Chanellizing the world
King Karl’s accessories and their inspirations
07 Ottobre 2015
Creare immaginari fantastici (e molto dispendiosi) sembra essere divenuto il diktat alla base delle collezioni di Maison come Chanel e Moschino. Per farsi notare tra il fitto calendario delle settimane della moda, i maggiori brand hanno imparato a far parlare di sé investendo il budget stagionale in location enormi allestite con scenografie esilaranti.
Non più solo abiti, dunque: per far sì che una collezione lasci il segno conta soprattutto il modo in cui essa viene “raccontata” allo spettatore, facendo leva sul forte immaginario che vi sta intorno. Dopo il coloratissimo car wash di Moschino a Milano, ieri mattina a Parigi è stato il turno di Chanel, che ha trasformato il Grand Palais in un aeroporto in piena regola.
Non è la prima volta che Re Karl si diverte a “Chanellizzare” luoghi emblema della vita quotidiana per i suoi show: ricorderete tutti la spesa delle star al Supermercato Chanel per la collezione AW14, la Brasserie Chanel dell’AW15 ed il Casinò dell’Haute Couture lo scorso Luglio.
Ogni collezione ha portato con sé una serie di accessori indimenticabili, talvolta difficili da inserire nel guardaroba quotidiano, ma indubbiamente geniali per l’idea che vi sta dietro: trasformare oggetti di uso ordinario in accessori must-have.
Chanel’s helmet Spring 2002 vs Sophie Marceau in La Boum II (1982)
Chanel’s vinyl Spring 2004 vs Françoise Hardy’s vinyl from the 60s
Chanel’s tennis racket Spring 2008 vs Il Giardino dei Finzi Contini (1970)
Chanel’s supermarket Fall/Winter 2014 vs The Stepford Wives (2004)
Chanel’s street revolution Spring 2015 vs 1968’s revolution in The Dreamers (2003)
Chanel Métiers d'Art Salzburg Pre-Fall 2015 vs Sissi (1955)