Interview with Nike CEO Mark Parker
via Hypebeast
09 Ottobre 2015
In una intervista esclusiva rilasciata ad Hypebeast, Mark Parker, il visionario di CEO di Nike Sportswear, si mette a nudo parlando di tutto quello che accade nel dietro le quinte di una collaborazione di successo. Dalle passioni in comune allo scambio di conoscenze, dalle tecnologie d’avanguardia utilizzate agli ambiziosi progetti futuri.
1. Che cosa significa per due brand collaborare tra di loro?
La collaborazione consente a due brand provenienti da mondi differenti di fare cose che non avrebbero potuto fare da soli. Nella mia esperienza personale, quando due creativi si incontrano, può scatenarsi una sorta di reazione chimica. Lo trovo incredibilmente stimolante e potenzialmente molto potente. Da Nike siamo fortunati perché abbiamo l’opportunità di lavorare con molte comunità differenti.
2. Nike è un leader nel campo dell’innovazione. Quanto si impara in questi termini facendo collaborazioni?
L’apprendimento reciproco è assolutamente necessario per una partnership di successo. Portiamo sempre un esperto al tavolo, ed è ciò che molti partner non hanno. Combinando le nostre conoscenze, diamo il meglio di noi stessi.
3. Come opera Nike quando si tratta di seguire le tendenze?
Sappiamo chi siamo: siamo una compagnia che serve gli atleti. Espandiamo quello che possiamo fare attraverso nuove invenzioni e ci ispiriamo ad esse per fare meglio. Allo stesso tempo, riconosciamo l’impatto culturale degli sport. Negli anni abbiamo lavorato con brand come Comme des Garçons, Stussy e Supreme e creativi come Tom Sachs, Marc Newson e Riccardo Tisci.
4. Considerando le vaste risorse ed esperienze di Nike, quanta autonomia offrite ai brand che collaborano con voi? È un 50/50 o il processo è flessibile?
Ci investiamo in ogni relazione creativa con la mente completamente aperta, e spero che i nostri partner facciano lo stesso. L’importante è risultato finale: fare qualcosa di migliore ed interessante.
5. Dato che Nike impara molto dalle collaborazioni con gli altri brand, condivide la sua creatività e conoscenza tecnica con i suoi partner?
Quando ti trovi a risolvere problemi con altri partner, condividi naturalmente le tue competenze per ottenere il miglior risultato. Essendo la compagnia che sta guidando il futuro dello sport, che dispone di conoscenze e materiali di avanguardia, vogliamo incoraggiare questo scambio.
6. Come può una collaborazione andare male?
Un ragione potrebbe essere una connessione non autentica con il partner. Le nostre collaborazioni non sono transazioni, cerchiamo di creare delle vere relazioni con i nostri partner. Devi avere passioni ed interessi in comune per far sì che funzioni.
7. Se Nike dovesse collaborare con entità fuori dal mondo dell’atletica e della moda, che industria sarebbe?
Nike collabora con una dozzina di industrie ogni giorno. È uno dei nostri onori più grandi ma anche una grande responsabilità. Abbiamo lavorato con Apple per sviluppare la Nike+, una piattaforma che ha cambiato per sempre il modo in cui serviamo gli atleti. Dal punto di vista manifatturiero invece, le collaborazioni sono sicuramente utili per reinventare modelli esistenti, come accaduto per il Flyknit oppure per una compagnia che ha invetato un modo per tingere i prodotti senz’acqua, con una tecnologia che chiamiamo ColorDry. Se consideriamo che ci vogliono 30 litri d’acqua per tingere una singola t-shirt, l’impatto è davvero enorme.
8. In che modo una collaborazione può acquisire un significato al di fuori del marketing? Come una inter-team collaboration, per esempio? O collaborazioni con atleti per incrementarne la performance?
Cominciamo con gli atleti, i collaboratori originali di Nike. Per noi, tutto parte dall’interno. Dico sempre che, in quanto compagnia di innovazione, abbiamo il privilegio di lavorare con i migliori atleti, che sono una grande fonte di ispirazione. Nessun atleta si sveglia pensando: “Oggi, voglio fare una performance uguale a quella di ieri”. Si tratta sempre di migliorare, il che significa che noi avremo sempre nuovi problemi da risolvere. Il nostro lavoro non si esaurisce mai.
9. Come vedi le collaborazioni del futuro?
Le collaborazioni tra gli individui, i brand e le industrie continueranno ad accelerare dato che la tecnologia è ormai in grado di connettere in tempo reale le persone in ogni angolo del globo. È per questo che stiamo assistendo a questa ondata di innovazione senza precedenti. Per me è chiaro che le collaborazioni continueranno a rappresentare una risorsa importante per il nostro futuro.