The new concept of male beauty
as men's fashion week approaches, we think over the value of masculinity nowadays
11 Giugno 2015
I tempi cambiano. Cambiano le mode, cambiano i personaggi, ma soprattutto cambia il modo nel quale ci percepiamo e attraverso il quale definiamo cosa è bello e cosa è brutto.
Le piattaforme principali che stabiliscono l’evoluzione dei canoni estetici sono senza dubbio le passerelle, orchestrate dalle precise strategie dei marchi che vi stanno dietro.
È sotto gli occhi di tutti la graduale trasformazione dei modelli di bellezza sulle passerelle internazionali: basti pensare alle giunoniche top degli anni ’90 per renderci conto che qualcosa è cambiato, sul serio. Se a livello generale si è riscontrata una esplicita propensione verso la magrezza priva di forme accentuate, la vera rivoluzione degli ultimi tempi prevede un superamento del concetto stesso di uomo e donna, che pertanto si fanno portatori delle medesime forme fisiche e dello stesso stile nel vestire.
Con l’avvicinarsi delle men’s fashion weeks di Londra, Milano, Parigi e - novità di questa stagione - New York, ci prepariamo ad ammirare una carrellata di new faces dai canoni tutti nuovi: una nuova ondata di ragazzi (per lo più giovanissimi) che sfidano con forza gli stereotipi di genere e ridefiniscono il valore del concetto di virilità. Sono molto spesso giovani provenienti dalle sottoculture delle principali città europee: club kids, skater boys e music fans reperiti sudaticci all’uscita da un concerto indie rock. Per essere concreti, sono i preferiti di stilisti d’avant-garde come Raf Simons e JW Anderson, che con la loro moda estremamente androgina hanno contribuito a diffondere e consolidare il fenomeno presso il pubblico dei fashion insiders, ma non solo.
Un fattore di influenza è senz’altro lo sdoganamento – ahimè troppo recente – dei pregiudizi sull’omosessualità. Non è difficile incontrare una coppia di bellissimi ragazzi dello stesso sesso tenersi per mano tra le file di un casting, e non è più un tabù dichiarare apertamente le proprie preferenze sessuali.
Certo, esistono ancora Maison come Versace e Dolce&Gabbana che prediligono esplicitamente una mascolinità più ostentata e virile, ma se anche un marchio storico come Gucci ha portato in passerella uomini adornati di nastri di seta e bluse in pizzo, siamo davvero di fronte ad una, meravigliosamente moderna, rivoluzione estetica.