Il nuovo potere delle Cruise Collection
E le ragioni dietro alla scelta delle location
10 Dicembre 2015
Non è mai troppo presto per pensare alle Settimane della Moda, soprattutto in questo periodo. Si respira, infatti, aria di sfilata grazie alle presentazioni delle pre-collezioni autunno/inverno 2016. La più chiacchierata è stata la Métiers d'Arts di Chanel che ha portato la Maison parigina nella città eterna, Roma.
Ma perché e quando sono nate le pre-collezioni?
Apparse la prima volta qualche decina di anni fa, le pre-collezioni nascono per soddisfare il guardaroba dei consumatori che andavano in vacanza in zone costiere o verso luoghi esotici durante i mesi invernali. Quindi, in aggiunta alle due collezioni principali di prêt-à-porter, le case di moda offrivano anche una linea specifica a coloro che avevano bisogno di capi estivi fuori stagione. Da qui deriva il nome di Cruise o Resort collection, per richiamare l'atmosfera “da crociera” dei capi.
La storia è un po' cambiata: oggi le pre-collezioni sono anche pre-fall, presentate tra Novembre e Dicembre, e hanno esclusivamente uno scopo economico. Non è una novità, direte voi. Concordo, ma vi assicuro che le pre-collezioni sono il risultato di strategie di vendita e di marketing più evidenti di quanto possiate immaginare.
Interrogandosi sulla decisione di Gucci di presentare la collezione Resort 2017 a Londra, il giornalista Alexander Fury è giunto alla conclusione che le pre-collezioni vanno “dove sono i soldi”. Bingo. Non a caso Londra è superata solo da New York e Parigi in quanto a shopping griffato, e l'intera Gran Bretagna è terza – dopo Cina e America – nel gioco delle vendite di lusso.
Non è finita qui. La collezione Cruise 2016 di Chanel è stata presentata a Seoul, capitale della Corea del Sud, e quella 2015 a Dubai, metropoli degli Emirati Arabi. Dior, invece, ha lanciato la sua Cruise 2016 presso il Palais Bulles di Pierre Cardin sulla Côte d'Azur e la precedente pre-Fall 2015 a Tokyo. E così via.
È allora evidente che le pre-collezioni sono svolte in luoghi strategici, dove c'è un alto livello di shopping di lusso, dove i clienti sono più predisposti all'acquisto e, in poche parole, dove c'è più flusso di denaro. Quindi, le pre-collezioni ci indicano quali sono i mercati più ricchi. Queste collezioni offrono capi “più indossabili” quotidianamente e diretti soprattutto al consumatore – non solo ai buyer o ai giornalisti – proprio per la loro natura altamente commerciale.
Come ha scritto Angelo Flaccavento: “Il frullatore delle pre-collezioni rischia di stordire il pubblico”. Esatto. L'attesa per una sfilata è scomparsa, i tempi di presentazione-consumo sono sempre più veloci e non esistono più limiti di stagione. Tutto e subito, e se in anticipo è anche meglio. Tutto questo per soddisfare una domanda globalizzata sempre affamata e satura di immagini, già vecchie dopo solo una settimana di vita. Ma, soprattutto, per appagare il Dio Denaro.