Unfriending is the new black
Rimuovere contatti è la nuova tendenza dei social
05 Maggio 2016
Ricordo quando mi iscrissi su Facebook – nel lontano 2009 – e l'entusiasmo iniziale che avevo nel “giocare” con questa vita virtuale. Ma, soprattutto, ricordo che chiedevo l'amicizia a chiunque. Eravamo tutti dipendenti dal tasto “Add Friend”: la vita su Facebook era tutto un “add” e “confirm” amicizie, spesso senza nemmeno sapere chi entrava a far parte della tua cerchia di amici online. Ma poco importava, contava solo avere più contatti possibili con cui interagire.
Oggi, però, la tendenza è quella inversa, ovvero di cancellare i contatti “scomodi”. Il Removing Friend è diventato uno sport nazionale: sono sicura che ogni giorno, sulla vostra bacheca Facebook, appare un vostro amico che minaccia di fare “pulizia di contatti”. È la nuova moda dei social network, su Facebook come su Twitter e Instagram.
Ma perché? Evidentemente il famelico sistema iniziale che ha portato tutti noi ad addare contatti a caso è collassato. Ovvero, ci siamo ritrovati la bacheca invasa da numerose, e fastidiose, persone che nemmeno conoscevamo e che inquinavano il nostro micromondo virtuale. E allora: remove friend.
La verità è che siamo diventati più intolleranti. I social sono diventati un po' come la nostra cameretta di quando eravamo ragazzi, un angolo virtuale da curare e arredare, in cui possiamo fare tutte le cose che più ci piacciono e invitare gli amici per qualche ora. Ecco, se i social sono diventati questo, è evidente che le persone noiose, fastidiose o che semplicemente non vogliamo tra i piedi devono essere allontanate.
Mi piace interpretarla come una forma di autodifesa, un modo di esprimere quanto ci vogliamo bene cancellando tutto ciò che possa infastidire, ferire e annoiare la nostra persona. Perché costringerci a sopportare status polemici, frasi urlate e brutte foto quando basta un semplice click per rendere tutto più sereno? Come quando l'ex condivide foto con la sua nuova morosa: perché continuare a subire questa violenza emotiva? Una sola soluzione: remove friend.
Questo è solo un esempio, ma potremmo andare avanti per ore con l'elenco. Il punto è che siamo diventati più consapevoli del nostro tempo e di quello che ci circonda, maturando una forma di sana intolleranza verso ciò che riteniamo inutile e, soprattutto, sgradevole. Siamo diventati più selettivi, come un locale che si riserva il diritto d'ingresso. Non è snobismo, è sopravvivenza.
La maggior consapevolezza di quello che appare sulle nostre bacheche, o la maggior sensibilità – o intolleranza – che abbiamo sviluppato, è talmente evidente che Facebook e altri social hanno introdotto il tasto “Mute” per gli aggiornamenti – Twitter dal Maggio 2014, Instagram ancora no. Questa opzione ci permette di nascondere, temporaneamente o per sempre, un contatto senza doverlo cancellare. L'azione è possibile anche per singoli post, rendendoli invisibili sulla nostra bacheca degli aggiornamenti.
Evidentemente i social vogliono venire incontro ai nostri bisogni, introducendo azioni che ci permettano di selezionare le news, i contatti e continuare a vivere tranquilli e felici nella nostra cameretta virtuale.
Ma non basta. “Nascondere” un amico non è come “Rimuoverlo” dai propri contatti. La differenza è sottile, ma importante. Nascondere un proprio contatto significa dimenticarlo in un angolo buio di Facebook, non cancellarlo del tutto dalla nostra vita virtuale. Anche se non vediamo i suoi aggiornamenti, questo contatto è lì, silenzioso, che ci osserva, mette like ai nostri post e li commenta. La sua presenza si sente e, soprattutto, lui continua a vederci. Rimuovere un amico, invece, è un taglio netto, quasi una sorta di punizione da infliggere a chi non è non stato degno di essere nostro amico.
Tuttavia, la risposta al dilagare del Removing Friend non ha tardato ad arrivare. Sono emerse numerose app che permettono agli utenti di sapere da quante persone e da chi sono state unfriended. Da qui emerge la spinosa questione morale dell'Unfollowing: è giusto? Fino a che punto il nostro benessere vale più di un'amicizia su Facebook? Fino a che punto possiamo cancellare contatti come fossero macchie di sporco senza preoccuparci dei loro sentimenti?
Perché è vero che i social sono piattaforme online, quindi non reali, ma ormai fanno parte della nostra vita come se costituissero una sua appendice virtuale. Nella realtà, romperemmo un'amicizia a causa di qualche frase sgrammaticata o di un'opinione sbagliata? Non credo.
I social rischiano di rovinare più amicizie di una partita a Risiko. Quindi, prima di clickare sul tasto Remove, pensate che state cancellando una persona con dei sentimenti. E pensate, soprattutto, a quale sarebbe la vostra reazione se scopriste di esser stati eliminati dai contatti di un vostro amico. La sensazione è poco piacevole, ve lo assicuro.
Dunque, se anni fa tendevamo ad aggiungere più persone sui social, oggi, al contrario, miriamo a cancellarne il più possibile. Attraverso la pratica dell'Unfriending vogliamo forse creare delle bacheche online perfette, il nostro paradiso personale incontaminato dalla noia, dal fastidio e dalla bruttezza quotidiana. Una sorta di selezione virtuale per decidere chi è degno della nostra preziosa attenzione e chi no.
Unico problema: i sentimenti umani. E se il progetto dovesse fallire, possiamo sempre tornare alla vita vera.