mai nonostante siamo sempre stati un punto di riferimento per lo stile?
- A: Non è che sia sottovalutato, anzi si fa anche un largo impiego, un uso improprio direi, di terminologie pompose che associano questi tre campi espressivi. Anche le istituzioni inaugurano frequentissimi eventi dove l'arte, la moda e la musica vanno di vari passo. E’ una questione di gusto. Purtroppo i grossi canali culturali e di informazione hanno veicolato, o lasciato passare, se proprio non vogliamo dar loro tutta la colpa, un cattivo gusto, che ha come Manifesto il format della De Filippi "Uomini e donne" e che nella percezione comune sembra aver la meglio sul gusto fine e comunque intramontabile del Made in Italy. E’una scelta estetica, noi ci crediamo.
- F: Perché si ha paura di risultare sfigati e allora si fa della non curanza un valore.
A conti fatti, che cos'è che ci rende ancora "provinciali" rispetto al resto del continente?
- La presunzione, la faciloneria nel giudicare solo in base alle apparenze, il lassismo, l'omertà e l'assenza quasi totale di meritocrazia. Ma attenzione a noi non piace il "provincialismo" mentre ci piace molto la provincia, quindi anche noi in senso lato siamo provinciali
Basta domande impegnative (o presunte tali).
Perché non riuscite a sfondare nonostante facciate impazzire il sottoscritto (...!):
- Non è ancora detto... aspettiamo almeno che esca l'album. In ogni caso, abbiamo già vinto.
L'artista/band che più vi ha impressionati ultimamente:
- A: I Royksopp visti quest'estate, clamorosi
- F: DgtlMonkey mi piace molto.
Una perla dal passato da consigliare a chi sta leggendo:
- A: Ragazzo, The Queen is dead degli Smiths
- F: L'immensità di Don Backy
Quanto è stata banale questa intervista:
- A: Affatto, anzi è stata proprio ok
- F: Insolita, è stato divertente rispondere.